Atari si ributta nell'hardware, ma non si parla di console

L'amministratore delegato di Atari sostiene che l'azienda è più di una software house e che vuole continuare ad avere a che fare con il mondo dell'hardware. Non si parla tuttavia di console, ma di prodotti legati al mondo dei videogiochi in modo trasversale, come dispositivi indossabili.

Avatar di Roberto Caccia

a cura di Roberto Caccia

Atari vuole continuare ad essere un'azienda importante nel mondo dei videogiochi e di voler continuare ad avere a che fare con l'hardware. Questo è il pensiero di Frederic Chesnais, amministratore delegato dell'azienda che all'inizio dell'anno scorso ha dovuto fare i conti con un una bancarotta.

Ora Atari può contare sull'approvazione del tribunale fallimentare per instaurare un piano triennale di recupero, e una delle mosse per risollevarsi potrebbe essere proprio la realizzazione di una linea di prodotti che puntino sulla forza del marchio.

"Oggi abbiamo un'azienda che è uscita dalla bancarotta e abbiamo un modello di business che ci permette di andare avanti con 10 persone, concentrandosi su tre punti fondamentali: proprietà intellettuali, produzione e distribuzione", spiega Chesnais ai colleghi di VentureBeat.

"Atari è più di un'azienda software. È un marchio hardware", continua il dirigente, specificando tuttavia che questo non equivale necessariamente a un ritorno trionfale nel mondo delle console.

La salvezza di Atari passerà attraverso prodotti che sfrutteranno la forza storica del marchio - Clicca per ingrandire

"Non sto parlando di una nuova console, ma di qualcosa come un orologio, per esempio. Non ho detto che abbiamo intenzione di realizzare qualcosa del genere, ma pensate a qualcosa di simile. Un nuovo tipo di orologio, fuori dall'ordinario e con il nostro marchio", svela Chesnais, che non esita a tirare in ballo una giacca con un chip solare in grado di ricaricare il vostro smartphone, per spiegare ancora meglio la sua idea.

"Comprereste un orologio Atari? O una giacca Atari per ricaricare il vostro iPhone o il vostro dispositivo mobile? Io credo di sì…", dichiara fiducioso il dirigente. E voi? Avete altrettanta fiducia in un progetto simile?