Una mossa che ha generato onde d'urto nel settore tecnologico globale: Google ha deciso di abbandonare Samsung per la produzione dei suoi chip Tensor, affidandosi al colosso rivale taiwanese TSMC a partire dalla serie Pixel 10. La notizia, che circolava da mesi negli ambienti specializzati, ha assunto i contorni di una vera e propria crisi per Samsung, che secondo fonti coreane sarebbe rimasta "scioccata" e starebbe ora conducendo un'indagine interna approfondita per analizzare le ragioni di questo cambio di rotta.
Fin dal debutto dei suoi processori personalizzati nel 2021 con il Pixel 6, Google si era appoggiata alla fonderia di Samsung per la fabbricazione dei chip Tensor. Una collaborazione che, tuttavia, non è mai stata esente da critiche. I Pixel mossi da processori Tensor si sono guadagnati la spiacevole reputazione di surriscaldarsi facilmente e di offrire un'autonomia della batteria incostante, problemi ampiamente attribuiti all'inferiorità del processo produttivo di Samsung rispetto a quello di TSMC. Quest'ultima, infatti, è da tempo il punto di riferimento del settore, producendo chip per giganti come Apple e garantendo maggiore efficienza energetica e una migliore gestione termica.
Secondo il media coreano The Bell, la decisione di Google ha causato un vero e proprio "shock" interno ed esterno a Samsung il mese scorso.
"La perdita di Google è un caso che mostra in un colpo solo i complessi problemi della fonderia Samsung", ha dichiarato una fonte del settore alla testata. "Comprendo che ci siano molte discussioni e preoccupazioni in corso anche a livello interno".
Le ragioni dietro la scelta di "Big G" sono molteplici e complesse. In primo luogo, vi sono le evidenti carenze tecniche della fonderia sudcoreana: rese inferiori nei processi produttivi più avanzati, un consumo energetico più elevato e una generale inefficienza che si è tradotta in un'esperienza utente non ottimale per i possessori di Pixel. Il passaggio al nodo a 3nm di TSMC per il futuro Tensor G5 – lo stesso utilizzato da Apple per i suoi chip della serie A – promette di risolvere gran parte di questi problemi, portando significativi miglioramenti in termini di durata della batteria e controllo del surriscaldamento, anche senza stravolgimenti nell'architettura delle CPU.
Ironia della sorte, i problemi per Google causati dalla partnership con Samsung non si limitano ai processori. Anche i modem Exynos forniti dalla casa coreana hanno mostrato prestazioni inferiori rispetto a quelli di Qualcomm e MediaTek, con un consumo energetico elevato e difficoltà a mantenere una connessione di rete stabile in aree con scarsa copertura. Sebbene il nuovo modem Exynos 5400 del Pixel 9 sembri un passo nella giusta direzione, il quadro generale dipinge una collaborazione che per Google è diventata più un peso che un vantaggio, costringendola a una decisione drastica ma inevitabile per il futuro della sua linea di smartphone.
Ma non si tratta solo di performance. The Bell cita anche una crescente competizione diretta tra i due giganti nel mercato degli smartphone. L'ingresso di Google nel settore dei dispositivi pieghevoli con il suo Pixel Fold, un mercato di cui Samsung è pioniere e leader indiscusso, avrebbe contribuito a incrinare i rapporti e a spingere Google a cercare un partner produttivo più neutrale.
A rendere la pillola ancora più amara per Samsung è la natura a lungo termine dell'accordo tra Google e TSMC. Le indiscrezioni suggeriscono un impegno che potrebbe estendersi almeno fino al Pixel 14. È possibile che, sebbene la notizia di un passaggio a TSMC fosse nell'aria, la durata pluriennale di questo nuovo sodalizio abbia colto di sorpresa i vertici di Samsung, trasformando un problema operativo in una crisi strategica.
L'attività di fonderia di Samsung è in difficoltà da tempo, avendo perso quasi tutti i clienti di rilievo negli ultimi anni a causa delle prestazioni non all'altezza dei suoi nodi produttivi. La perdita di Google, l'ultimo grande produttore di smartphone che ancora si affidava a lei, sembra essere stata la scossa necessaria per spingere l'azienda a una profonda riflessione. In risposta, la divisione Electronics di Samsung dovrebbe tenere una riunione strategica per discutere, tra gli altri argomenti, come rendere nuovamente competitiva la propria fonderia, pianificando una serie di cambiamenti dirigenziali e tecnici.