Lollipop e il nuovo approccio ai Nexus

Android TV, Android Auto, Android Wear, Material Design, applicazioni Android su Chrome. Sono molti gli elementi che hanno permesso a Google di portare la propria piattaforma su moltissimi dispositivi di ogni genere e dimensioni. Nel frattempo i produttori Android si avvicendavano al vertice della concorrenza.

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a cura di Tom's Hardware

Lollipop e il nuovo approccio ai Nexus

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L'autunno è tradizionalmente il momento per una nuova versione di Android e un nuovo Nexus. Nell'ottobre 2014 fu il turno di Lollipop e ben tre nuovi dispositivi Nexus: il Nexus 6, il Nexus 9 e il Nexus Player.

Dopo diversi anni di design Holo, Matias Duarte e il suo team introdussero il Material Design, in Android 5.0 Lollipop. I cambiamenti si vedevano: colori più chiari, caratteri più piccoli e un design meticoloso costruito sull'idea di strati di carta. La risposta del pubblico fu variegata, in particolare quella dei più appassionati, ma nel settore l'accoglienza fu in generale positiva.

Per la prima volta gli sviluppatori potevano testare le versioni future di Android su dispositivi Nexus, mesi prima che fosse della versione definitiva.

Il Material Design, e molte delle migliaia di nuove API, furono proposti agli sviluppatori in anticipo con la developer preview di Android L (come era chiamato). Per la prima volta gli sviluppatori potevano testare le versioni future di Android su dispositivi Nexus 5 e Nexus 7, mesi prima che fosse pubblicata la versione definitiva.

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C'erano molte cose da apprezzare in Lollipop, a parte il design. Il nuovo processo di setup Tap and Go rendeva molto semplice passare da uno smartphone Android all'altro, la modalità ospite (Guest Mode) e le applicazioni fissate (pinned) erano utili nel caso si fosse dovuto prestare il telefono a qualcun altro, mentre Overview, la nuova gestione del multitasking, rendeva più semplice passare da un'applicazione all'altra e tenere traccia di quelle in esecuzione. Naturalmente c'era un po' di Motorola in questo, in particolare la possibilità di dire "OK Google" con il telefono in standby; la funzione Ambient Display mostrava alcune informazioni sullo schermo anche in stato di riposo. Nell'insieme molte buone cose, anche per chi non amava particolarmente l'estetica del Material Design.

Con Lollipop arrivarono anche molti bug, com'era prevedibile. Furono risolti ragionevolmente in fretta con gli aggiornamenti, che a loro volta ci misero parecchio per raggiungere quegli smartphone senza il nome Nexus scritto sopra. Le prime versioni di Lollipop su alcuni modelli, per esempio il Moto X o il Galaxy Note 4, non erano qualcosa di cui andare orgogliosi. Android 5.1.1 risolse la maggior parte dei problemi, e Lollipop si rivelo un valido aggiornamento per produttività, stabilità e sicurezza.

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Dal punto di vista dell'hardware, i tre nuovi dispositivi introdotti da Google mostravano cosa fosse possibile fare.

Il Nexus 6 prodotto da Motorola era un modello da 6 pollici che richiamò l'attenzione di praticamente chiunque. Al di là delle dimensioni – era sicuramente enorme – fu il prezzo a cogliere molti di sorpresa. Ci si aspettava che Google facesse di nuovo uno smartphone ben realizzato a un prezzo competitivo, ma il Nexus 6 costava quanto qualsiasi altro dispositivo di fascia alta. L'eccezionale qualità costruttiva di Motorola e il nuovo sistema operativo di Google non erano sufficienti, per la maggior parte delle persone, a giustificare il prezzo di oltre 500 euro. I commenti online erano moltissimi, alcuni dei quali molto "coloriti". Ciò non toglie che il Nexus 6 era uno dei migliori telefoni usciti nel 2014, almeno per chi riusciva a impugnarlo, viste le sue dimensioni. E oggi lo si può trovare a un prezzo molto più vantaggioso.

Il Nexus 9 portava due grandi novità nel mondo dei tablet Android: hardware a 64 bit e schermo con proporzione 4:3. 

Era anche il momento di un nuovo tablet, che per l'occasione riunì Google, HTC e Nvidia nel Nexus 9. Portava due grandi novità nel mondo dei tablet Android: hardware a 64 bit e schermo con proporzione 4:3. Dal punto di vista del software, il Nexus 9 soffriva dei problemi di gioventù di Lollipop così come il Nexus 6, e inoltre i primi modelli avevano qualche problema nella qualità dell'assemblaggio. Anche questo dispositivo aveva un prezzo molto alto, e fu accolto solo tiepidamente all'inizio. Alla fine i problemi furono risolti, compreso quello del prezzo, e il Nexus 9 si rivelò un buon tablet per tutti gli amanti di Android. La proporzione dello schermo resta probabilmente poco adatta ai video, i film in particolare, ma il SoC Nvidia Tegra K1 a 64 bit con GPU Kepler di certo è all'altezza.

Lollipop aveva anche una "estensione" nel salotto con Android TV. Il cuore era sempre Android Lollipop, ma con funzioni specializzate per un'interfaccia più grande, da 3 metri, che andava a sostituire la defunta Google TV. Affinché gli sviluppatori potessero testare questa interfaccia da 3 metri, era necessario hardware di riferimento, ed ecco il Nexus Player. Era un oggetto piccolo e nero, con opzioni di connessione molto basilari: HDMI, alimentazione e USB – e hardware poco potente per cui molti ne restarono delusi. L'idea era di collegare il Nexus Player alla TV, loggarsi con l'account Google e godersi giochi e applicazioni per l'intrattenimento.

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Sfortunatamente il processore Intel Atom del Nexus Player non era abbastanza potente, e con 8 GB di memoria non ci si potevano installare molte cose. Il Nexus Player – in particolare l'hardware Intel – era un ottimo riferimento per gli sviluppatori, ma i consumatori non erano felici, e di certo non lo si può raccomandare a meno che non vogliate un'alternativa (più costosa) alla Google Chromecast.