A Bit of [hi]Story, viaggio nella storia dell'informatica

Siamo andati nel capoluogo piemontese a visitare la prima edizione della mostra che ha l'onere e l'onore di mostrare le origini dell'informatica.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Lo scorso weekend siamo andati a dare un'occhiata alla prima edizione di A Bit of [hi]Story – dalla valvola allo smartphone, i computer che hanno fatto la storia – un'esposizione che ha voluto ripercorrere la storia dell'informatica

Questa neonata iniziativa si è svolta dal 21 al 22 maggio nell'ex stabilimento industriale Fiat di Mirafiori di Torino, per la precisione i Magazzini DAI, con uno spazio dedicato alla mostra che ha mantenuto lo stile "factory" con dei container adibiti a stand per tutte le associazioni aderenti al progetto.

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In un'intervista con Elia Bellussi, Presidente dell'associazione "Museo Piemontese dell'Informatica - MuPIn", siamo riusciti ad avere una panoramica completa dell'evento.

Bellussi spiega che la mostra ha l'obiettivo di fare da ponte generazionale tra chi ha vissuto gli albori dell'informatica e chi oggi la porta a spasso nel palmo della mano con lo smartphone, grazie al contributo di appassionati e associazioni culturali. La mostra prevede l'esposizione di alcuni dei primissimi calcolatori riservati all'industria o anche in campo spaziale come il minicomputer HP 1000 e le prime console da gioco.

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L'HP 1000 del Museo Piemontese dell'Informatica

L'esposizione è costituita da tre grosse aree, una parte storica, un'area conferenze e un'ultima – probabilmente la più importante – dove sono allestiti dei laboratori che illustrano i progetti delle scuole di primo e secondo grado, un laboratorio di robotica, uno di riuso e rigenerazione del materiale informatico e infine dei corsi di informatica per anziani. Il messaggio che si vuol far passare – secondo Elia Bellussi – è che l'informatica è di tutti e dev'essere compresa da tutti, poiché è utile a chiunque nell'uso quotidiano di ognuno di noi.

L'intero evento è stato studiato dal MuPIn di Torino con la collaborazione di 52 partner e ha registrato un riscontro di circa 1500 visitatori. Sicuramente l'evento sarà riorganizzato anche l'anno prossimo.

"I computer sono diventati uno standard, cosi come i telefoni. Nella mostra c'è tanto materiale che una volta era considerato di nicchia, solo per appassionati, ma adesso abbiamo un tipo di utente passivo e l'associazione culturale del MuPIn si prefigge il compito di renderlo protagonista attivo", continua il Presidente dell'associazione.

Il MuPIn vuole fare divulgazione scientifica e non essere un mero archivio. Per questo motivo organizza dei corsi di programmazione per ragazzi e di robotica. La sede è a Moncalieri, anche se attualmente l'associazione non può accogliere a dovere il grande pubblico a causa della scarsa predisposizione dei locali, che a questo punto meriterebbe maggior attenzione da parte delle Istituzioni.

Tanti appassionati e moltissimi curiosi si sono accalcati negli stand, che sembrano quasi voler rievocare le prime fiere informatiche della storia, grazie all'esposizione di pezzi che per forma, luci e suoni suscitano quel senso di stupore proprio come negli anni 70.