Basta uccidere i giochi! La nuova campagna per salvare i titoli che vanno offline

La campagna "Stop killing games" lanciata dallo YouTuber Ross Scott mira a fermare la pratica della cancellazione dei giochi da parte degli sviluppatori.

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a cura di Marco Silvestri

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Un noto YouTuber che risponde al nome di Ross Scott ha dato il via a una campagna denominata "Stop Killing Games", con l'obiettivo di persuadere gli editori a fermare la pratica di rendere i loro titoli non più giocabili. Questa iniziativa arriva a seguito della decisione di Ubisoft di spegnere i server del famoso gioco di corse The Crew, lasciando di fatto i giocatori senza la possibilità di accedervi.

Ross Scott, il creatore del canale YouTube Accursed Farms, ha lanciato questa campagna per evidenziare come gli sviluppatori e gli editori stiano intenzionalmente progettando i giochi per renderli inaccessibili non appena termina il supporto. Dal sito Stop Killing Games, apprendiamo che questa prassi si colloca in una zona grigia dal punto di vista legale, poiché la maggior parte dei paesi non possiede leggi chiare riguardo a questa questione.

L'obiettivo della campagna è quello di stimolare le autorità a esaminare la legalità di questa pratica e, si spera, a promulgare leggi per porvi fine, dato che rappresenta "un attacco sia ai diritti dei consumatori sia alla conservazione dei media".

Si stima che The Crew avesse una base di giocatori di almeno 12 milioni di persone al momento della chiusura dei server, rendendo questo caso un'opportunità ideale per chiedere conto a un editore di grande rilievo delle proprie responsabilità.

La campagna intende sollecitare l'attenzione di più governi sull'argomento. Sebbene il focus principale sia rivolto alla Direzione Generale per la Concorrenza, la Tutela dei Consumatori e la Repressione delle Frodi (DGCCRF) in Francia, è previsto che anche in Regno Unito, Canada e Australia i cittadini possano presto firmare petizioni per spingere i rispettivi governi a indagare sulla questione. Sono previsti anche sforzi per coinvolgere l'Unione Europea, sebbene Scott abbia indicato che questo potrebbe essere ritardato "a causa dei tempi di elaborazione".

Lo spegnimento dei server di giochi a pochi anni dal lancio è una pratica sempre più frequente, che colpisce giocatori in tutto il mondo. Questo influisce non solo sui titoli che dipendono da una connessione Internet attiva, ma anche su giochi per un giocatore che vengono rimossi dalle liste per un motivo o per l'altro. È facile comprendere perché ciò possa risultare frustrante per chi ha speso i propri soldi in un gioco per poi vederlo improvvisamente diventare inutilizzabile. La situazione è particolarmente esasperante per i giochi che potrebbero essere facilmente giocati offline.

Detto ciò, la maggior parte dei giochi moderni include una dichiarazione che specifica che i giocatori non acquistano il gioco in sé, ma una licenza per giocarlo fino a quando è supportato dall'editore. Queste condizioni sono pensate per offrire una protezione legale alle aziende nel momento in cui decidono di disattivare i server, ma non sono ancora state messe alla prova nei tribunali di nessun grande mercato videoludico, rendendo incerta la loro efficacia sotto il controllo giuridico. I giocatori, senza dubbio, sperano che la campagna "Stop Killing Games" riesca a portare questa problematica all'attenzione dei regolatori, al fine di porre fine definitivamente a questa pratica cinica.