Combattenti per la libertà o liberi di combattere?

Homefront: The Revolution è il seguito del primo capitolo pubblicato ben cinque anni fa. Nonostante uno sviluppo lungo e travagliato quest'ultima iterazione è giunta al pubblico con una formula di gioco totalmente rinnovata.

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a cura di Matteo Lusso

Combattenti per la libertà o liberi di combattere?

I sistemi per uccidere i nemici sono abbastanza fantasiosi. Le armi della resistenza sono malconce e tenute insieme dagli elastici, però sono molto efficaci: si possono sia potenziare che "trasformare" in qualsiasi momento.

Una pistola può diventare una mitraglietta e una balestra un lanciafiamme. Questa soluzione è fra le più creative del gioco e anche gli esplosivi non sono da meno. Infatti si può usare un'auto radiocomandata e guidarla fino ad un veicolo corazzato per farlo esplodere. Sfortunatamente anche se i mezzi per uno stile di gioco stealth non mancano, è molto più semplice e veloce muoversi come Rambo fra le poche tipologie di nemici. 

I conflitti a fuoco sono puramente arcade e molto rapidi. La balistica dei proiettili è lineare, quindi basta semplicemente puntare il nemico e sparare. Unica nota di biasimo i mirini; la loro posizione non è perfetta e l'arma copre gran parte del bersaglio, quindi molti colpi rischiano di mancare il bersaglio.

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I norc non sono molto differenti fra loro e per stenderli bastano un paio di proiettili, mentre un colpo di RPG o una bomba distrugge tutti i corazzati, a scapito di qualsiasi tattica in grado di aggiungere un po' di pepe al combattimento.

Se preferite si può anche fare un po' di guerriglia in compagnia dedicandosi al multigiocatore co-op. In maniera molto simile a quanto visto con Dragon Age: Inquisition, questa modalità è separata dalla storia principale e consente di giocare sei missioni assieme ad altre quattro persone. Si può creare il proprio personaggio, personalizzarne l'aspetto e ottenere nuovo equipaggiamento con le ricompense ottenute. Non si tratta certamente della modalità più importante, ma può offrire qualche ora di gioco in più.

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Nel complesso, Homefront: The Revolution pecca sotto molti aspetti ma riesce comunque a divertire. Non si tratta di un passo indietro rispetto al capitolo precedente e comunque pone le basi per la rinascita della serie.

Gli sviluppatori di Dambuster Studios però potevano fare meglio. Se volete giocare ad uno sparattutto con una "spruzzatina di open world" e riuscite a sorvolare sui difetti principali, allora non vi pentirete dell'acquisto. In caso contrario, è meglio lasciare l'america in mano ai coreani.