Smartphone Google modulare: Project Ara in foto

Il primo smartphone modulare di Google si mostra. Il Project Ara è affascinante per il suo potenziale. Farà la felicità di smanettoni e paesi emergenti.

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a cura di Dario D'Elia

Il nuovo smartphone modulare di Google, Project Ara, è stato finalmente svelato in ogni dettaglio. Durante l'ultima conferenza degli sviluppatori organizzata dalla divisione Advanced Technology and Projects (ATAP), il primo prototipo ha iniziato a passare di mano. Com'è risaputo il kit di sviluppo è disponibile da una settimana.

Al primo sguardo ispira simpatia, se non altro perché sembra un blocco di LEGO. Ogni modulo si aggancia al telaio metallico principale e nasconde la circuiteria specifica di cui un terminale moderno non può fare a meno. Si pensi ad esempio al SoC, RAM, Wi-Fi, lo schermo, etc. Si parla di interconnessioni capacitive. Per altro le caratteristiche magnetiche dei moduli permettono anche di giocare con il posizionamento, fermo restando il fatto che gli alloggiamenti sono di tre dimensioni.

L'idea di fondo è che si possa personalizzare il proprio dispositivo e ovviamente ampliare nonché migliorare nel tempo le sue caratteristiche. Come riportano i colleghi di Engadget siamo ancora lontani da un prodotto finito – non è stato neanche acceso durante la presentazione, ma per il 2015 dovrebbe essere tutto pronto.

Project Ara

A chi si rivolge questo prodotto? Sicuramente agli smanettoni che sognano la libertà di potersi personalizzare in maniera estrema lo smartphone. Google però pensa anche ai paesi emergenti: quei 5 miliardi di persone che hanno un terminale base e possono permettersi poco di più. Con 50 dollari di costo produttivo per realizzare un Ara in versione base (schermo, Wi-Fi e processore) ecco un terminale entry-level concorrenziale. Leghi a te un nuovo cliente, che quando potrà permetterselo doterà il suo cellulare di fotocamera, A-GPS e altri gingilli. Poi che dire di eventuali rotture o sostituzioni? Tutto facile, basta cambiare un modulo e si può fare da soli.

Bisogna però risolvere qualche difetto. Lo smartphone modulare è ancora un po' ingombrante e pesante. Lo spessore non è il massimo e anche la batteria pare non essere molto efficiente. Piccoli dettagli.

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Personalmente credo che l'idea sia molto carina. Da qui a qualche anno potrebbe contagiare anche gli altri marchi. Un qualsiasi prodotto modulare offre grandi vantaggi in termini di efficienza di gestione. Per di più l'aggiornamento hardware può davvero rispettare le proprie esigenze personali. Magari a qualcuno interessa soprattutto la fotocamera, ad altri lo schermo principale, ad altri ancora un SoC ultra potente per giocare. Basta immaginare per ogni modulo più scelte e prezzi diversi in relazione alla qualità.

Anche sul fronte del design c'è potenziale, a patto ovviamente che il modulo principale venga ridotto al minimo indispensabile. Ci vuole poco ad immaginarlo ultra-sottile magari di una lega metallica leggera e resistente. Insomma, Project Ara libera la fantasia. Ma rischia di legarti per tutta la vita a un unico produttore. A meno che domani qualcuno non si inventi l'interoperabilità modulare. Ma questa è davvero un'altra storia.