Troppi stupri in India, arriva pulsante SOS per smartphone

Il governo indiano ha stabilito che, a partire da gennaio, 2017, tutti gli smartphone dovranno avere modulo GPS e tasto dedicato per contattare la polizia: una misura che si è resa necessaria per rispondere alla lunga serie di stupri avvenuti nel Paese.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Modulo GPS per essere rintracciati facilmente e tasto "anti-panico" col quale inoltrare in maniera automatica e veloce una richiesta di soccorso alla polizia: sono queste le due misure stabilite dal governo indiano per cercare di arginare la lunga catena di stupri che ha colpito donne e bambine a partire dall'ormai lontano 2012.

Le misure diventeranno obbligatorie a partire da gennaio 2017 per quanto riguarda il pulsante anti-panico e da gennaio 2018 per l'integrazione obbligatoria del GPS, come stabilito tramite una circolare del Ministero delle Telecomunicazioni di New Delhi.

smartphone rep

L'obiettivo è di fornire uno strumento più efficace alle forze dell'ordine che consenta di soccorrere più velocemente le donne in pericolo, visto che tra l'altro l'India attualmente non ha un numero unico per effettuare le chiamate di emergenza.

Sui cellulari tradizionali sarà sufficiente premere in sequenza i tasti 5 e 9 per lanciare l'allarme, mentre gli smartphone dovranno avere appunto un tasto dedicato o almeno un sistema che consenta di lanciare un SOS, ad esempio premendo velocemente tre volte di seguito il tasto di accensione. Questa seconda soluzione tra l'altro consentirebbe di non tagliare fuori gli smartphone già esistenti, che potrebbero ricevere un semplice aggiornamento firmware per guadagnare la nuova funzione.

"La tecnologia deve essere usata per migliorare la qualità della vita e quindi anche per la sicurezza delle donne" ha dichiarato il ministro delle Telecomunicazioni Ravi Shankar Prasad durante la conferenza stampa in cui ha annunciato il provvedimento.

Quella dello stupro in India è purtroppo una grave piaga sociale: si stima infatti che si verifichi uno stupro ogni 22 minuti, ma secondo gli attivisti i numeri sarebbero ben più elevati perché sarebbero moltissime le vittime che non denunciano le violenze subite.