Tim, Vodafone e altri contro il diritto a cambiare operatore

Gli operatori di telefonia vogliono che il garante per la comunicazione limiti la portabilità dei numeri di telefono. Niente passaggi agevolati per chi non paga, e comunque dovremmo tenerci la stessa SIM almeno per trenta giorni.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Tim, Wind, Vodafone e Tre hanno chiesto all'AGCOM di limitare il diritto alla portabilità dei numeri di telefono cellulari. Il motivo è che ci sarebbero troppi utenti che fanno i furbi: cambiano operatore per non pagare le bollette insolute, oppure girano come trottole da un contratto all'altro per sfruttare tutti gli sconti possibili e le offerte con gli smartphone alla moda.

Ne parla La Repubblica oggi in edicola, scrivendo che la portabilità del numero è ormai un problema gravissimo, che sta portando agli operatori di telefonia mobile ammanchi milionari in bilancio. Per non parlare dei clienti morosi in abbonamento con addebito su carta di credito, che avrebbero superato il livello di guardia.

Gli operatori non vogliono che i clienti passino continuamente da un'offerta all'altra

La richiesta che è stata recapitata al tavolo tecnico dell'AGCOM è che l'Authority limiti il diritto a conservare il proprio numero di telefono nel caso in cui il cliente abbia pagamenti in sospeso con l'operatore di provenienza. Inoltre si chiede che i clienti siano obbligati a tenersi la SIM almeno per un mese prima di passare alla concorrenza.

L'AGCOM per il momento ha risposto picche: il commissario Antonio Preto ha spiegato al quotidiano che "quello alla portabilità è un diritto fondamentale del cliente che deriva dalla normativa UE. Si tratta, dunque, di una prerogativa quasi intoccabile del consumatore. Gli operatori si sentono frodati? Hanno nel codice civile tutti gli strumenti di rivalsa contro i clienti morosi".

Però, ammonisce Preto, bisogna identificare univocamente la definizione di "moroso" per evitare che qualcuno sfrutti il pretesto di lievi ritardi nei pagamenti per obbligare il cliente a non cambiare operatore.

Certe offerte non si possono rifiutare

Il commissario frena anche sul vincolo temporale, spiegando che l'altalena da un'offerta all'altra per sfruttare il più possibile i vantaggi offerti dal mercato è un effetto positivo della concorrenza, non un atteggiamento scorretto da fermare. E, aggiungiamo, ci sono ricerche che dimostrano come il passaggio da un operatore all'altro abbia i suoi vantaggi.

Insomma, in un paese dove le tariffe telefoniche non sono certo a buon mercato lasciateci almeno il diritto di cercare l'alternativa più conveniente. Poi non prendiamoci in giro: se c'è chi dribbla continuamente fra TIM, Vodafone, Tre e Wind è perché sono gli operatori stessi a volerlo. Le offerte più convenienti non a caso sono quasi sempre riservate ai nuovi clienti, e vengono pensate apposta per rubare utenti alla concorrenza. È evidente che il sistema fa guadagnare tutti, altrimenti sarebbe caduto in disuso da tempo.