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Bright Memory | Recensione della versione Xbox Series X

Bright Memory, la peculiare produzione "monosviluppatore" esclusiva di Xbox Series X, fa finalmente il suo debutto fra FPS e azione.

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Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Pubblicato il 13/11/2020 alle 11:00
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In sintesi

Bright Memory, la peculiare produzione "mono-sviluppatore" esclusiva di Xbox Series X, fa finalmente il suo debutto fra FPS e azione.

  • Pro
    • - Graficamente interessante.
    • - Artisticamente ispirato.
    • - Le fasi FPS sono frenetiche e divertenti.
  • Contro
    • - Più che un porting, sembra una trasposizione 1:1 della versione PC.
    • - Il level design risulta troppo altalenante, rendendo poco interessanti le sezioni esplorative.
    • - Il framerate risulta eccessivamente instabile

Il verdetto di Tom's Hardware

6

Il prologo di Bright Memory: Infinite arriva su Xbox Series X a rappresentare una delle poche esperienze esclusive, disponibili al lancio. Siamo consapevoli che non possiamo valutare questo esperimento alla stessa stregua di una produzione tripla A ma abbiamo notato troppe criticità per poter spingerci oltre a una sufficienza stiracchiata. Bright Memory, difatti, non si pone come una conversione della versione per PC, quanto più come una trasposizione diretta, e svogliata, che porta con se alcune problematiche tecniche di rilievo. Anche volendo chiudere un occhio su delle animazioni sommarie, e su un framerate tutt'altro che stabile, le troppe imperfezioni nelle fasi che esulano lo shooting, fanno scricchiolare eccessivamente una struttura di gioco che potrebbe risplendere maggiormente. Resta indubbio, però, che per il prezzo a cui è proposto Bright Memory, non si ponga solo come un ottimo antipasto di quello che sarà Infinite ma anche una piccola produzione che riesce a regalare una manciata di ore di frenetico divertimento.


Informazioni sul prodotto

Bright Memory - Xbox Series X

Bright Memory è un progetto davvero peculiare, che ha raggiunto le luci della ribalta, prima di tutto, grazie al contesto in cui è stato creato: un solo sviluppatore impegnato in un progetto davvero ambizioso. Queste, di base, sembrano le premesse già viste in numerose produzioni su Kickstarter, finite in maniera drammatica ma nel caso di Bright Memory, grazie ad alcune meccaniche di gioco davvero ispirate, il risultato finale si rivelò promettente, al punto da trasformare Bright Memory in un progetto di più ampio respiro. Nel 2021, infatti, arriverà un seguito e nel frattempo i possessori di Xbox Series X e Series S potranno giocare il primo capitolo di questo progetto che, timidamente, ricopre il ruolo di “esclusiva minore” per il lancio delle due nuove console di Microsoft.

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Sheila contro tutti!

Bright Memory, come vedremo in questa analisi, tende a mischiare sovente differenti generi, sia in termini di gameplay, che in termini narrativi, che in quelli dell’ambientazione. Per quanto sia vero che si tratta di un prologo molto breve, che serve allo stato attuale a fare da apripista a quel Bright Memory: Infinite in uscita nel 2021, quell’oretta che vi sarà richiesta per portare a termine il gioco non potrà non ricordarvi quando, da bambini, si apriva il cesto dei giocattoli e si iniziavano a creare mondi di fantasia dove personaggi di varie serie, e automobili di varie epoche, si mischiavano e tutto era possibile.

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Sheila, infatti, fa parte del SRO, un dipartimento dedicato alla ricerca del soprannaturale impegnato nell’evitare che le creature più disparate possano impossessarsi del Mondo. Che siano lupi mannari, cadaveri putrescenti o demoni medievaleggianti, Sheila non farà distinzioni e, fra ambientazioni sci-fi e rovine ricoperte di vegetazione, sterminerà ogni minaccia in un 2036 che, più che un futuro imminente, sembra la classica data inserita per contestualizzare in un’epoca lontana gli accadimenti assurdi trattati in Bright Memory.

