Quando arriverà PlayStation 6, ma soprattutto: come sarà? Dopo anni in cui ogni nuova console si è limitata a spingere su potenza, risoluzione e frame rate, la prossima macchina di Sony potrebbe rappresentare un vero cambio di paradigma, o si limiterà a potenziarsi senza davvero innovare?
Questa è la domanda che si stanno facendo i fan di tutto il mondo ma, se lo chiedete a me, io direi che con la prossima generazione PlayStation qualcosa potrebbe cambiare. Anzi, penso proprio che la prossima console sarà pensata non solo per fare “di più”, ma per farlo in modo diverso. Perché? Lasciatemi fare il punto.
Cosa dicono i leak su PS6?
Partiamo da quelle che sono le informazioni che abbiamo o che, per lo meno, sembrerebbero trapelate nel corso dell'ultimo anno. Ovviamente parliamo di voci di corridoio, presunti leak e, in quanto tali, li prenderemo con le pinze, ma consideriamoli pure un punto di partenza ai fini del nostro ragionamento, usandoli per immaginare quello che potrebbe essere la console PlayStation del futuro.
PS5 è arrivata sul mercato nel novembre 2020 e, se consideriamo la durata media di una generazione PlayStation, che storicamente oscilla tra i sei e i sette anni, è realistico immaginare che PS6 potrebbe debuttare attorno al 2027. Alcuni rumor interni parlano già di dev-kit in mano ai principali studi di sviluppo: un segnale credibile, considerando che i giochi tripla A impiegano quattro o cinque anni per sfruttare appieno un nuovo hardware.
Dal punto di vista tecnico, le indiscrezioni indicano la continuità con AMD come partner per CPU e GPU. Si parla di una nuova APU basata su architetture Zen 5 o Zen 6, abbinate a una GPU RDNA 5 o RDNA 6, evoluzioni della RDNA 2 attuale. L’obiettivo sarebbe garantire 60 FPS stabili anche con ray tracing attivo, almeno a 1440p upscalato a 4K. Alcune fonti citano l’introduzione di un chip dedicato all’intelligenza artificiale e all’upscaling, una sorta di NPU integrata per competere con soluzioni come il DLSS di NVIDIA o l’FSR evoluto di AMD.
Sul fronte della memoria, si parla di un quantitativo compreso tra 32 e 64 GB di RAM GDDR7 unificata, con una larghezza di banda superiore ai 1.000 GB/s, quasi il doppio rispetto ai 448 GB/s di PS5. L’unità di archiviazione, invece, dovrebbe adottare lo standard PCIe 5.0, con velocità nell’ordine dei 15-20 GB/s, affiancate da algoritmi di compressione e decompressione sempre più sofisticati.
Come sarà veramente PS6?
Naturalmente, i rumor non sono sempre affidabili, ma tra le informazioni circolate, alcune ipotesi appaiono più realistiche di altre e credo che, tra le varie, ci siano delle informazioni che si avvicineranno molto a quella che sarà la console nella sua forma definitiva. Ad esempio, ritengo che per quanto concerne la CPU, sia quasi certo che Sony continuerà a utilizzare un’architettura x86 di AMD, sia per motivi di compatibilità sia di continuità con PS4 e PS5. Se la console uscisse tra il 2027 e il 2028, sarebbe lecito aspettarsi una CPU basata su Zen 6 o su una versione perfezionata di Zen 5.
Oggi PS5 dispone di otto core a 3,5 GHz; uno scenario credibile per PS6 potrebbe essere un design simile, ma con frequenze stabili sopra i 4 GHz e un IPC più elevato. Tuttavia, sarà la parte grafica a subire le trasformazioni più significative.
La GPU di PS5 genera una potenza bruta di circa 10 TFLOPs su architettura RDNA 2, con funzioni di ray tracing ancora acerbe. Entro il 2027, la tecnologia RDNA sarà arrivata alla quinta o sesta generazione: una GPU di PS6 potrebbe quindi raggiungere i 25-30 TFLOPs, con feature avanzate di ray tracing e nuove unità dedicate a upscaling e frame generation.
Ovviamente, non saranno i “teraflops” in sé a fare la differenza, ma la presenza di hardware pensato per queste nuove tecniche. Il frame generation, tanto discusso, diventerà probabilmente una componente fissa dei titoli futuri, implementata di default nei motori grafici per assicurare 4K e 60 fps costanti, o addirittura 120 fps percepiti a risoluzioni inferiori come 1440p.
Per quanto riguarda la memoria, è lecito aspettarsi almeno 32 GB di GDDR7, con la possibilità di una configurazione da 48 GB, utile per gestire le richieste crescenti di IA e upscaling, trattandosi di memoria condivisa, mentre sul fronte SSD, è auspicabile l'implementazione di un’unità PCIe 5.0 da almeno 2 TB, ormai necessari per l'installazione di titoli spesso molto esosi dal punto di vista dello spazio richiesto. Al netto di questo, se restasse la possibilità di avere una console con uno slot di espansione, direi che la cosa sarebbe gradita.
PS6 avrà anche l’intelligenza artificiale?
