Schmidt, ex CEO di Google: “Huawei passa i dati alla Cina”

Eric Schmidt, ex CEO di Google, ha rilasciato un'intervista alla BBC Radio 4 lanciando pesanti accuse nei confronti di Huawei.

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a cura di Lucia Massaro

"Huawei pone sfide alla sicurezza nazionale e ha adottato pratiche inaccettabili". Sono queste le parole rivolte al colosso di Shenzhen da Eric Schmidt, ex CEO di Google che lo scorso maggio ha abbandonato anche la carica di presidente del consiglio di amministrazione di Alphabet. Ora, Schmidt presiede il Consiglio per l’innovazione della difesa del Pentagono. È in tali vesti che ha lanciato dure accuse alla compagnia asiatica.

In un’intervista rilasciata alla BBC Radio 4, Schmidt ha affermato che le informazioni provenienti dai router Huawei sarebbero finite nelle mani del governo cinese. Accuse smentite da Victor Zhang (capo di Huawei UK) secondo cui tali affermazioni non sarebbero supportate da prove. Ancora una volta, il colosso asiatico ha ribadito di essere indipendente da qualsiasi governo, compreso quello di Pechino.

Oltre ai potenziali rischi per la sicurezza nazionale, pare che il problema sia la minaccia alla leadership americana rappresentata da Huawei che è riuscita a giocare un ruolo da protagonista a livello mondiale, costruendo soluzioni migliori rispetto alla concorrenza. Secondo quanto riportato dalla BBC, Schmidt ha affermato “la risposta è competere con un prodotto e una linea di prodotti altrettanto validi”.

Parlando della potenza che la Cina nell’innovazione tecnologica, Schmidt ammette che devono essere eliminati i pregiudizi secondo cui “i cinesi sono molto bravi a copiare” in quanto – dichiara – “sono altrettanto bravi, e forse migliori, dell’Occidente in settori chiave di ricerca e innovazione”. Per l’ex di Alphabet, l’Occidente dovrebbe investire maggiormente nella ricerca, assicurare una maggiore collaborazione tra settore privato, stato e mondo accademico ed essere aperto ai migliori talenti di tutto il mondo.

Insomma, ancora una volta gli Stati Uniti accusano Huawei di minacciare la sicurezza nazionale mettendo in atto azioni di spionaggio in favore del governo cinese. Intanto, il ban contro il colosso cinese continua mentre gli USA fanno un passo indietro sul 5G aprendosi alla collaborazione con la società asiatica.

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