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Le app ti tracciano anche dopo che le hai disinstallate

La funzione Uninstall tracker dovrebbe aiutare gli sviluppatori, ma emergono casi di abusi che violano le linee guida di Google ed Apple.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Pubblicato il 23/10/2018 alle 11:45

Disinstallare un'applicazione non basta a levarsela di torno. Ci sono servizi, infatti, che continuano il tracciamento di un utente dopo la rimozione dell'app, proponendo pubblicità specificamente create per chi ha disinstallato una certa app.

Si chiama Uninstall Tracker ed è un servizio offerto da società come Adjust, AppsFlyer, MoEngage, Localytics, o CleverTap, come racconta Gerrit De Vynk su Bloomberg. Aziende che vendono agli sviluppatori di app pacchetti pronti all'uso per semplificare e velocizzare il processo di creazione del software.

Secondo i fornitori si tratta di strumenti studiati per capire come reagiscono le persone quando un'app riceve un aggiornamento. Ma anche di un tracciamento che, secondo De Vynk, aggira le limitazioni imposte da iOS e Android. Nonché di uno strumento che limita o persino vanifica gli sforzi a tutela della privacy.

L'AD di Localytics sottolinea che, per quanto sarebbe possibile, non risultano loro clienti che abbiano usato questo tracker per "inseguire" utenti che hanno disinstallato un'app. Ehren Maedge di MoEngage ricorda invece che la scelta, se tracciare oppure no, sta allo sviluppatore finale dell'app e non dipende da loro.

De Vynk spiega che il tracker sfrutta il sistema di notifiche del sistema operativo, e in particolare la funzione silent push notification. Una notifica invisibile a chi usa il telefono, ma usata dalla singola app per aggiornare i contenuti. Se l'app non risponde, si presuppone che sia stata disinstallata e il tracker ne prende nota associando l'ID pubblicitario del dispositivo.

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A questo punto un network pubblicitario, o lo sviluppatore dell'app, può proporre annunci specifici solo a queste persone. Ed eventualmente si possono creare gruppi di persone accomunati da questa specifica azione, che avrebbero un certo valore sul mercato pubblicitario. Per ipotesi, ad esempio, quelli che hanno disinstallato un'app per il controllo della fertilità probabilmente sono neogenitori.

Tanto Apple quanto Google proibiscono di usare le notifiche silenziose per configurare gruppi di pubblico pubblicitari, ha spiegato Alex Austin (AD, Branch Metrics Inc.), che si aspetta dai due colossi un intervento in tempi brevi. Jeremy Gillula della Electronic Frontier Foundation commenta così: "come sviluppatore di app, mi aspetterei di poter sapere quante persone hanno disinstallato la mia app. Ma non arriverei a dire, come sviluppatore di app, di avere il diritto di sapere esattamente chi ha installato o disinstallato la mia app".

Che cos'è l'ID pubblicitario e come resettarlo

Come riporta l'articolo di Bloomberg, l'ID pubblicitario è lo strumento principe per identificare in modo univoco il dispositivo, smartphone o tablet, a fini pubblicitari – compresi quelli discutibili oggetto del reportage di Bloomberg. Come molte soluzioni di questo genere, di base è uno strumento utile ma se ne può abusare.

Ognuno di noi ha tuttavia un modo di difendersi, imperfetto ma se non altro semplice da usare; si può infatti resettare l'ID pubblicitario, e così facendo annullare ogni eventuale tracciamento. È un po' "ricominciare da zero", e in mancanza di soluzioni migliori lo si può fare periodicamente per assicurarsi che nessun pubblicitario spione stia abusando dei suoi poteri.

Su Android, la cosa più semplice è aprire Impostazioni, poi cercare "Google" o andare direttamente nella voce corrispondente. Qui si seleziona "Annunci" e successivamente ""Reimposta ID Pubblicità". Da qui è possibile anche disattivare le pubblicità personalizzate, per chi lo preferisce. Su iPhone e iPad, invece, bisogna andare in "Impostazioni>Privacy>Pubblicità" e qui selezionare "Ripristina ID pubblicitario".

L'effetto ottenuto è lo stesso in entrambi i casi: cambia il codice numerico che identifica il nostro smartphone nei database pubblicitari, di fatto annullando i dati storici fino a quel momento; l'ID precedente infatti smette di essere valido. Non è una soluzione perfetta ovviamente, ma chi è particolarmente attento alla privacy forse vorrà compiere questa operazione almeno ogni tanto.

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