Viber imita Skype, ma sulla privacy è debole

L'applicazione VoIP Viber sta spopolando su iPhone. Gratuita, immediata e senza bisogno di registrazione. Sul fronte privacy non convince la considerazione che la rubrica utente faccia parte degli asset aziendali.

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a cura di Pino Bruno

Viber è l'applicazione VoIP per cellulari più chiacchierata del momento. È gratuita e, a differenza di Skype, non richiede alcuna registrazione. Insomma, uso immediato, senza i fastidi connessi a Skype (contatti da accreditare, eccetera). Testato in rete 3G e in Wi-Fi sembra funzionare bene. Audio pulito, vaghi accenni di ritardo, stabilità della connessione. Ovviamente gli interlocutori devono avere entrambi l'applicazione su iPhone.

Viber

L'unica formalità da espletare dopo  l'installazione è digitare un codice di quattro cifre che arriva immediatamente, con un sms. E poi invitare amici e parenti, vicini e lontani, a fare la stessa cosa. La rubrica telefonica è simile a quella di iPhone, per evitare smarrimenti. Se il contatto ha già Viber sul suo smartphone, la telefonata può cominciare.

Viber è un approccio ghiotto alle conversazioni internazionali. Non si spende proprio nulla. Farà furore tra i giovanissimi, sempre a corto di credito telefonico. I numeri parlano chiaro: un milione di download in meno di ottanta ore. Roba da Guinness della rete.

E non è finita. Su Viber sono in arrivo anche gli sms gratuiti…

L'unico difetto, ma forse bisognerebbe dire perplessità riguarda la privacy. L'applicazione infatti memorizza tutti i contatti presenti nella rubrica dell'utente sui suoi server. Il contratto è chiaro al riguardo: saranno protetti in ogni modo ma vengono considerati parte integrante dell'asset aziendale. In presenza di vendita o acquisizione gli utenti saranno disarmati…

ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione