Uber pronta allo sbarco a Wall Street: IPO da 100 miliardi di dollari!

L'offerta pubblica iniziale di Uber è la più attesa dal 2014, anno in cui il gigante cinese Alibaba ha fatto il proprio ingresso a Wall Street.

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a cura di Saverio Alloggio

Uber si prepara a scuotere Wall Street. La celebre app che offre un servizio di trasporto automobilistico privato - spesso al centro di polemiche e proteste - opererà il proprio collocamento azionario nel corso del prossimo mese. Si tratta dello sbarco più atteso dal 2014 (anno in cui avvenne quello del colosso cinese Alibaba) presso la Borsa di New York. Merito delle previsioni sull'IPO (offerta pubblica iniziale) che, secondo gli analisti, dovrebbe toccare i 100 miliardi di dollari.

Merito soprattutto dell'incredibile crescita vissuta da Uber in questi 10 anni dalla sua nascita. Divenuta leader del trasporto alternativo, il suo servizio è ormai attivo in 60 paesi, con la società che recentemente ha allargato il proprio raggio d'azione anche ai settori della consegna dei pasti e della logistica. In realtà però, non è tutto oro ciò che luccica: lo scorso anno ci sono state perdite, sul piano operativo, di circa 1,8 miliardi di dollari (così come specificato nella documentazione depositata presso la Sec), e solo la cessione di alcuni asset ha permesso di registrare in profitto netto di 997 milioni di dollari.

Di contro però il giro d'affari, nel 2018, è stato di 11,3 miliardi di dollari, con una crescita del 42%. L'IPO però arriva in un contesto particolare, con i giganti dell'hi-tech che non stanno riuscendo a convincere appieno i mercati, complici una serie di timori suscitati anche da questioni di natura politica (come le tensioni tra Cina e Stati Uniti). Non a caso, per l'offerta pubblica iniziale di Uber si è parlato di circa 120 miliardi di dollari, cifra poi evidentemente ritoccata al ribasso.

In ogni caso, lo sbarco a Wall Street di Uber potrebbe consentire al servizio di operare una nuova espansione. Chissà che nei prossimi anni possa esserci una maggiore diffusione anche nelle città più piccole, e da questo punto di vista l'Italia potrebbe essere toccata direttamente. La sensazione comunque è che il concetto di trasporto automobilistico privato sia destinato a imporsi sempre più nel settore in ottica futura.

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