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Detective Pikachu: Il Ritorno | Recensione

Detective Pikachu ritorna, a cinque anni di distanza, con un secondo capitolo coerente con le radici della serie ma leggermente fuori tempo massimo

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a cura di Andrea Maiellano

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Era solo questione di tempo prima che Detective Pikachu facesse il suo ritorno. D’altronde, in questi 6 anni di Nintendo Switch, l’enorme base installata di console ibride ha permesso a numerose IP sopite del Colosso Di Kyoto di tornare alla ribalta. 

Non mi ha stupito più di tanto, quindi, veder ritornare, a 5 anni di distanza dalla sua prima avventura sul Nintendo 3DS, quel peculiare Pikachu privo di poteri e dalla voce baritonale.

La vera scommessa per Creatures, però, era quella di sfruttare a dovere sia il nuovo hardware di Nintendo, sia la popolarità ottenuta da Detective Pikachu in seguito all’ottimo film che lo ha visto protagonista nel 2019 (e che indubbiamente trainerà le vendite di questo nuovo capitolo), per offrire un’esperienza che riuscisse a rivelarsi più strutturata e varia, rispetto alla precedente iterazione.

Purtroppo, e mi dispiace davvero dirlo, Creatures ha preferito giocare in difesa, realizzando un titolo godibile, sotto praticamente ogni punto di vista, ma che non si scompone mai, limitandosi a proporre, con qualche miglioria, quanto già visto nel primo Detective Pikachu in maniera fin troppo conservatrice. 

Il risultato finale, ve lo anticipo subito, è un prodotto che, nuovamente, farà la gioia dei più piccini, e di tutti i fan più hardcore dei Pokémon, non riuscendo, però, a offrire nulla di realmente sostanzioso ai giocatori più attempati. 

Grossi Guai A Ryme City

Detective Pikachu: Il Ritorno, comincia con un doveroso riassunto del capitolo precedente, in maniera tale da permettere a chi non ha mai avuto modo di giocare il primo episodio su Nintendo 3DS, di comprendere la storia fino a ora. 

Un dettaglio che ho indubbiamente apprezzato, considerando che la storia di questo sequel comincia due anni dopo il precedente capitolo, portando avanti quegli intrecci narrativi ancora privi di una conclusione. Detective Pikachu, e il giovane Tim Goodman, sono ancora alla ricerca di Harry, lo storico partner di indagini dell’iconico roditore giallo, nonché padre di Tim. 

Negli anni passati dalla precedente avventura, il duo di investigatori ha portato a termine sempre meno casi, in virtù di un periodo di pacifica calma che ha avvolto Ryme City in seguito alla minaccia della misteriosa Sostanza R. In questo lungo lasso di tempo, la coppia di investigatori non ha mai smesso di indagare sulla misteriosa scomparsa di Harry ma la penuria di indizi non li ha aiutati nella loro impresa. 

Un giorno come tanti, però, durante le celebrazioni che si tengono a Ryme City per la settimana dell’amicizia fra umani e Pokémon, un Corviknight fuori controllo inizia a seminare il panico fra le strade della metropoli, portando Tim e Detective Pikachu a indagare sulle ragioni di questa nuova minaccia.

Ovviamente questo è solo l’incipit dell’avventura, la quale si diramerà attravero una serie di trame verticali (i casi che il duo andrà a risolvere durante l’avventura) e una narrazione verticale che cercherà, seppur in maniera molto semplice, di connettere tutti gli avvenimenti che vedranno protagonisti Tim e Detective Pikachu.

La storia di Detective Pikachu: Il Ritorno non si può dire che non sia ben realizzata. Ogni elemento è stato inserito al posto giusto, in un perfetto esercizio di stile, per regalare un’esperienza analoga al visionare un lungo cartone animato interattivo.

Bisogna, però, tenere a mente che il target di riferimento è il pubblico dei più giovani. Pikachu non è costantemente “borderline” negli atteggiamenti come quello del film, le tematiche non sono mai eccessivamente impegnate e la maggior parte dei colpi di scena, o dei casi, risulterà molto ovvia ai giocatori più navigati, o semplicemente meno giovani. 

Non è un male, sia chiaro, ma risulta doveroso indicarlo, onde evitare che le aspettative di determinate tipologie di giocatori, vengano infrante da un prodotto che è chiaramente indirizzato ai più piccini.

Nessuno sa la verità ma Pikachu la svelerà

Detective Pikachu: Il Ritorno è un mistery game molto basilare nella sua struttura. Pikachu e Tim collaboreranno per risolvere i vari casi che si susseguiranno durante il gioco, con quest’ultimo che potrà essere spostato liberamente all’interno dei vari ambienti di gioco, per esaminare le aree sospette o per interrogare i sospettati. 

Se uno dei testimoni sarà un Pokémon, la palla passerà a Detective Pikachu, il quale potrà  porre alcune domande ai vari Pokémon presenti sulla scena del crimine, per ottenere informazioni altrimenti inaccessibili agli umani. 

