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a cura di Alessandro Crea

Al Mobile World Congress che ha appena aperto i battenti a Barcellona Vivo ha mostrato Apex, un interessante concept di smartphone che forse rappresenta il futuro del fingerprint su questo tipo di dispositivi. Apex infatti è dotato di una soluzione in-screen che mostra un'area sensibile grande circa un terzo del display, sulla quale poggiare il dito da scansionare. ‎Si tratta di un metodo di autenticazione biometrica che potrebbe rivelarsi il migliore in assoluto, visto che elimina la necessità di scomodi sensori posteriori o complesse soluzioni di rilevazione del volto.

Il prototipo in realtà è l'evoluzione di un altro modello, presentato inizialmente lo scorso anno al CES di Las Vegas e poi giunto sul mercato in Cina sotto il nome di ‎‎X20 Plus UD.‎ Questa tecnologia inoltre è interessante perché consente di scansionare non solo una, ma anche due dita assieme per garantire ad esempio maggior sicurezza nell'accesso a determinati file.

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Vivo per il momento non ha chiarito se, come per l'X20 Plus UD, anche questo prototipo usa una soluzione Synaptics oppure no. Il funzionamento comunque sembra molto simile, con lo smartphone che deve necessariamente utilizzare uno schermo OLED e che illumina l'area per la scansione al momento stesso in cui si poggia il dito sullo schermo. Chi ha avuto modo di provarlo ha affermato che non è veloce quanto le soluzioni tradizionali e che dà risultati migliori pigiando il dito anziché poggiandolo semplicemente, ma comunque funziona.

Questa soluzione tra l'altro consente ai produttori di diminuire ulteriormente le cornici. Vivo Apex infatti ne è sprovvisto su tre lati, mentre sul bordo inferiore è presente ma è comunque molto sottile. L'eliminazione del bordo superiore ha poi spinto Vivo a cercare anche soluzioni alternative per la fotocamera anteriore. Scartata l'ipotesi "notch" usata da Apple ma non molto apprezzata, Vivo ha optato per un meno invasivo meccanismo a scomparsa, in cui la fotocamera è montata su una slitta estraibile, che emerge come un periscopio dal bordo superiore dello smartphone.

Un altro problema a cui infine Vivo ha dovuto far fronte con l'eliminazione della lunetta superiore è l'eliminazione della capsula e la necessità di trovare altre vie per la riproduzione dell'audio in chiamata. Xiaomi col suo Mi Mix aveva adottato una tecnologia piezoelettrica, simile alla conduzione ossea del suono. Vivo ha invece optato per una soluzione completamente diversa, che fa vibrare l'intero display come se fosse la membrana di un altoparlante e che consente quindi di sentire l'audio anche senza tenere lo smartphone poggiato sull'orecchio.

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Vivo Apex è soltanto un prototipo e il produttore non ha parlato di programmi di commercializzazione. Lo smartphone comunque propone soluzioni davvero interessanti per gli handset del futuro, che andranno magari affinate e sviluppate, ma che sicuramente indicano la strada per l'immediato futuro.


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