Con i giochi sportivi si campa, piuttosto bene

I premi offerti dai tornei USA più blasonati mostrano che è possibile guadagnare con i videogiochi, anche senza venderli.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le competizioni di videogiochi sono eventi sempre più diffusi, in particolare quelle dedicate ai titoli sportivi, che richiamano decine di migliaia di giocatori, che vi partecipano anche online.

Electronics Arts si sta dando molto da fare nell'organizzazione di questi eventi, che chiaramente considera un buon mezzo promozionale. L'evento principale è il Madden Challenge, che vede affrontarsi migliaia di giocatori sui campi virtuali dalla National Football League.

Un vincitore può portarsi a casa fino a 50.000 dollari, com'è successo a Lee Green, ventenne di Philadelphia, o a Eric Wright, che si è portato a casa 180.000 dollari in contanti, sempre grazie a Madden. Insomma, un lavoro in piena regola, che può offrire entrate piuttosto sostanziose.

Mano a mano che crescono partecipanti e copie vendute, cresce anche il valore di premi e sponsorizzazioni.

Brian Movalson, di EA Sports, ha affermato che "il prossimo passo sarà la creazione di eventi multipli e di una stagione regolare, simile al PGA TOUR, con master e altri eventi durante l'anno".

Non c'è solo il football americano, infatti anche altri eventi portano cifre di tutto rispetto nelle tasche dei vincitori: NASCAR Challenge offre fino a 10.000 dollari, mentre NBA LIVE Challenge arriva a 25.000.

Un fenomeno in crescita, del tutto coerente con il peso sempre più importante del mercato dei videogiochi. Non ci stupirebbe, tra qualche anno, trovarci a parlare dei premi per tornei di Doom, o Starcraft, e di come ci si possa mantenere con quelli.

Gli "atleti virtuali" non guadagnano certo le cifre stellari di quelli che sudano davvero. La domanda, però, non se diventeranno altrettanto famosi e ricchi, ma quando.

L'altra questione, altrettanto importante, è l'impatto sulla salute e sullo stile di vita: già ora è la diffusione dell'attività fisica è sempre più in crisi tra i giovanissimi. Che effetto potrebbe avere una potenziale trasformazione in impiego del passatempo che più li tiene lontani dal sudore?

Voi cosa ne pensate?