Brothers A Tale Of Two Sons Remake è semplicemente delizioso | Provato

Abbiamo provato per 30 minuti il remake di Brothers: A Tale Of Two Sons, rimanendo incantati dal delicato, quanto maestoso, lavoro di restauro.

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a cura di Andrea Maiellano

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In questo periodo videoludico, costellato di costanti riedizioni più o meno sensate, ci ha non poco sorpreso l’annuncio, durante i The Game Awards 2023, del remake dello splendido Brothers: A Tale Of Two Sons. 

Opera prima dell’istrionico autore Josef Fares, oggi maggiormente noto per produzioni quali A Way Out e It Takes Two, rilasciato originariamente nel 2013 su Xbox Live Arcade e poi, grazie all’enorme successo riscontrato, pubblicato, nel corso degli anni seguenti, su ogni piattaforma di gioco esistente.

Un’operazione, quindi, poco comprensibile dal punto di vista della mera preservazione, visto che il titolo è attualmente disponibile, nella sua versione originale, per PC, PlayStation 4, Xbox e Switch, ma che acquisisce maggior senso quando si analizza il comparto tecnico, e la veste grafica, del primo titolo targato Josef Farez. 

Per chi non avesse mai sentito parlare di questo titolo, nel corso degli ultimi anni, Brothers: A Tale Of Two Sons è una produzione molto peculiare, incentrata sulla risoluzione di puzzle ambientali.

Il giocatore controllerà, individualmente, i due fratelli protagonisti dell’avventura, attraverso le due levette analogiche del controller, sfruttando i grilletti posteriori per farli interagire, altresì individualmente, con i vari elementi presenti nel mondo di gioco. 

L’azione viene costantemente ripresa da una telecamera posizionata in alto che, in maniera del tutto automatica, si prenderà la briga di enfatizzare i vari momenti di gioco attraverso un taglio d’inquadrature sempre molto preciso e a fuoco con gli eventi narrati.

Un gameplay tanto peculiare quanto funzionale, che ha gettato le basi per quelle produzioni, totalmente incentrate sulla cooperazione fra due giocatori, divenute poi il marchio di fabbrica di Farez.

Brothers, però, può essere fruito completamente in solitaria e richiede al giocatore una buona coordinazione dei movimenti, oltre che una discreta capacità deduttiva per risolvere i vari puzzle ambientali che verranno proposti all’interno della delicatissima, e decisamente emotiva, storia narrata dal gioco.

Ora che vi abbiamo spiegato, in linea di massima, cosa sia Brothers: A Tale Of Two Sons, veniamo al suo remake, di cui abbiamo avuto il piacere di provare i primi 30 minuti attraverso una build non ancora definitiva.

Innanzitutto è importante chiarire un aspetto importante, il remake di Brothers è un’operazione analoga a quanto svolto con la celebre Crash Bandicoot N. Sane Trilogy.

Le dinamiche di gioco, la narrazione, le situazioni proposte e il peculiare gameplay, almeno per quanto concerne i 30 minuti che abbiamo potuto provare con mano, rimangono invariati rispetto al titolo originale, mentre il comparto tecnico è stato totalmente ricostruito, sullo scheletro della versione originale, utilizzando l’Unreal Engine 5. 

Il risultato, attualmente, è davvero incredibile e riesce nel restituire un’atmosfera maggiormente eterea, e fiabesca, alla delicatissima avventura targata Starbreeze Studios.

Tutto, dai modelli dei personaggi fino al più piccolo dettaglio delle varie ambientazioni, è stato ricostruito da zero, con l’aggiunta di una rinnovata gestione dell’illuminazione e delle ombre. 

Il colpo d’occhio è a dir poco incredibile, le espressioni facciali, così come le animazioni dei personaggi, risultano molto piuttosto naturali e capaci di esprimere la giusta emotività in rapporto ai vari avvenimenti della storia, così come le ambientazioni riescono a restituire degli scorci letteralmente spacca-mascella. Insomma un lavoro graficamente molto convincente e capace di svecchiare, senza snaturare, un classico del passato.

Pur non essendo un remake esoso in termini di specifiche tecniche, abbiamo voluto provarlo in due contesti ben precisi: sul nostro pc casalingo, dotato di una RTX 4070 e, ovviamente, sulla nostra steam deck. Un test che ha mostrato chiaramente l’elevata scalabilità dell’Unreal Engine 5.

Con la 4070, con poca sorpresa da parte nostra, abbiamo potuto fruire del remake di Brothers con tutti indettagli a Ultra e con un framerate sbloccato, su Steam Deck, invece, abbiamo potuto sia giocare a dettagli medi, con 30 fps stabili, che con una configurazione grafica personalizzata, la quale ci ha permesso di migliorare alcuni parametri, sfruttare la compatibilità con l’FSR e raggiungere tranquillamente i 60 fps (con alcuni sporadici cali). Per chi se lo stesse chiedendo, il  remake di Brothers: A Tale Of Two Sons è compatibile anche con il DLSS di Nvidia.

In conclusione, questa breve prova del remake di Brothers: A Tale Of Two Sons, ci ha messo di fronte a un’operazione tecnicamente convincente e che ci è parsa realizzata con il duplice intento di celebrare, e riproporre nella sua veste grafica migliore, la prima opera di Starbreeze Studios.