Il 2017 potrebbe essere la data giusta affinché Xiaomi inizi a vendere i propri prodotti anche negli Stati Uniti, parola di Hugo Barra. Il CEO dell'azienda cinese in realtà aveva più volte ribadito che Xiaomi non era ancora pronta ad uscire dai propri confini nazionali e che sbarcare in un alto mercato è un'operazione complessa che richiede l'ottenimento di permessi, certificazioni, nonché la creazione di un'infrastruttura efficiente per la distribuzione, la vendita e l'assistenza.
Insomma non è una cosa semplice da potersi fare in un giorno. Ma forse in un anno si. Nelle scorse ore infatti, pressato maggiormente sull'argomento, per la prima volta Barra si è sbilanciato, indicando una finestra temporale se non precisa almeno un po' più circoscritta.
In fin dei conti comunque era prevedibile: dopo i brand asiatici storici come MSI, Asus, Acer, HTC etc. che vantano ormai una presenza pluriennale sul mercato a stelle e strisce, prima o poi toccherà anche a questi nuovi produttori, capaci di coniugare dispositivi di ottima qualità con prezzi davvero contenuti, che definire competitivi è forse riduttivo.
Del resto i risultati conseguiti da Xiaomi quest'ultimo anno sono sotto gli occhi di tutti: si tratta dell'azienda cinese con la crescita più sostenuta, forte di 14 trimestri positivi consecutivi e di 35 milioni di smartphone venduti nella prima metà del 2015, più 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Insomma con risultati simili ottenuti nella sola Cina è inevitabile che prima o poi Xiaomi si senta pronta a conquistare nuovi mercati: gli Stati Uniti sono sicuramente un obiettivo prioritario, ma sicuramente arriverà anche nell'altrettanto appetibile Europa.