Activision in tribunale contro lo sviluppatore di cheat per Call of Duty

Activision fa causa al creatore di software per hackerare Call of Duty: nel mirino Lergware e GameHook.

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a cura di Giulia Serena

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Nel mondo competitivo dei videogiochi online, la battaglia contro i software di cheating rappresenta una sfida costante per gli sviluppatori. Activision ha recentemente intensificato i suoi sforzi legali contro i creatori di programmi che consentono di barare nei suoi titoli più popolari, portando in tribunale i responsabili di due noti software di hacking per Call of Duty. La causa, depositata presso il tribunale del Distretto Centrale della California, prende di mira un gruppo di sviluppatori accusati di aver creato, commercializzato e distribuito strumenti che compromettono l'esperienza di gioco di milioni di utenti, minacciando l'integrità dell'ecosistema videoludico di Activision.

Ryan Rothholz è il principale imputato nella causa intentata da Activision. Secondo le accuse, Rothholz avrebbe sviluppato e commercializzato Lergware tra il 2021 e il 2022, un software di hacking specificamente progettato per manipolare il gameplay di Call of Duty. L'azienda sostiene che nel 2023 Rothholz abbia aggiornato il programma per renderlo compatibile con le versioni più recenti della serie, Call of Duty: Modern Warfare 2 e Warzone, ignorando una diffida formale inviata dall'editore.

La risposta di Rothholz alla diffida avrebbe oltrepassato i limiti del confronto legale: Activision afferma che lo sviluppatore ha pubblicato la lettera su un server Discord, deridendo apertamente l'azienda. Questo atteggiamento avrebbe coinciso con un incremento significativo degli "attacchi" ai giocatori online, tanto che alcuni utenti hanno iniziato a pubblicare messaggi di allerta sulle piattaforme social per avvisare la community.

Ma il caso non si ferma a Lergware. Activision accusa Rothholz di aver creato anche un secondo software di cheating chiamato GameHook, reclutando Collin 'Cid' Gyetvai e Jordan 'Bossnight55' Newcombe Boothey per aiutarlo nella distribuzione. La strategia commerciale prevedeva la vendita del software al prezzo di 50 dollari per gioco, con un'opzione "lifetime access" disponibile a 375 dollari.

Secondo quanto riportato nella causa, Activision ritiene che i proventi illeciti derivanti dalla vendita di questi software siano stati considerevoli. "Activision è informata e crede, e sulla base di ciò afferma, che i convenuti abbiano ricevuto entrate significative dalle loro attività, a detrimento di Activision e della sua comunità di giocatori", si legge nei documenti legali. L'azienda sostiene di aver offerto ai responsabili l'opportunità di rispondere alle sue richieste di rimozione del software, ma "ciascuno ha ignorato l'approccio di Activision, rendendo necessaria questa causa".

Il danno all'ecosistema di gioco

A marzo 2025, Activision ha inviato ulteriori diffide che hanno portato alla chiusura degli store online di Lergware e GameHook. Tuttavia, l'editore sostiene che gli imputati non abbiano confermato l'interruzione della creazione o vendita del software, e che stiano continuando a distribuirlo attraverso canali e server privati, sfuggendo ai radar delle autorità.

Nel procedimento legale, Activision chiede danni monetari, provvedimenti ingiuntivi e altri rimedi equitativi, oltre a danni punitivi. La motivazione va oltre il semplice danno economico diretto: l'azienda sottolinea come questi software minino la fiducia dei giocatori nell'equità del gioco, compromettendo l'intera esperienza multiplayer che rappresenta il cuore pulsante dei titoli Call of Duty (potete trovare l'ultimo su Amazon).

"Activision lavora molto duramente per garantire che i giochi CoD offrano esperienze di gioco costantemente coinvolgenti, affinché i clienti rimangano impegnati nei giochi CoD, continuino a giocarci per periodi prolungati e siano entusiasti delle future uscite", si legge nella dichiarazione dell'azienda. "Se i giocatori percepiscono che un gioco è ingiusto o che l'esperienza multiplayer non funziona correttamente, anche perché altri stanno barando o interrompendo e/o hackerando i server multiplayer, i giocatori potrebbero diventare più frustrati, meno interessati a giocare e supportare i giochi, e potrebbero persino smettere di giocare del tutto."

Questa azione legale si inserisce in un contesto più ampio di lotta al cheating nei videogiochi competitivi. Solo nel maggio scorso, Activision ha ottenuto un risarcimento di 14,4 milioni di dollari in danni e 292.912 dollari in spese legali contro EngineOwning, un altro produttore di software per barare nei giochi. 

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