Dead Island 2: Haus | Recensione

La prima espansione maggiore di Dead Island 2, sposta l'azione a Malibù, in una villa di proprietà di un culto votato al lusso, al latex e al sangue.

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a cura di Andrea Maiellano

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La prima espansione “Maggiore” di Dead Island 2 non poteva che uscire in quel momento dell’anno, dove tutti sono intenti a festeggiare Halloween.

Haus, difatti, propone un tecno-culto segreto arroccato in una villa di Malibù, adornata da cascate di sangue, arredi lussuosi, vestiti di latex e strumenti di tortura; teste parlanti; zombie vestiti di pelle; tre nuove armi; otto nuove carte abilità e una manciata di missioni secondarie per il gioco principale. 

Insomma un piatto decisamente ricco, perlomeno sulla carta, ma saprà essere anche una seconda portata gustosa quanto la prima? O si limiterà a fare il classico “compitino”, accontentando i fan con una manciata di ore di gioco extra, prima di finire nel dimenticatoio?

La risposta a questa domanda è esattamente nel centro, in quanto Haus è un’espansione che, pur non aggiungendo nulla all’esperienza principale (sia in termini meramente narrativi che per quanto riguarda il gameplay), riesce a divertire per tutta la sua durata grazie a una sceneggiatura sopra le righe, una progressione ben congegnata e una discreta varietà di situazioni.

Haus può essere fruito in due modi: durante la campagna principale o al termine della storia.

Sembra un’ovvietà ma mai come in questo caso, affrontare Haus alla fine dell’avventura principale, rende la progressione di questa espansione meno interessante. 

Il motivo è tutto da ritrovarsi in una buona sinergia fra il progredire degli eventi principali e quelli che avvengono all’interno della peculiare villa di Malibù che fa da cornice a questa espansione.

È difatti possibile accedere ad Haus, attraverso un invito formale che comparirà nella villa di Emma, dopo una manciata di ore spese in compagnia delle missioni principali. 

Non sono richiesti requisiti particolari per cominciare l’espansione ma sarà obbligatorio a vere a disposizione la “Furia” per poterla portare a termine. 

Haus, difatti, è suddiviso in due atti, i quali sono intervallati proprio dall’aver ottenuto, o meno, la “Furia”. Non averla, obbligherà il protagonista a ritornare a Bel Air in attesa di “diventare degno”, mentre possederla farà progredire l’espansione senza interruzioni di sorta.

I motivi per i quali è consigliato affrontare Haus durante la campagna principale sono due: la difficoltà di questa espansione e la possibilità di sfruttare le armi, e le abilità, ottenute al suo interno durante la campagna principale di Dead Island 2.

Haus, infatti, pur non presentando enormi differenze in termini di gameplay rispetto al gioco principale, offre una manciata di nuove categorie di armi, fra le quali l’ottima balestra,  che è un peccato sfruttare esclusivamente all’interno dell’espansione, specialmente perché alcune di queste vengono consegnate solamente nelle fasi finali di Haus.

Allo stesso modo, anche le nuove abilità si rivelano molto potenti (alcune persino rotte se vogliamo proprio essere precisi) e, per certi versi, sprecate se utilizzate solo all’interno dell’espansione. 

Per quanto riguarda, invece, la difficoltà, questa prima espansione “maggiore” offre una sfida piuttosto soddisfacente se la si affronta parallelamente alla campagna principale, mentre risulta molto più semplice se ne si fruisce quando oramai non si ha più nulla da fare all’interno di Dead Island 2. 

Come facciamo a saperlo? Perché assieme all’espansione, ci è stato fornito un salvataggio “a metà campagna” che ci ha permesso di provare, e finire, Haus sia nella partita ultimata durante la nostra recensione, sia in parallelo con la campagna principale. 

Infine, per quanto si tratti più di un divertissement che di una aggiunta importante, Haus mette a disposizione una manciata di missioni secondarie nella mappa originale del gioco, offrendo un’oretta extra di contenuti che, nella loro semplicità, risultano comunque coerenti con il resto dell’offerta.

Come avrete notato, non vi abbiamo minimamente parlato né della trama, né del gameplay di Haus e le motivazioni sono molto semplici: per quanto concerne il comparto narrativo, questa espansione punta tutto sull’essere talmente sopra le righe da risultare quasi demenziale. 

Le citazioni alle opere di Raimi si sprecano, così come a tutto il panorama dei B-Movie a tema morti viventi e culti di qualsivoglia genere.

Quello che, però, abbiamo apprezzato è che tutta questa follia non è fine a se stessa ma risulta, nel limite del contesto di Dead Island 2, coerente con le atmosfere del gioco originale.

Per quanto riguarda il gameplay, invece, tutto è esattamente identico al gioco principale. Haus si limita a proporre un paio di puzzle ambientali inediti ma, a parte questo, tutto si comporta in maniera analoga a Dead Island 2. 

Laddove tecnicamente siamo di fronte allo stesso prodotto analizzato nella nostra precedente recensione, per quanto riguarda le ambientazioni Haus offre una serie di biomi molto interessanti e che, cercando di evitarvi troppe anticipazioni, risultano vari e ben differenziati fra l’oro.

Avere a disposizione una ambientazione “chiusa” (le virgolette sono d’obbligo ma le capirete solo giocando l’espansione) ha permesso agli sviluppatori di sperimentare e non possiamo dire che si siano trattenuti nel farlo.

Quello che invece abbiamo apprezzato meno è stata la poca varietà nei nemici, i quali al netto di un cambio di look per essere coerenti con il setting di Haus, si limitano a essere gli stessi del gioco principale, solo più numerosi e, per certi versi, più aggressivi.

In conclusione Haus non è un’espansione capace di far cambiare idea a chi non ha apprezzato Dead Island 2, limitandosi a far divertire, per qualche ora, chi ha adorato il gioco principale con una serie di situazioni deliranti e sopra le righe.

Tutto ciò che Dambuster ha messo sul piatto funziona e non risulta mai tedioso ma l’aver infilato Haus all’interno della campagna principale, per quanto si riveli ottimo per i nuovi giocatori, potrebbe risultare poco attraente per quelli che hanno già finito da tempo la loro avventura con Dead Island 2.

Non parliamo, difatti, di un’espansione che, da sola, merita di rigiocare il gioco principale ma rimane, comunque, meritevole di essere giocato per chi ha apprezzato l’ultima fatica targata Dambuster.