Microsoft può imitare iPhone e iPad ma senza clonare

Nel processo californiano fra Apple e Samsung sono stati presentati i documenti che certificano un accordo di cross licensing fra Microsoft e Apple. L'azienda di Redmond può produrre dispositivi simili a iPad e iPhone, a patto che non siano cloni. Intanto il Galaxy Ace e le edizioni internazionali del Galaxy S e del Galaxy S II sono stati esclusi dal dibattimento.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

I brevetti sul design dell'iPhone e dell'iPad sono stati concessi in licenza a Microsoft con un "anti-cloning agreement". Lo ha testimoniato ieri Boris Teksler, direttore Patent Licensing & Strategy di Apple, nel corso del processo contro Samsung. Microsoft ha diritto di usufruire delle proprietà intellettuali di Apple nella progettazione di telefoni e tablet, a patto che non realizzi prodotti identici a quelli della casa di Cupertino.

Microsoft e Apple hanno un accordo anti clone

La deposizione è servita a confutare la veridicità di quanto detto dallo stesso Teksler nei giorni scorsi, ossia che Apple aveva tentato la strada dell'accordo con Samsung, ma senza successo. Le disposizioni anti-clone risalgono al 1997, quando Microsoft e Apple sottoscrissero un accordo di non belligeranza che prevede l'impegno da entrambe le parti di non produrre prodotti identici a quelli della concorrente.

Questo è un punto che farà discutere, perché da un lato conferma che l'azienda di Cupertino non è disposta a tollerare copie conformi dei suoi prodotti, dall'altra sottintende che un'eventuale somiglianza fra i tablet Surface e l'iPad passerà in cavalleria, mentre un'imitazione analoga da parte di Samsung sfocerà nell'ennesima denuncia con tutto quello che ne segue.

Non si può parlare comunque di comportamento iniquo da parte di Apple: ogni azienda è libera di gestire il suo patrimonio brevetti come meglio crede (sempre che non si tratti di licenze FRAND) e a quanto pare Microsoft, che non è estranea agli accordi di licenza sui brevetti, è stata più lungimirante di Samsung.

Il Galaxy Ace è stato escluso dal dibattimento

L'unico aspetto che resta segreto è quanto abbia accettato di pagare Microsoft per mettere le mani sui progetti di Apple. In ogni caso Microsoft non ha accesso a tutti gli aspetti della progettazione di iPhone e affini: stando a quanto riporta AllThingsD Teksler ha specificato che la licenza non copre tutto, ci sono "gli intoccabili", ossia tutto quello che riguarda l'interfaccia utente dell'iPhone.

L'agenzia Reuters riferisce inoltre della testimonianza di Terry Musika, un ragioniere incaricato da Apple di conteggiare i danni da chiedere a Samsung. Musika ha stimato che nel periodo oggetto del dibattimento (dal 2010 al 2012) Samsung ha incassato 8,16 miliardi di dollari di fatturato grazie alla vendita di prodotti che violavano i brevetti Apple, come il Galaxy S prima versione. Samsung ne avrebbe tratto ricavi pari al 35,5%, da qui la richiesta di risarcimento di 2,75 miliardi di dollari.

Samsung ribatte che finora l'avversaria non ha presentato alcuna prova inattaccabile che dimostri eventuali violazioni di proprietà di Apple, e si gongola per la decisione del giudice Koh di escludere tre prodotti dal dibattimento: il Galaxy Ace, nonché le edizioni internazionali del Galaxy S e del Galaxy S II. In sostanza restano in gioco le varianti statunitensi degli smartphone sud coreani, che sono comunque sufficienti per far sperare Apple in una multa salata.

Quanto alla difesa, Samsung continua a cercare di far leva sui casi di prior art per dimostrare la sua innocenza. Dopo che è stato respinto il tablet di 2001: Odissea nello Spazio la sud coreana ha chiamato a testimoniare Benjamin Bederson, professore di scienze presso l'Università del Maryland e co-creatore di LaunchTile, un'interfaccia per smartphone di metà degli anni 2000 che fu usata anche sui PocketPC di Microsoft. Secondo la difesa LaunchTile aveva caratteristiche analoghe a quelle contenute nel brevetto numero 381 sul "bounce-back" contestato da Apple.

Mitsubishi DiamondTouc

Per difendersi dall'accusa di plagio del multitouch, invece, Samsung ha chiamato a testimoniare Adam Bogue, il creatore del DiamondTouch, un tavolo con tecnologia multitouch che era stato presentato da Mitsubishi Electric Research Laboratories (MERL). Fra le funzioni supportate c'era una gesture soprannominata FractalZoom, che avviava lo scorrimento dei contenuti con un tocco, consentiva di usare due dita per fare il pich to zoom e altro.

Bogue ha testimoniato che nel 2003 il prodotto fu mostrato a "forse una mezza dozzina di ingegneri hardware Apple" senza esito.