Il nuovo iPad Pro con chip M5 rappresenta l'ennesimo aggiornamento incrementale di Apple, una di quelle operazioni che gli addetti ai lavori definiscono sprezzantemente "chip-and-ship": si cambia il processore, si rimette sul mercato e si aspettano i clienti.
Ma stavolta, dietro questa apparente routine, si nasconde una mossa strategica che potrebbe ridisegnare gli equilibri di potere nell'industria tecnologica globale. Il vero protagonista non è infatti il chip M5, bensì un componente minuscolo e apparentemente insignificante che Apple ha deciso di includere nei modelli cellulari del tablet.
Quello che a prima vista sembra l'ennesimo upgrade incrementale nasconde in realtà il culmine di anni di investimenti miliardari e di una battaglia legale senza esclusione di colpi. All'interno del nuovo iPad Pro, infatti, fa il suo debutto il modem cellulare C1X, interamente progettato e realizzato da Apple nei propri laboratori. Per la prima volta, la casa di Cupertino abbandona i componenti di Qualcomm, l'azienda che fino a oggi ha fornito praticamente tutti i modem per iPhone e iPad, e con cui Apple ha avuto rapporti tutt'altro che idilliaci negli ultimi anni.
L'analista Mark Gurman, voce autorevole quando si parla di strategie Apple, non usa mezzi termini nel definire questo aggiornamento: si tratta di "miglioramenti modesti" al di là del nuovo processore. Chi possiede già un iPad Pro M4 non noterà sostanzialmente alcuna differenza nell'uso quotidiano, dato che il modello precedente era già una macchina potentissima. Oltre al modem proprietario, l'iPad Pro M5 include anche un chip N1 per il supporto al Wi-Fi 7 e la capacità di gestire display esterni più veloci, ma si tratta di upgrade di nicchia che interesseranno una percentuale minima degli acquirenti.
La vera domanda è: perché un'azienda dovrebbe investire miliardi di dollari per sostituire un componente che già funzionava perfettamente? La risposta si trova nella filosofia aziendale che ha reso Apple quello che è oggi. Da sempre, l'azienda di Tim Cook ambisce al controllo verticale totale della propria catena produttiva, dalla progettazione alla vendita al dettaglio. Dipendere da fornitori esterni, soprattutto quando si tratta di componenti critici, rappresenta per Apple non solo un rischio strategico ma anche un problema di costi e di margini di profitto.
Il rapporto tra Apple e Qualcomm è stato per anni una delle saghe più tumultuose della Silicon Valley, costellato di cause legali per brevetti e dispute sulle licenze. Qualcomm ha a lungo mantenuto una posizione dominante nel mercato dei modem cellulari, potendo così imporre condizioni commerciali che Apple ha sempre considerato inaccettabili. La rottura è avvenuta pubblicamente diversi anni fa, con una guerra legale che ha visto le due aziende affrontarsi in tribunali di mezzo mondo, prima di raggiungere una tregua temporanea che ha permesso ad Apple di continuare a utilizzare i modem Qualcomm mentre sviluppava la propria alternativa.
L'aspetto paradossale di questa rivoluzione tecnologica è che la maggior parte dei consumatori non ne trarrà alcun beneficio tangibile, almeno nel breve periodo. Come sottolinea lo stesso Gurman, "il passaggio ai componenti proprietari può avere senso dal punto di vista commerciale per Apple, ma non siamo ancora al punto in cui l'esperienza dell'utente cambi in modo apprezzabile". In altre parole, si tratta di una vittoria ingegneristica e strategica per l'azienda, ma che lascia sostanzialmente indifferente chi utilizza il dispositivo.
C'è poi un dettaglio che rende questo lancio ancora più curioso: la maggior parte degli acquirenti di iPad sceglie comunque la versione solo Wi-Fi, rendendo completamente irrilevante la presenza del nuovo modem cellulare. Il mercato dei tablet, infatti, a differenza di quello degli smartphone, vede una netta predominanza dei modelli senza connettività cellulare, considerata da molti un extra non necessario dato che l'iPad viene utilizzato prevalentemente in ambienti dove il Wi-Fi è disponibile.
La vera prova del fuoco per i modem progettati internamente da Apple arriverà quando faranno il loro debutto sull'iPhone, dove le prestazioni di connettività devono essere assolutamente impeccabili. Gli smartphone vengono utilizzati in condizioni molto più variabili e critiche rispetto ai tablet, e qualsiasi problema di ricezione o velocità di connessione verrebbe immediatamente notato e criticato dagli utenti. È lì che Qualcomm sentirà davvero il colpo, quando perderà il contratto più importante e remunerativo dell'intera industria mobile.