Xiaomi blocca Telegram, rischio "addebiti fraudolenti" e "consumo eccessivo di risorse"

Con una manovra alquanto discutibile, Xiaomi ha bloccato Telegram in Cina, classificandolo come una minaccia.

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a cura di Andrea Maiellano

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Negli ultimi giorni, un'interessante notizia ha catalizzato l'attenzione generale: Xiaomi, uno dei principali colossi nel settore degli smartphone, ha preso l'importante decisione di classificare Telegram come un'applicazione potenzialmente pericolosa per la Cina. L'azienda ha deciso quindi, di bloccare l'installazione di Telegram su tutti i dispositivi che operano con l'interfaccia MIUI, il sistema operativo sviluppato da Xiaomi.

Questa mossa ha sollevato numerose interrogativi, soprattutto perché Xiaomi non ha fornito alcun chiarimento in merito alle ragioni che hanno fatto giungere alla conclusione di classificare Telegram come una minaccia.

Tuttavia, alcune fonti provenienti dall'occidente, suggeriscono che questa decisione potrebbe riflettere l'intenzione di Xiaomi di aderire alle direttive del governo cinese, le quali pare vogliano limitare l'utilizzo di applicazioni che favoriscano la diffusione della libertà di espressione e di informazione.

Se vi state chiedendo come sia stato possibile per Xiaomi bloccare l'installazione di Telegram, vi serve sapere che, con il lancio di MIUI 13 lo scorso anno, Xiaomi ha introdotto una nuova funzione di sicurezza.

Questa funzionalità è stata progettata per riconoscere e, se necessario, bloccare le applicazioni ritenute dannose, o potenzialmente pericolose, per gli utenti. Pur dichiarando l'obiettivo di salvaguardare gli utenti da possibili minacce, questa funzione ha sollevato numerose critiche visto che può bloccare senza preavviso ogni applicazione da remoto senza fornire giustificazioni chiare o avvisi preventivi.

Attualmente, al momento dell'installazione di Telegram su un dispositivo Xiaomi con MIUI, compare un avviso che avverte gli utenti della situazione. Il messaggio informa chiaramente che Telegram non ha superato i controlli di sicurezza di Xiaomi, implicando la presenza di potenziali rischi come "addebiti fraudolenti" o un "uso eccessivo di risorse".

Questa mossa di Xiaomi solleva molteplici questioni e pone sotto i riflettori il complesso incrocio tra tecnologia, regolamentazione governativa e libertà digitale, aprendo un dibattito importante sulla natura e la portata delle restrizioni imposte sulle piattaforme di comunicazione quali Telegram, che da sempre si pongono nei confronti della libera diffusione e della sicurezza dei dati sensibili della propria utenza.