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Non abbiamo voluto valutare in maniera negativa la durata complessiva dell’esperienza. Bright Memory, difatti, non è il primo caso di “breve prologo” venduto separatamente dal suo titolo di riferimento ma la sua rigiocabilità, collegata alle meccaniche di stile dei combattimenti, unita al basso prezzo a cui è venduto (8€) lo rendono un discreto antipasto per quello che sarà il vero e proprio titolo in uscita nel 2021. Se però stavate pensando di approcciarvi al titolo perché alla ricerca di una trama complessa, e soprattutto completa, sappiate che Bright Memory si limita a presentarvi un incipit narrativamente semplice e privo di reali sviluppi.

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Lo stile prima di tutto

Come accennavamo poc’anzi, Bright Memory è uno stupefacente calderone pieno di stili e ispirazioni diverse che, ovviamente, si ripercuotono anche nelle meccaniche di gioco. Evitando preamboli eccessivamente prolissi, difatti, Bright Memory lancia il giocatore nel vivo dell’azione, fornendogli pochissime informazioni e lasciando alla voglia di sperimentare il compito di insegnare le basi. Un sistema anacronistico che si rivela, però, dannatamente efficace nel far emergere uno stile di gioco libero da linee guida di qualsivoglia tipologia.

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Sheila potrà intervallare armi da fuoco, attacchi corpo a corpo e abilità che verranno sbloccate grazie all’immancabile esperienza. La combinazione di questi tre stili di combattimento genererà valutazioni via via sempre più alte, in base alla capacità del giocatore di combattere in maniera variopinta e dinamica. Sia chiaro, non siamo di fronte al combat-system di Devil may Cry ma la volontà di rivitalizzare le meccaniche, canoniche, degli fps ci è piaciuto, oltre a rendere rigiocabile una produzione dalla durata risicata, come bright memory.

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Se il comparto FPS  convince anche a fronte delle sue limitazioni, quello che non funziona sono tutte le fasi di intermezzo, a metà strada fra il platforming e l’esplorazione. In queste porzioni di Bright Memory, infatti, si percepiscono tutti i limiti della produzione attraverso un level design realizzato, e gestito, in maniera sommaria. Provando, infatti, ad amalgamare differenti generi anche in questo frangente, lo sviluppatore non è riuscito nell’intento di renderli coesi fra loro, portando a risultati raffazzonati e frustranti.

Il sistema di salto risulta poco governabile e la possibilità di affiancarlo a un rampino non fa che complicare le cose a causa di un raggio d’azione poco efficace e una realizzazione tecnica non ottimale. Peccato perché, invece, le sezioni dedicate ai puzzle si rivelano ben congegnate, seppur cadono vittima di una realizzazione globale delle fasi esplorative eccessivamente dozzinale. 

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Tecnicamente… economico

Se sul versante tecnico, Bright Memory soffriva, indubbiamente, del budget limitato a disposizione dello sviluppatore, la conversione per Xbox Series X accusa ulteriormente il colpo, mostrando quella che sembra più una trasposizione frettolosa, che un vero e proprio porting. Se la versione per PC già mostrava una realizzazione tecnica altalenante, che alternava ambientazioni molto convincenti ad animazioni dei modelli poligonali appena sufficienti, sulla nuova console di Microsoft assistiamo anche a un frame rate pigro, che richiede diversi minuti dopo l’avvio di un caricamento per stabilizzarsi del tutto, non riuscendo, comunque, a mantenersi stabile nei momenti più concitati.

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Dove, invece, Bright Memory si mostra ben confezionato è nel comparto artistico dove ambientazioni, creature e i mostruosi boss, si presentano con un design ispirato e una realizzazione che, a discapito delle animazioni analizzate poc’anzi, convince per stile e ispirazione. La colonna sonora, invece, si limita a brevi motivi ridondanti che, per quanto interessanti, stancano in fretta le orecchie del giocatore. In definitiva, però, Bright Memory va approcciato per quello che è: un antipasto da pochi euro, atto a preparare il giocatore a una portata , apparentemente, più sontuosa e che speriamo riesca a sprigionare il suo potenziale dormiente, rivelandosi un’esclusiva di spessore per Xbox Series X e Series S. 

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