iPad per ora salvo, ma Bank of China vuole cucinarsi Apple

Prima sentenza cinese a favore di Apple: il tribunale di Shanghai ha respinto la richiesta di blocco delle vendite dell'iPad. Domani è atteso l'esito del ricorso presentato da Apple a Guangdong contro la sentenza che a dicembre aveva favorito Proview. L'azienda di Cupertino deve vedersela anche con le banche creditrici di Proview, che avrebbero da guadagnare se fosse comminata a Apple una maximulta.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Apple ha vinto il primo round nella battaglia cinese contro Proview: il Tribunale del Popolo di Shanghai ha respinto l'ingiunzione preliminare di blocco delle vendite dell'iPad. L'azienda di Cupertino potrà quindi continuare a vendere i suoi tablet nella città cinese senza problemi. La questione tuttavia non è chiusa: le udienze successive che erano state programmate sono state rinviate in attesa dei risultati del processo analogo in svolgimento presso la corte Guangdong.

Apple ha vinto il primo round: la Cina la ama

Il Wall Street Journal ha spiegato che quella in discussione a Shanghai era solo l'ingiunzione di blocco, ma la Reuters precisa che nella provincia di Guangdong si sta dibattendo invece il ricorso presentato da Apple sulla sentenza dello scorso dicembre, quando il tribunale ordinario avevea accolto le ragioni di Proview, che denunciava la violazione del marchio iPad, registrato nel 2000. Apple aveva acquistato il marchio iPad da IP Application Development nel 2010, che a sua volta lo aveva rilevato insieme alla fallimentare Proview nel 2009. Quando però Apple denunciò Proview per violazione di copyright, il giudice di Guangdong scoprì che l'accordo non valeva in Cina, dove il nome iPad era ancora proprietà del titolare originale.

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Il nodo si dovrebbe sciogliere domani, quando il tribunale del ricorso si esprimerà e sarà stabilito una volta per tutte se il passaggio di prorprietà dell'azienda cinese ha comportato anche la cessione del marchio iPad come sostenuto da Apple, o se è rimasto in eredità a Proview Shenzhen, come sostiene l'azienda locale che ha denunciato Apple in oltre 40 sedi dell'Amministrazione per l'Industria e il Commercio, con azioni giudiziarie in corso a Shanghai, Shenzhen e Huizhou.

Fra le numerose curiosità di questa accesa vicenda è particolarmente interessante quella pubblicata da Bloomberg, secondo cui sarebbero intervenute contro Apple anche la Bank of China e la Minsheng Bank, creditrici verso Proview dal fallimento del marzo 2009. La posizione è ovviamente opportunistica: se Proview dovesse vincere e ricevere il risarcimento richiesto (1,5 miliardi di dollari) le due banche incasserebbero quanto gli è dovuto da Proview. Non è pertanto da escludere una forte pressione sui tribunali cinesi da parte dei numerosi creditori di Proview.

Eugene Low, un avvocato di Hong Kong, ha spiegato che "al momento il bene più prezioso di Proview Group è la registrazione del marchio iPad in Cina. Supponendo che i creditori abbiano il controllo degli affari di Proview Shenzhen, potrebbe essere nel loro interesse spingere per soluzione il più rapida possibile e monetizzare i beni di Proview".

Secondo Apple il marchio I-PAD non è più valido: il PC non è in vendita da anni

Oltre a ribadire di avere regolaremente acquistato il marchio iPad da Proview, il rappresentante legale di Apple ieri si è attaccato anche al fatto che il computer I-PAD per il quale era stato registrato il marchio non è ormai in vendita da anni, quindi non sarebbe più valido per anzianità. La casa di Cupertino non ha poi mancato di calcare la mano sulla sua posizione nel Paese, che consente "a tutta l'economia della Cina di beneficiare del successo del tablet, grazie alla creazione di posti di lavoro e alle entrate fiscali dovute alle tasse pagate da Apple al Governo.