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Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake, l'eredità di Erdrick | Provato

Abbiamo avuto l'occasione di provare in un breve hands-on l'atteso Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake in arrivo il prossimo 30 ottobre.

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Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Pubblicato il 27/05/2025 alle 09:00

L’anno scorso Square Enix ci ha regalato con Dragon Quest 3 HD-2D Remake una bellissima trasposizione in chiave moderna di uno dei suoi più grandi classici. Un’opera irrinunciabile per gli amanti dei JRPG, riproposta al grande pubblico in una veste resa celebre da Octopath Traveler e capace di strizzare l’occhio sia ai vecchi appassionati che alle nuove generazioni.

A ricevere lo stesso trattamento saranno a breve anche i primi due capitoli della saga nata per mano di Yūji Horii con l’incommensurabile supporto di Akira Toriyama. Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake, questo il nome della collection, arriverà infatti il prossimo 30 ottobre su Switch, Switch 2, PC, Xbox Series e PS5, andando così a completare la cosiddetta trilogia di Erdrick. Purtroppo mancano ancora diversi mesi al lancio ufficiale, ma abbiamo comunque avuto modo di ingannare l'attesa nei giorni scorsi provando per una prima volta il titolo con un fugace hands-on.

Il ritorno di due grandi classici

La nostra prima prova in compagnia di Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake è infatti durata un’oretta scarsa, con la sessione che si è più o meno equamente divisa tra il primo e il secondo capitolo. Un quantitativo di tempo limitato, ma che ci ha comunque concesso di scoprire qualcosa di più sulla collection.

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La prima cosa che ci è stata raccontata, oltre al fatto che anche lo stesso Yūji Horii ha collaborato ai lavori sul gioco, è di come Square Enix si sia mossa per rendere il tutto maggiormente coeso anche con il terzo capitolo. Sebbene sia cronologicamente uscito dopo gli episodi oggetto della riedizione, Dragon Quest 3 è infatti a livello temporale posto prima di questi due.

Per sottolineare come il mondo di gioco sia condiviso dall’intera trilogia di Erdrick, il publisher nipponico ha ad esempio introdotto molti dei mostri presenti in origine solo nel terzo titolo nei remake dei primi due. Un qualcosa che farà sicuramente piacere agli appassionati storici e che va anche ad aumentare l’immedesimazione in tutti coloro che hanno vissuto per la prima volta Dragon Quest 3 con il remake dello scorso anno.

Tra tradizione e innovazione

Il nostro primo contatto con Dragon Quest 1 Remake si è svolto nelle fasi iniziali dell’avventura, mentre il nostro protagonista cercava di scoprire qualcosa di più sul leggendario Erdrick. Una sezione ambientata quasi esclusivamente all’interno di un villaggio e capace di denotare fin da subito come l’HD-2D sia anche qui decisamente in forma. I vari edifici sono infatti stati ricreati con grande cura e riescono a colpire l’occhio del giocatore, restituendo quel magico feedback a cui Square Enix ci ha abituato ormai da qualche anno con operazioni di questo tipo. Ottimo anche il trattamento che è stato riservato alle sezioni sulla mappa di gioco, dove come da tradizione i personaggi sono sproporzionati rispetto a città, alberi e quant’altro. 

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La commistione tra vecchio e nuovo è infatti decisamente riuscita e di grande impatto; tutte cose, comunque, che già ben saprete se avete giocato il remake del terzo episodio o altri giochi in HD-2D. Qualche appunto resta solo sulla gestione della prospettiva e delle inquadrature, che talvolta ingannano l’occhio del giocatore.

La sezione dedicata a Dragon Quest 2 Remake è invece stata leggermente più lunga e ci ha visto comandare un team di personaggi e non uno unico come la prova dedicata al primo capitolo. Il nostro obiettivo era quello di prepararci per un’ardua missione a Moonbrooke, visitando una serie di villaggi e castelli partendo da quello di Midenhall. Un hands-on che, oltre a permetterci di visitare bellissime ambientazioni che hanno ricevuto il medesimo trattamento del primo episodio, ci ha anche concesso di incrociare le lame con numerosi avversari, compreso anche un boss.

Snellire il passato

I combattimenti di Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake sono ovviamente a turni e ripropongono le classiche meccaniche del genere, anche se Square Enix ha pensato comunque a qualche trovata per renderli meno pesanti per i neofiti. Non manca, ad esempio, la possibilità di aumentare la velocità degli scontri, un qualcosa che tornerà sicuramente utile alla grande dopo essersi imbattuti più e più volte nei medesimi avversari. La presenza dell'auto battling, poi, consentirà di andare più spediti e di concentrare forze ed energie solo nelle sfide più impegnative.

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Ogni personaggio potrà inoltre o essere comandato direttamente negli scontri o seguire un pattern predeterminato. Presenti, infatti, svariate tattiche che impostano la strategia nei combattimenti dei vari eroi, con alcune che spingono ad esempio sull’offensiva totale, mentre altre su modalità di ingaggio più incaute. Possibile, inoltre, anche puntare a non utilizzare i PM e, di conseguenza, preservarli per il futuro. Insomma, Square Enix ha sicuramente lavorato a fondo per rendere gli scontri sia piacevoli che meno invasivi per chi vuole procedere più spedito.

Il fulcro di Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake è quindi anche sotto tale punto di vista lo stesso, ossia rendere i due grandi classici vivibili e godibili al contempo sia dai vecchi appassionati, che non ammettono grosse variazioni alla formula originale, sia da tutti coloro che vogliono scoprirli solo ora e sono meno avvezzi al genere. Un risultato che, almeno dalla nostra breve prova, sembra assolutamente raggiunto, ovviamente con tutti i vincoli del caso.

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Presente, infine, anche qualche piacevole altra aggiunta, come ad esempio dei costumi alternativi, vedi quelli da cane e gatto, che permettono di vestire i propri personaggi in una maniera differente. Outfit che, tra le altre cose, saranno riproposti anche nelle schermate di caricamento, rendendo il tutto ancora più divertente.

Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake: in conclusione

Dragon Quest 1 & 2 HD-2D Remake sembra proprio come ce lo aspettavamo, ossia un’ottima riproposizione dei due grandi classici Square Enix che segue la strada già tracciata dal terzo capitolo l’anno scorso. Poca rivoluzione e tanta sostanza, insomma: del resto quando si toccano mostri sacri è meglio andarci con i piedi di piombo e questo il publisher nipponico sembra averlo decisamente capito, almeno su questa tipologia di operazioni. Ora non ci resta che attendere il prossimo 30 ottobre, per poterci così lanciare nel completare la trilogia di Erdrick in questa nuova, accattivante veste.

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