Windows Phone 7 ci spiava come iOS e Android

Microsot ha ammesso che Windows Phone 7 aveva un bug che provocava l'invio involontario di dati relativi alla localizzazione. Il problema è stato risolto con l'aggiornamento a Mango, ma le denunce restano.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft ha ammesso che Windows Phone 7 aveva un bug relativo ai servizi di localizzazione, a causa del quale gli smartphone trasmettevano i dati della fotocamera, anche senza l'autorizzazione dei proprietari. Le prime accuse erano state espresse alcune settimane fa, e c'era stata anche una denuncia, presentata al tribunale di Seattle.

L'azienda aveva negato le accuse per diverso tempo, ma recentemente ha ammesso che il sistema operativo mobile aveva il difetto indicato. Il problema è stato però risolto con l'aggiornamento alla versione 7.5, nota come Mango e distribuita ieri.

Localizzazione in Windows Phone 7

L'argomento era stato evidenziato dal ricercatore Rafael Rivera, già noto per il suo lavoro sul jailbreak di Windows Phone 7. Ed è stato sempre lui a rilevare che la nuova versione del sistema operativo non presenta più il problema, e che ora il comportamento di WP7 sarebbe "perfettamente allineato alla lettera che Microsoft aveva mandato al parlamento".

Microsoft in verità aveva cominciato subito a indagare sulla questione, e dopo la diffusione di Mango  ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale sarebbero state completate "l'indagine sul servizio di localizzazione di Windows Phone, e sull'invio involontario di informazioni riguardanti l'access point Wi-Fi e le torri di comunicazione per cellulari". L'azienda ha inoltre aggiornato le pagine riguardanti la privacy.

Resta ancora una "versione minore" di questo bug, che si verifica quando, con Windows Phone 7.5, si accede alla versione "Me" nel People Hub. "Questo comportamento non è voluto e sarà eliminato con il prossimo aggiornamento pianificato di Windows Phone 7.5".

Chi vuole stare del tutto tranquillo tuttavia può sempre scegliere disattivare del tutto i servizi di localizzazione, anche se in questo modo si perdono alcune funzioni e caratteristiche del sistema operativo.

La vicenda di Microsoft risulterà familiare almeno ai più attenti, visto che in passato tanto Apple (L'iPhone spia: perché archivia i nostri spostamenti?) quanto Google (Android sa dove siamo andati, Google come Apple) sono state oggetto delle stesse critiche. A quanto pare realizzare un sistema operativo che comunica con la casa madre se e solo se l'utente lo permette è un'impresa incredibilmente complessa. Altrimenti non si spiega come tre grandi produttori di software siano incappati nello stesso "errore".