Visti gli anni in cui siamo, e l'ormai quotidiano progresso nel campo dello sviluppo e delle integrazioni delle IA, direi che è lecito aspettarsi che PS6 integri una NPU dedicata, capace di gestire calcoli di inferenza in tempo reale. Tuttavia, il suo impiego sarà inizialmente limitato, un po’ come avvenne con il ray tracing su PS5.
L’integrazione di una NPU non richiede costi elevati, e i giochi del futuro potranno sfruttarla per diversi scopi. In primo luogo, per migliorare l’upscaling, velocizzando le tecniche di analisi dei pixel e di ricostruzione temporale dei frame, ottenendo così una qualità d’immagine più accurata e stabile.
L’intelligenza artificiale potrebbe poi avere un ruolo nella gestione degli NPC e nelle interazioni di molti dei videogame del futuro, grazie a modelli linguistici locali sempre meno esigenti in termini di risorse. Un altro impiego possibile riguarda la fisica procedurale e l’animazione: le NPU potranno correggere e adattare i movimenti dei personaggi in tempo reale, rendendo più naturali le simulazioni di corpi e superfici.
Infine, un ulteriore campo di applicazione sarà l’audio. L’attuale 3D Audio della PS5 potrebbe evolversi in un sistema capace di elaborare ambienti sonori dinamici e complessi, simulando riflessioni e riverberi realistici senza gravare su CPU e GPU.
I videogiochi di PS6 saranno in 8K?
Passiamo a una questione che, di certo, interesserà i più: con la prossima console PlayStation, avremo giochi in risoluzione 8K nativa?
Se volete il mio parere, la risposta è "no". O almeno non in modo nativo. La corsa alla risoluzione ha ormai raggiunto un punto di saturazione, e oggi il 4K è già più che sufficiente per la maggior parte degli utenti, senza contare che la differenza con l’8K è davvero impercettibile, se non su schermi di dimensioni importanti, o comunque oltre i 75 pollici e a distanza molto ravvicinata.
Per il resto le differenze sono per lo più impercettibili, e puntare sull’8K significherebbe aumentare in modo eccessivo il carico sulla GPU e sulla memoria, senza benefici reali per l’esperienza dell’utente. È possibile che PS6 offra il supporto nominale all’8K, ma nella pratica si tratterà quasi sempre di upscaling.
L’obiettivo principale sarà garantire un 4K/60 fps costante con ray tracing attivo, e in alcuni casi arrivare a un frame rate percepito di 120 fps grazie alla frame generation.
PS5 vs PS6, quale sarà la console migliore?
PlayStation 5 è una macchina potente, capace di gestire il ray tracing e tempi di caricamento quasi istantanei. Tuttavia, ha mostrato anche limiti evidenti: frame rate instabili, compromessi tra risoluzione e fluidità, texture pesanti e un ray tracing che raramente raggiunge i 60 fps.
Per fare concretamente di meglio, PS6 dovrebbe anzitutto risolvere questi problemi, più che cercare di attuare una rivoluzione concettuale. Dal mio punto di vista, il vero salto non sarà tanto nella potenza bruta, quanto nell’integrazione di hardware dedicato per IA e upscaling, in grado di garantire finalmente 4K/60 fps costanti con ray tracing completo.
In altre parole, PS6 potrebbe realizzare ciò che PS5 aveva promesso: un’esperienza stabile, fluida e senza compromessi, grazie all’evoluzione del rendering e non solo all’aumento della potenza di calcolo. A questo si aggiungeranno mondi aperti più estesi e caricamenti ancora più rapidi, supportati da una base hardware più robusta.
Quanto costerà PS6?
Analizzando quella che è la storia dei prezzi delle console PlayStation, direi che è possibile, sin da ora, provare a contestualizzare quelle che saranno le strategie di lancio di PS6 da parte di Sony.
La prima console, lanciata nel 1995, arrivò sul mercato statunitense a 299 dollari, lo stesso prezzo mantenuto da PS2 nel 2000. Con PS3, nel 2006, la cifra salì a 499 dollari per la versione base e 599 dollari per quella da 60 GB, un salto che penalizzò le vendite iniziali.
Nel 2013 PS4 debuttò a 399 euro, seguita nel 2016 da PS4 Slim (299 euro) e PS4 Pro (399 euro), la prima “mid-gen” potenziata. PS5, invece, venne lanciata nel novembre 2020 a 499,99 euro per la versione con lettore ottico e 399,99 euro per la Digital Edition, ma subì un aumento di prezzo nel 2022: 549,99 e 449,99 euro rispettivamente.
Nel 2023 arrivò PS5 Slim, mantenendo i prezzi aggiornati, e nel 2025 un nuovo ritocco: la Digital Edition passò a 499,99 euro, mentre la versione con disco rimase a 549,99. A completare il quadro, la PS5 Pro è oggi proposta a 799 euro, senza lettore e senza stand, con un costo effettivo che supera i 900 euro nella configurazione completa.
Alla luce di tutto questo, è difficile immaginare che PS6 possa costare meno di 600 euro. Considerando il posizionamento della PS5 Pro e le specifiche tecniche attese, il prezzo più plausibile per la nuova generazione potrebbe oscillare tra 799 e 899 euro. Superare la soglia psicologica dei 999 euro appare improbabile: Sony l’ha già sperimentato e sa quanto possa incidere sulle vendite.