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Cina: no privacy, ID e riconoscimento facciale per giocare online

La Cina, a partire da settembre, imporrà l'uso di documenti di identità e del riconoscimento facciale per giocare online. Ecco i dettagli.

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Avatar di Nicola Armondi

a cura di Nicola Armondi

Pubblicato il 04/08/2020 alle 09:28

Feng Shinxin, ufficiale del Central Publicity Department del Partito Comunista cinese, ha annunciato che a partire da settembre sarà attivo un nuovo sistema di controllo dedicato ai videogiochi online. I minorenni, per poter giocare, dovranno utilizzare il proprio nome reale, fornire un documento di identità e superare un riconoscimento facciale. La procedura sarà obbligatoria per tutti i videogiocatori. L'annuncio è avvenuto durante il ChinaJoy, expo videoludica più importante della Cina.

Lo scopo di questo provvedimento è di limitare la dipendenza da videogiochi nei minori, problema molto serio secondo il governo della Cina. Attualmente, vi sono già vari limiti, come un utilizzo massimo di 90 minuti al giorno dei giochi online o l'impossibilità di accedere durante certe fasce orarie, come la sera tardi. Sono stati imposti anche limiti sugli acquisti online.

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I provider di servizi online videoludici dovranno quindi seguire le nuove regolamentazioni definite dalla Cina e impedire l'accesso a chiunque non fornisca i dati richiesti. NetEase e Tencent, le due più grandi società in ambito gaming della Cina, stanno già testando le relative tecnologie.

Secondo alcuni, in ogni caso, queste nuove limitazioni spingeranno i giocatori a trovare modi per spendere più tempo online, ad esempio sfruttando documenti di identità falsi. In questo momento non è chiaro in che modo il sistema di verifica nazionale funzionerà, oltre al fatto che richiederà l'ID e il riconoscimento facciale.

Alcuni giochi, in ogni caso, utilizzano già funzioni simili: Arena of Valor, uno dei videogame più popolari al mondo e in particolar modo in Cina, già utilizza un sistema di riconoscimento facciale per l'accesso.

Negli ultimi anni la Cina ha limitao sempre di più l'accesso ai videogame per i minori e, in generale, ha imposto regole severe per la pubblicazione di giochi e l'apertura di servizi/store. Steam, ad esempio, ha uno store dedicato esclusivamente alla Cina, separato da quello delle altre nazioni.

Fonte dell'articolo: www.techtimes.com

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