Tutte le informazioni raccolte dal duo di investigatori verranno raccolte in un taccuino e, quando saranno state collezionate un numero soddisfacente di prove, si potrà cominciare a trarre delle conclusioni tramite un minigioco a risposta multipla. Ogni conclusione corretta, comporrà un mosaico più grande che servirà, ai due investigatori, per risolvere il caso. 

A rendere meno ridondanti le dinamiche di gioco, intervengono tutta una serie di situazioni atte a rendere più dinamiche le cut-scene o a variegare il gameplay. Che siano dei brevi quick time event mono tasto o quelle situazioni che richiederanno a Detective Pikachu di sfruttare le abilità dei Pokémon per indagare, esplorare o superare determinati ostacoli, questi brevi momenti riescono a centrare il loro obiettivo, rendendo leggermente più varia l’esperienza finale. 

Ho ripetuto più volte che Detective Pikachu: Il Ritorno è un titolo chiaramente indirizzato a un pubblico più giovane ma questo non giustifica la sua estrema semplicità. Nell’ultima produzione di Creations, esattamente come succedeva con il primo capitolo della serie, è impossibile perdere.

Ogni qualvolta si sceglie l’opzione errata, che sia durante le fasi conclusive di un’indagine o nelle sezioni d’investigazione, il peggio che può succedere al giocatore è di ritorvarsi a leggere qualche linea di dialogo aggiuntiva dove si viene redarguiti per il proprio errore, permettendo rapidamente di riprovare. Viene da se che questo aspetto, unito agli episodi in cui i quesiti propongono solo due soluzioni, renda il tutto fin troppo semplice, anche per un pubblico molto giovane.

Se a questo importante dettaglio si aggiunge che la maggior parte dell’azione di gioco si sviluppa muovendo Tim in ambientazioni dalle dimensioni contenute, premendo "A" quando ci si trova in prossimità di un’indizio o di un indiziato, e che in qualsivoglia momento si può richiamare Detective Pikachu per avere suggerimenti su come progredire in casi già di per se molto semplici e guidati, il risultato finale è un Mistery Game all’acqua di rose e con l’unica ambizione di intrattenere i giocatori attraverso un cartone interattivo dalla storia indubbiamente piacevole e spensierata. 

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Tecnicamente fuori tempo massimo

Non me la sento di dire che Detective Pikachu: Il Ritorno sia un prodotto tecnicamente brutto. Il vero problema dell’ultima produzione targata Creatures, è quello di far sembrare il team di sviluppo incapace di osare sul versante tecnico.

Tutto funziona bene e la visione d’insieme è più che accettabile, specialmente se fruito in mobilità, ma i modelli poligonali, le animazioni dei personaggi e le ambientazioni, restituiscono sensazioni discordanti, più vicine a quelle offerte da una Remastered, ben confezionata, di un gioco per 3DS che di quelle profuse da un vero e proprio titolo first party per Nintendo Switch. 

Non ci sono bug invalidanti, performance altalenanti o problematiche di performance di qualsivoglia tipologia ma la semplicità con cui tutto è stato realizzato non fa mai brillare pienamente il comparto tecnico di Detective Pikachu: Il Ritorno. Laddove le animazioni facciali di alcuni personaggi risultano convincenti, il vederli girarsi con le stesse movenze presenti in una produzione di una decade e mezza fa, lascia interdetti.

Allo stesso tempo le dimensioni contenute di ogni singola area rende poco digeribile la presenza di muri invisibili o di sezioni con pochi dettagli  e un’illuminazione praticamente inesistente.

Come sostenevo poc’anzi, la definizione migliore per definire il comparto tecnico di Detective Pikachu: Il Ritorno è “un titolo per 3DS sotto steroidi” in quanto tutti le arretratezze grafiche che si possono percepire, sembrano prese di peso dalle esperienze offerte dai titoli della celebre console portatile di Nintendo. 

Nulla da eccepire, invece, per quanto riguarda doppiaggio e localizzazione. Detective Pikachu: Il Ritorno presenta tutti i dialoghi recitati in lingua inglese con una traduzione integrale di tutti i testi in Italiano, la quale risulta curata in ogni suo aspetto. 

Voto Recensione di Detective Pikachu: Il Ritorno


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia disimpegnata ma ben confezionata.

  • - Gameplay perfetto per i più piccoli

  • - Detective Pikachu è un personaggio ben caratterizzato

Contro

  • - Tecnicamente poco convincente

  • - L'impossibilità di sbagliare lo rende eccessivamente semplice

  • - Meccaniche di gioco leggermente ridondanti.

Commento

Detective Pikachu: Il Ritorno è un seguito che resta troppo ancorato al passato, fossilizzandosi in una "comfort zone" che restituisce una produzione che si discosta di poco dal suo predecessore in termini di novità. È chiaramente un Mistery Game pensato per i più piccini, il quale, seppur ben confezionato, risulta eccessivamente semplice, e leggermente ridondante nelle meccaniche di gioco, al punto da sembrare più un cartone animato interattivo che un gioco. Resta comunque consigliato ai fan di questa peculiare versione di Pikachu, così come a tutti i fan dei Pokémon.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Detective Pikachu: Il Ritorno - Nintendo Switch

Detective Pikachu: Il Ritorno - Nintendo Switch