Pochi AMOLED, un problema per i terminali Android

Gli smartphone Android puntano molto sugli schermi AMOLED come punto di vendita. Purtroppo la produzione stenta a decollare e le prospettive non sono delle migliori. Samsung e LG hanno in mano tutto il settore.

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a cura di Manolo De Agostini

La produzione di AMOLED non decolla e questo potrebbe sollevare qualche problema nel mercato degli smartphone Android. Qualche avvisaglia era giunta la settimana scorsa (HTC punta su AMOLED e LCD IPS, rischio confusione), ma alcuni dati sul lungo periodo svelati da iSuppli fanno maggior chiarezza (e non mettono di buonumore).

Le vendite di schermi AMOLED di piccole dimensioni (per iSuppli si parla dai 9 pollici in giù) dovrebbero raggiungere le 184,5 milioni di unità entro il 2014 (20,4 milioni del 2009). Una crescita elevata, ma che a quanto pare non basterà a imporsi sugli LCD a matrice attiva, che dovrebbero raggiungere gli 1,75 miliardi di unità entro il 2014 (1,3 miliardi nel 2009).

"A iniziare dal Nexus One, gli smartphone Android hanno adottato schermi AMOLED come fattore di differenziazione rispetto allo schermo AMLCD dell'iPhone", ha dichiarato Vinita Jakhanwal, analista di iSuppli. "L'aumento della domanda, combinato con una produzione ridotta ha portato a una disponibilità limitata degli AMOLED".

Al momento Samsung e LG sono gli unici produttori di schermi AMOLED. Samsung ha stanziato un totale di 2,2 miliardi di dollari entro il 2012 per incrementare la capacità produttiva, mentre LG vende un numero inferiore di pannelli e non sembra avere progetti in merito.

Fortunatamente le taiwanesi AU Optronics e TPO Display dovrebbero iniziare a produrre AMOLED tra la fine dell'anno e l'inizio del 2011, anche se occorrerà del tempo per la produzione in volumi.

HTC Desire ha lo schermo AMOLED

Dati i pochi produttori e i volumi non elevati, le aziende del settore smartphone hanno paura che eventuali ritardi o la mancanza di schermi possano abbattersi negativamente sulla disponibilità dei loro prodotti. A fronte di una domanda elevata, ha affermato iSuppli, ci sono alcuni motivi per cui non vengono realizzati rapidamente impianti di produzione.

Il primo è che l'AMOLED è una nuova tecnologia. Gli impianti di AMLCD sono più maturi e hanno meno costi totali. Il secondo è che AMOLED significa anche nuovo processo produttivo e quindi rese non ottimali. Il terzo aspetto è ancora più economico: gli AMLCD stanno migliorando la propria qualità ed esercitano una pressione sui prezzi degli schermi che ritarda un ritorno sui  grandi investimenti fatti dai produttori di AMOLED.

Insomma, nei prossimi anni saranno Samsung e LG a determinare l'evoluzione dell'AMOLED da tecnologia di nicchia a soluzione competitiva sul mercato.

"Nel complesso, i produttori di cellulari stanno spingendo per far sì che chi realizza gli AMOLED inizi una vera produzione in volumi. In un mercato che sta diventando molto competitivo e pone l'accento su aspetti peculiari e migliori prestazioni, l'AMOLED potrebbe offrire ai produttori di smartphone la possibilità di operare scelte cruciali e necessarie con le quali differenziare i propri prodotti", ha concluso iSuppli.