Blacktail, stregoneria e morale | Provato

Abbiamo provato le prime ore di gioco dell'intrigante e misterioso Blacktail, titolo che ci immergerà nel mito di Baba Yaga.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Il prossimo 15 dicembre uscirà dalla fucina creativa di The Parasight e Focus Entertainment Blacktail, particolare action/shooter con delle dinamiche da survival basato su quella che è la mitologia slava. Un titolo che ha saputo catturare l’attenzione di molti giocatori, grazie a uno stile unico e a delle meccaniche che promettono decisamente bene. In attesa del lancio ufficiale di Blacktail il prossimo mese, abbiamo avuto l’opportunità di provarne le prime ore di gioco e siamo finalmente ora pronti a parlarvi di questo nostro primo incontro con il titolo.

Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:

Le origini di Baba Yaga

Blacktail racconta la storia di Yaga, una giovane ragazza di soli sedici anni cacciata dal proprio villaggio perché accusata di stregoneria. Un esilio forzato, che l’ha costretta ben presto a imparare come sopravvivere nella natura, accompagnata solo da una strana e misteriosa voce, che parla per enigmi e sembra celare ben più di un segreto. Un incipit che promette di dare il via a un viaggio colmo di colpi di scena e di scelte morali e che prende a piene mani da quella che è la mitologia slava. Il titolo primo dei polacchi The Parasight si pone infatti come storia d’origine del mito di Baba Yaga, probabilmente tra i più importanti e conosciuti della letteratura dell’est Europa. Un obiettivo, quindi, narrativamente ambizioso e che nelle nostre ore di prova ci ha tutto sommato convinto. La novella di Yaga, infatti, assume fin dai primi frangenti il giusto livello di mistero, con il racconto che è fortemente coadiuvato da quella che è la potenza visiva degli scenari del titolo.

Sebbene abbiamo potuto solamente scalfire quello che sarà Blacktail, infatti, fin da queste due ore circa di gioco ci siamo imbattuti in scenari e ambientazioni stilisticamente valide e pregne di differenti significati. Da bucoliche e coloratissime pianure, ripiene di prati in fiore, ruscelli e paradisiaci ponticelli, si passa infatti a cupe e oniriche visioni, dove strutture scheletriche, radici corrotte e l’oscurità attanagliano il tutto. Un binomio che non va a toccare solo quelle che sono le ambientazioni di Blacktail, ma che si riflette anche su Yara, con la giovane fattucchiera che si trova combattuta tra i due lati della forza, non avendo ancora scelto che strada percorrere. Yaga diventerà una temuta strega o porterà del bene nelle sue terre? A noi e alle nostre scelte l’arduo compito di deciderlo.

L’opera prima di The Parasight si fregia infatti di un sistema morale binario, in cui numerose nostre scelte o azioni andranno a confluire, e che ci consentirà di avere accesso a perk e abilità esclusive. Portare dei fiori in prossimità di alveari, ad esempio, ci consentirà di fare qualche passo sulla retta via, mentre eliminare degli animaletti nelle grinfie di piante carnivore ci farà scivolare pian piano su una strada più oscura. Oltre a tali azioni, che potremmo compiere liberamente e più di una volta girovagando nella mappa di gioco, il titolo promette di metterci davanti numerosi dilemmi morali, con la nostra scelta che varierà non solo il nostro orientamento spirituale, ma anche quella che è la storia di Blacktail. Avendo potuto provare solo i primi frangenti del titolo è ovviamente impossibile sbilanciarsi troppo sulla bontà di tale sistema, ma anche nella manciata di ore a nostra disposizione siamo comunque riusciti a imbatterci in qualche bivio narrativo che ben fa sperare su quella che sarà la struttura del titolo in corredo a tale sistema morale.

Tra frecce e incantesimi

In Blacktail ci metteremo quindi nei panni di una giovane maga, intenta a forgiare il proprio destino e a trovare la spiegazione a molti misteri che ne hanno da sempre segnato l’esistenza. Un viaggio sia fisico che interiore e che è trasposto ludicamente nel gioco sotto le forme di un peculiare action in prima persona con una spruzzata di elementi survival.

Nel titolo saremo infatti chiamati, oltre ovviamente a svelare il segreto alla base della nostra esistenza e a combattere con i mosti disseminati per la mappa di gioco, anche a raccogliere materiali e oggetti per poter proseguire nella nostra impresa. Le frecce dell’arco di Yaga, ad esempio, possono essere create con legno e piume, mentre gli altarini che troveremo di tanto in tanto e necessari per salvare hanno bisogno di un particolare fiore rosso per essere attivati e così via. Una serie di piccoli elementi survival che non hanno assolutamente la velleità di raggiungere la complessità dei principali esponenti del genere, ma che funzionano bene sia all’interno del gameplay che per quello che vuole raccontare il gioco. Yaga, del resto, è un’adolescente che, per quanto dotata di poteri magici, si ritrova abbandonata a sé stessa nel bel mezzo della natura e deve di conseguenza imparare a badare a sé stessa. Tranquilli, quindi: non dovremo craftare tavoli da lavoro o diavolerie simili, ma solo consentire a Yaga di aver il minimo necessario per dissipare la coltre di mistero che si cela sopra di lei.

La parte più action di Blacktail è invece affidata alle stregonerie di Yaga e al suo fidato arco. Dopo le prime due ore di gioco queste fasi si sono purtroppo rivelate le più deboli dell’intera esperienza, con il gameplay che sotto tale punto di vista non ci ha pienamente convinto. Usare l’arco non è infatti particolarmente comodo in numerose situazioni, dove gli avversari si muovono veloci o hanno dimensioni ridotte, portando in taluni scontri il tutto quasi sull’orlo della frustrazione. Pure i poteri magici non aiutano troppo, anche se a onor del vero ne abbiamo potuto toccare con mano solo una parte. Giusto poco prima di venir bloccati nella nostra prova, infatti, ci è stata consegnata una strana scopa con la capacità di attirare i nemici. La speranza è insomma quella che nella versione completa del titolo i poteri a nostra disposizione siano diversi e in grado di arricchire tali fasi, migliorando di conseguenza anche quello che è il feedback con arco e frecce.

Dove Blacktail ci ha invece convinto è sicuramente sull’aspetto tecnico e artistico. Come accennato poco fa, infatti, The Parasight sembra essere riuscita a ben a catturare sia le ambientazioni più idilliache che quelle più disturbate, con il comparto tecnico e grafico che, per quanto non da tripla A, riesce a regalare degli scorci niente male. Pure sul lato performance con la configurazione presente a inizio articolo a dettagli alti non abbiamo riscontrato problematiche varie o cali di framerate, segno che quella intrapresa dallo studio polacco sotto tale punto di vista è la strada corretta.

Blacktail: in conclusione

Blacktail è insomma un titolo con del potenziale e che ha tutte le carte in regola per rivelarsi una delle principali sleeper hit di questo fine di 2022. Narrativa basata su un celebre mito slavo, ambientazioni accattivanti e dotate della giusta dose di mistero, una dualità che attanaglia ogni aspetto del titolo e un gameplay che potrebbe avere più di una freccia nel proprio arco: se il titolo d’esordio di The Parasight riuscirà a mantenere quanto di buono visto in queste prime ore di gioco e a limarne le impervietà potremmo trovarci davanti il prossimo 15 dicembre a un qualcosa di decisamente interessante. Non aspettiamoci certo un capolavoro, ma Blacktail potrebbe avere più di un semplice qualcosa da dire. Per scoprirlo, fortunatamente, non dovremmo aspettare che poco più di un mese.