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L'UE vuole sburocratizzare e tagliare i costi di banda ultralarga e 5G

Attesa per il 10 febbraio prossimo la pubblicazione delle nuove regole Ue in materia di banda ultralarga e 5G.

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Avatar di Rossella Pastore

a cura di Rossella Pastore

Pubblicato il 26/01/2023 alle 14:57

Con la pubblicazione del Connectivity Package attesa per il 10 febbraio prossimo, la normativa in materia di banda ultralarga e 5G potrebbe essere rivista e semplificata. In primis, si parla di abbattere la burocrazia creando un mercato unico delle reti a livello europeo, e contestualmente sarebbe previsto un taglio dei costi a favore degli operatori, che potrebbero così recuperare risorse da investire per il miglioramento dell'infrastruttura.

I due documenti chiave sono già stati resi pubblici almeno in bozza. Sono il Gigabit Infrastructure Act e l'Access Reccomendation, che disciplinano rispettivamente l'abbattimento dei costi e la revisione delle norme.

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Per espandere l'infrastruttura e quindi la copertura, l'UE sarebbe pronta a ridurre significativamente sia il carico normativo (la burocrazia) che quello in termini di spese. Più nello specifico, l'obiettivo dell'Unione è di rendere la connettività Gigabit alla portata di tutti i cittadini e le tecnologie cloud e l'intelligenza artificiale sempre più parte della vita delle imprese (di almeno il 75% entro il 2030). Quanto al risparmio, invece, le telco potrebbero mettere da parte 40 milioni di euro l'anno altrimenti destinati alle spese amministrative. È importante che tutti i Paesi dell'UE siano connessi alla stessa velocità, che non ci siano cioè squilibri infrastrutturali e che venga abbattuta la barriera degli obblighi normativi troppo stringenti, sia con deroghe che con la totale abolizione.

In passato, diversi Paesi sono stati richiamati per aver ignorato parte del Codice delle comunicazioni elettroniche (Spagna, Croazia, Lettonia, Lituania, Irlanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Svezia).

Stando a quanto riporta la nostra fonte, l'UE lancerà a breve la consultazione pubblica su fair share per chiedere conto alle aziende – attraverso un questionario – dei loro piani di investimento sul fronte reti e cloud. A partire dai risultati, l'Europa arriverebbe a un calcolo preciso delle risorse necessarie a Telco e Ott per realizzare i progetti e potrebbe muoversi di conseguenza, disponendo eventualmente un contributo a carico delle piattaforme digitali nell'ambito dell'infrastrutturazione.

Fonte dell'articolo: www.corrierecomunicazioni.it

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