Nokia, rilanciare il brand è una sfida impossibile?

HMD Global è l'azienda che ha acquistato in esclusiva, per 10 anni, lo sfruttamento del brand Nokia per la realizzazione di smartphone e tablet. Riuscirà a risollevarne le sorti?

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a cura di Saverio Alloggio

HMD Global è l'azienda che detiene l'utilizzo esclusivo del brand Nokia per il mercato smartphone e tablet. Per poterne comprendere appieno la strategia e la forza economica, occorre necessariamente fare un passo indietro, fino al 2014, ovvero quando Microsoft ha acquisito la divisione Devices and Services di Nokia Corporation. Questo primo passaggio consente di sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi in merito all'operazione tra il colosso di Redmond e la storica azienda finlandese. Nokia Corporation non ha cessato di esistere dopo l'acquisizione, bensì ha ceduto a Microsoft la divisione che si era occupata di realizzare telefoni cellulari (oltre allo sfruttamento del brand Lumia e dei relativi brevetti).

Nokia 6 immagine corpo 2

L'accordo ha anche impedito a Nokia Corporation di realizzare smartphone fino al 2017. L'azienda però non è rimasta immobile, ed ha invece operato delle importanti acquisizioni. Una su tutte Alcatel-Lucent, la principale rivale nella realizzazione delle infrastrutture per le telecomunicazioni. Ma anche Withings, azienda operante invece nel settore dei wearable.

Il progetto Microsoft è invece naufragato, con i Nokia Lumia che, dopo un inizio incoraggiante sul mercato, hanno subito un'importante flessione. Si è arrivati dunque al 18 maggio 2016, data che ha segnato l'ingresso in scena di HMD Global. La neonata azienda finlandese (fondata qualche giorno prima) ha acquisito dal colosso di Redmond la divisione Devices and Services, oggetto dell'operazione di due anni prima. HMD Global ha contemporaneamente siglato un accordo con la rimanente Nokia Corporation per lo sfruttamento esclusivo del brand nel mercato smartphone e tablet, oltre alla possibilità di utilizzare brevetti tecnologici e diritti sul design. 

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Questo secondo passaggio consente di sfatare un altro luogo comune molto diffuso in merito a questa vicenda. HMD Global è stata spesso accusata di non avere nulla a che vedere con la Nokia storica, l'azienda che ha dominato per un decennio il mercato della telefonia. In realtà non è così, e questo risulta in maniera evidente dando un'occhiata al management.

Il CEO è Arto Nummella, ex dipendente Nokia dal 1994. La carica di Presidente è ricoperta da Florian Seiche, anche lui ex dipendente, con un passato in Siemens, Orange e HTC. Infine, nel consiglio di amministrazione, c'è un rappresentante di Nokia Corporation, al fine di controllare il corretto utilizzo del brand.

Ci sarebbero dunque tutte le competenze per poter far rivivere i fasti del passato. L'attuale mercato smartphone però, visto il livello di saturazione, necessita di importanti investimenti economici. In questo caso può intervenire Smart Connect LP, fondo di investimenti "private equity" proprietario di HMD Global, guidato da Jean-François Baril, Vice Presidente Senior di Nokia dal 1999 al 2012.

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In tutto questo si innesta Foxconn. L'azienda taiwanese, attraverso la sussidiaria FIH Mobile, è infatti proprietaria di una quota di Nokia Corporation. Ecco completarsi definitivamente il mosaico: l'azienda finlandese fornisce know-how licenze e brand, mentre HMD Global e Foxconn si occupano di produzione, marketing e vendita.

Questa complessa organizzazione ha, sulla carta, competenze e forza economica per realizzare dispositivi che siano assolutamente all'altezza della storia del brand. Ne è la prova Nokia 6, il primo smartphone Android di questa collaborazione, che sta ricevendo pareri unanimemente positivi. 

La vera sfida impossibile partirà dal Mobile World Congress, con la presentazione di tre nuovi smartphone, uno dei quali sarà il tanto atteso top gamma. Competenza, forza economica, legame con il passato (grazie anche a quella che potrebbe essere una perfetta operazione nostalgia con il reboot della serie N).

Perché dunque titolare sfida impossibile? Semplicemente perché il ritardo accumulato nei confronti dei diretti concorrenti è enorme. Il nuovo brand Nokia si troverà a dover competere con aziende che vendono centinaia di milioni di smartphone all'anno, godendo della medesima reputazione in seno agli utenti. Senza dimenticare la schiera degli arrembanti brand cinesi. Sfida impossibile dunque per HMD Global, così come però era impossibile pensare, qualche anno fa, alla caduta del gigante Nokia.

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