A Shenzhen si sta combattendo una battaglia tecnologica che ridisegna gli equilibri globali nel settore dei semiconduttori. Mentre gli Stati Uniti continuano a rafforzare le restrizioni contro Huawei, il colosso cinese risponde con una strategia ambiziosa che punta all'autosufficienza tecnologica. Immagini satellitari hanno recentemente rivelato la costruzione di tre strutture produttive simili tra loro, avviata nel 2022, destinate alla produzione di chip avanzati. Un progetto su cui Huawei mantiene un rigoroso riserbo, ma che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella sfida tecnologica tra Cina e Stati Uniti.
Di fronte a ogni blocco imposto dall'amministrazione americana, l'azienda cinese ha saputo reinventarsi. Il primo ostacolo significativo si presentò quando gli USA inserirono Huawei nella Entity List del Dipartimento del Commercio, impedendole di collaborare con Google e di installare i Google Mobile Services di Android sui propri dispositivi. La risposta non si fece attendere: lo sviluppo di HarmonyOS, un sistema operativo proprietario.
La progettazione e produzione di chip rappresenta il fronte più critico della competizione tecnologica. Nel 2020, gli Stati Uniti hanno ampliato la Foreign Direct Product Rule (FDPR), bloccando l'accesso di Huawei ai semiconduttori all'avanguardia realizzati con tecnologia americana. Questa restrizione riguarda specificamente i chip con supporto 5G prodotti con nodi di processo inferiori a 10nm. Nonostante ciò, Huawei è riuscita a procurarsi chip 5G da SMIC, la più grande fonderia cinese e terza al mondo, che utilizza il suo nodo a 7nm di seconda generazione.
SMIC e altre aziende cinesi non possono acquistare le apparecchiature litografiche necessarie per produrre chip con nodi di processo a 5nm o inferiori. Nel frattempo, TSMC e Samsung Foundry si preparano a commercializzare semiconduttori realizzati con processo a 2nm. Ma Huawei non sembra volersi arrendere: circolano voci secondo cui l'azienda starebbe sviluppando un'alternativa alle macchine per litografia ultravioletta estrema (EUV), tecnologia essenziale per la produzione di chip all'avanguardia.
Dylan Patel, fondatore della società di ricerca e analisi sui chip SemiAnalysis, ha osservato un fenomeno senza precedenti:
"Huawei ha intrapreso uno sforzo straordinario per sviluppare internamente ogni componente della catena di approvvigionamento dell'IA, dalle apparecchiature per la fabbricazione dei wafer alla costruzione di modelli. Non abbiamo mai visto prima un'azienda tentare di fare tutto da sola".
Questa strategia di integrazione verticale totale rappresenta una risposta diretta alle restrizioni americane.
Le nuove strutture produttive di Huawei potrebbero non limitarsi ai processori per smartphone ma estendersi anche agli acceleratori per l'intelligenza artificiale, mettendo l'azienda in competizione diretta con Nvidia. Proprio il CEO di Nvidia, Jensen Huang, durante un incontro con la Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti USA, ha ammesso che la Cina è "molto, molto vicina" nella corsa ai chip avanzati.
Ironicamente, il divieto imposto dall'amministrazione Trump a Nvidia di vendere il suo ultimo chip IA H20 in Cina ha creato un vuoto di mercato che Huawei sta colmando con il suo chip Ascend. Questo rappresenta un classico esempio di come le restrizioni commerciali possano talvolta produrre l'effetto opposto a quello desiderato, rafforzando i concorrenti locali invece di indebolirli.
La strategia di Huawei si sta sviluppando su molteplici fronti: dal superamento delle restrizioni tecnologiche allo sviluppo di alternative locali, fino alla conquista del mercato interno cinese. La posta in gioco non è solo il successo commerciale di un'azienda, ma la stessa autonomia tecnologica della Cina in un settore considerato strategico per la sicurezza nazionale e lo sviluppo economico del Paese.
Mentre il mondo osserva questa partita a scacchi tecnologica, una cosa appare chiara: la corsa all'autosufficienza nei semiconduttori e nell'intelligenza artificiale sta ridisegnando non solo le strategie aziendali, ma anche le relazioni geopolitiche globali. E Huawei, nonostante le restrizioni, continua a dimostrare una straordinaria resilienza e capacità di adattamento in questo scenario in rapida evoluzione.