La linea che separa il mondo dei videogiochi dalla propaganda bellica si fa sempre più sottile. È questo il caso di Squad 22: ZOV, un nuovo sparatutto tattico che sta sollevando preoccupazioni a livello internazionale, non tanto per i suoi contenuti violenti quanto per i suoi legami diretti con l'apparato militare russo e la sua rappresentazione del conflitto in Ucraina. Mentre il gioco si prepara al lancio sulla piattaforma Steam, emergono inquietanti dettagli sulle sue origini e sulle intenzioni che potrebbero nascondersi dietro quella che appare come una semplice simulazione di guerra.
Sviluppato da SPN Studio, Squad 22: ZOV non nasconde la sua connessione con l'esercito russo. Anzi, la enfatizza come punto di forza: nella descrizione ufficiale si legge chiaramente che il titolo è "basato sulla reale esperienza di guerra dei veterani russi in Ucraina" e che è stato realizzato "con il supporto informativo della Direzione principale politico-militare delle Forze armate della Federazione Russa". Non si tratta dunque di un semplice sparatutto ispirato a eventi reali, ma di un prodotto che si vanta di riprodurre fedelmente tattiche, equipaggiamenti e scenari del conflitto in corso, presentando naturalmente la prospettiva russa.
Il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione ha già puntato il dito contro questo titolo, definendolo uno strumento di propaganda al servizio del Cremlino. Secondo l'organizzazione, il gioco rappresenterebbe "un elemento chiave per il lavaggio del cervello della popolazione", diffondendo la narrativa ufficiale russa sull'invasione dell'Ucraina e glorificando il servizio militare in quella che Mosca continua a chiamare "operazione militare speciale" (SMO).
Particolarmente preoccupante è la dichiarazione presente sulla pagina Steam del gioco, dove si afferma che Squad 22: ZOV è "ufficialmente raccomandato dall'esercito russo come manuale di tattica di fanteria di base per l'addestramento dei cadetti e della Yunarmy". Quest'ultima è l'organizzazione giovanile militare-patriottica russa, fondata nel 2016 dal Ministero della Difesa. Si tratta quindi di un titolo che, oltre all'intrattenimento per il pubblico generale, sembra avere uno scopo formativo per i giovani russi che potrebbero essere chiamati a combattere in futuro.
I consulenti coinvolti nello sviluppo vengono celebrati come "eroi della Federazione Russa" che hanno partecipato ai combattimenti nella regione SMO. Il team di sviluppo ha lavorato a stretto contatto con militari attivi nel conflitto, implementando tattiche e strategie realmente utilizzate sul campo di battaglia ucraino, contribuendo così a creare quello che viene descritto come un'esperienza "autentica e intensa" della guerra di fanteria moderna.
L'indagine condotta da Simulation Daily ha portato alla luce ulteriori elementi inquietanti. L'account X di SPN Studio avrebbe pubblicato messaggi di dubbio gusto, tra cui uno particolarmente cinico in cui si suggeriva che il rifiuto dell'Ucraina di arrendersi potrebbe "fornire l'opportunità di avere un bel po' di contenuti e missioni in più nel gioco". Una dichiarazione che rivela quanto poco rispetto gli sviluppatori sembrano avere per le reali sofferenze causate dal conflitto.
Nonostante le evidenti implicazioni politiche, Squad 22: ZOV ha superato le verifiche di Steam e ora figura nel catalogo con status "in arrivo". Il lancio è previsto a breve, sollevando interrogativi sui criteri utilizzati dalla piattaforma di Valve per valutare contenuti così apertamente legati a propaganda bellica. La questione si inserisce nel più ampio dibattito sulla responsabilità delle piattaforme digitali nel filtrare contenuti potenzialmente dannosi o divisivi.
Secondo quanto riportato dal Centro ucraino per la lotta alla disinformazione, questo videogioco rappresenta solo la punta dell'iceberg di una strategia più ampia del governo russo, che sta spingendo la propaganda di guerra in tutti i settori della vita, incluso l'e-sport e l'intrattenimento digitale. Un approccio che mira a normalizzare la narrativa ufficiale russa sul conflitto, raggiungendo in particolare le generazioni più giovani attraverso mezzi a loro familiari.