TikTok, le restrizioni cinesi potrebbero compromettere la vendita in USA

Pechino ha imposto nuove restrizioni sull’esportazioni di tecnologie di intelligenza artificiale. ByteDance, società madre di TikTok, potrebbe essere costretta a richiedere il permesso al governo cinese.

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a cura di Lucia Massaro

L’affaire TikTok continuerà a far parlare di sé ancora per molto tempo. Secondo alcune fonti ritenute affidabili, infatti, la società madre ByteDance sarà costretta a richiedere l’approvazione del governo cinese per vendere la popolare applicazione a società americane per poter continuare a funzionare anche negli Stati Uniti. Questo perché Pechino ha imposto nuove restrizioni sull’esportazioni di tecnologie di intelligenza artificiale.

Tutto ciò potrebbe provocare ritardi nelle trattative o addirittura far saltare qualsiasi possibile accordo. Come riferisce Bloomberg, le tecnologie AI come il riconoscimento vocale e testuale e quelle che analizzano i dati per la creazione di contenuti personalizzati sono state inserite in un elenco preesistente di prodotti da parte del Ministero del Commercio cinese. Tecnologie per cui sono necessari permessi governativi per i trasferimenti all’estero. Il motivo sarebbe quello di “salvaguardare la sicurezza economica nazionale”.

Se ByteDance non troverà un accordo con un’azienda statunitense, sarà costretta a dire addio al mercato americano. L’amministrazione Trump, infatti, vede TikTok come un rischio per la sicurezza nazionale e per la protezione dei dati degli utenti. L’unica soluzione sarebbe vendere la “divisione” degli Stati Uniti a una società americana.

ByteDance ha dichiarato di essere a conoscenza delle nuove restrizioni e di voler rispettare rigorosamente le normative di Pechino. La compagnia asiatica, dunque, si trova costretta a trovare una soluzione che possa mettere in accordo entrambi i governi. I principali contendenti per il momento sono Microsoft e Oracle, con il colosso di Redmond che ha intenzione di chiudere le trattative entro il 15 settembre. Insomma, la situazione si complica e qualsiasi accordo potrebbe slittare fino a dopo le elezioni presidenziali USA che si terranno a novembre.

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