La frammentazione su Android si batte copiando Microsoft

Nel corso di una tavola rotonda alla GTC 2013 si è discusso del problema della frammentazione hardware e software di Android. Secondo i presenti Google deve mettere più paletti prima che il problema assuma proporzioni incontrollabili.

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a cura di Manolo De Agostini

La frammentazione di Android potrebbe diventare presto incontrollabile. È quanto emerso nel corso di una tavola rotonda durante la GTC 2013, manifestazione creata da Nvidia per svelare le novità che ha in cantiere per il futuro. Secondo quanto riportato dai nostri colleghi statunitensi, il vicepresidente dei contenuti mobile Neil Trevett di Nvidia e altri quattro relatori hanno dipinto uno scenario da incubo per quanto riguarda lo sviluppo su Android. Allo stesso tempo però la piattaforma di Android è stata descritta come il Windows del futuro: un sistema operativo che supporta un numero infinito di configurazioni hardware e come tale destinata a dominare a lungo.

La similitudine tra i due sistemi operativi è più calzante di quanto si possa pensare: un software costoso che si rifiuta di funzionare correttamente su un computer Windows è per un'utente al pari di un'applicazione Android che continua bloccarsi e andare in crash alla schermata iniziale. Per quanto riguarda Windows il problema è diminuito, se non sparito nel corso del tempo, mentre con Android è ancora attuale. Secondo Trevett, purtroppo per gli sviluppatori di Android questa piattaforma sembra stia ripetendo gli errori compiuti da Microsoft prima che implementasse il sistema "Windows Hardware Qualifications Labs", meglio conosciuto con l'acronimo WHQL. È la frammentazione degli anni '90 che si ripete in formati diversi, in un certo senso.

"Penso che sia affascinante vedere come il settore della telefonia mobile si stia trasformando in ciò che una volta era l'industria dei PC", ha affermato Trevett. "Abbiamo Apple che è integrata verticalmente […] e poi un'altra piattaforma che consente a migliaia di aziende innovare, investire e fare soldi. Si finisce così per avere qualcosa che in realtà è più pervasivo, perché un migliaio di aziende possono fare più di qualsiasi singola azienda, non importa quanto questa sia incredibile. Inevitabilmente si finisce però con qualcosa di meno rifinito e un po' più caotico. Quella piattaforma caotica tuttavia, grazie a un supporto così ampio, otterrà la maggiore quota di mercato".

È quanto sta avvenendo, perché Android ha il 75 percento del mercato smartphone. Giunti a questo punto però bisogna appianare i problemi e Google potrebbe prendere spunto da quanto fatto da Microsoft con Windows. "Penso che uno dei più grandi successi di Microsoft sia stato quello di evitare quel tipo di caos che affligge Android. WHQL, con rigorosi test e alcune specifiche definite, è stato secondo me il più grande successo di Microsoft perché potete fare molto con un PC, ma non è così caotico come potrebbe diventare Android andando avanti di questo passo. Quindi forse Google dovrebbe mettere in piedi qualcosa di simile a WHQL".

Google sta lavorando per ridurre la frammentazione, ma la sua situazione è diversa da quella di Microsoft. La casa di Mountain View punta a far soldi con la pubblicità e ciò significa raggiungere più persone possibili. Ecco perché ha sviluppato un sistema open source che produttori e consumatori possono prendere e usare come vogliono, e che soprattutto non impone costi come da tradizione open-source.

Speriamo vivamente che l'azienda riesca a trovare nuove strade per rendere Android una piattaforma ancora migliore di quella che è già. Dal debutto sono stati fatti innegabilmente dei passi avanti, ma sono ancora molti quelli da compiere. Il discorso di Trevett non è però fine a se stesso. È nato infatti da una domanda rivolta ai quattro relatori, tramite la quale si chiedeva che cosa avrebbero inserito nei futuri SoC mobile. Tutti hanno risposto che volevano dei sensori per migliorare il funzionamento delle proprie applicazioni, ma allo stesso tempo hanno ammesso che questo verosimilmente avrebbe aumentato il problema della frammentazione.

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"[La frammentazione] è un problema enorme, c'è un sacco di dibattito", ha affermato l'amministratore delegato di SmugMug, Don MacAskill. "Dal nostro punto di vista è il motivo per cui ci abbiamo messo così tanto per arrivare a sviluppare su Android. Realizziamo un'applicazione fotografica, quindi la miriade di sensori da supportare rappresenta un problema enorme, e così la presenza di display di dimensioni diverse, che impediscono di offrire interfacce ben progettate per permettervi di fare con le foto ciò che vogliamo".

"Stiamo solo parlando di hardware", ha aggiunto. "Il software è un altro problema. Abbiamo parlato con alcuni dei nostri amici del settore che hanno laboratori con più di 700 dispositivi su cui testare i loro prodotti, e noi non possiamo arrivare a quel livello. Siamo una piccola azienda e così siamo costretti sostanzialmente a scegliere".

La frammentazione hardware e software impone quindi delle scelte difficili, specie ai piccoli sviluppatori: tenetelo ben presente quando un'applicazione non gira o non lo fa bene sul vostro terminale. Non è lo sviluppatore cattivo, o almeno non sempre, ma un'analisi dei costi e dei benefici dovuta a una situazione che rappresenta una delle grandi pecche di un sistema operativo altrimenti eccellente sotto numerosi altri punti di vista.