Un passo indietro
A inizio avventura si ha la possibilità di scegliere tra un trio di eroi, i quali potranno essere personalizzati progressivamente in 8 differenti classi (dal livello 30) o in 16 (dal livello 60). I punti esperienza sono distribuibili a proprio piacimento in una tabella che racchiude ben poche caratteristiche; stesso identico discorso per le magie, sbloccabili unicamente ad ogni passaggio di livello e facilmente potenziabili con i punti esperienza accumulati.
Come ogni Dungeon Siege che si rispetti, anche Throne of Agony offre la possibilità di scegliere fra una serie di aiutanti per il combattimento (come Golem di pietra o draghi) e compagni di viaggio; purtroppo, però, il gioco impone la scelta di un solo alleato, smussando notevolmente le variabili di gioco. Le limitazioni rispetto ai precedenti capitoli PC non sono ovviamente finite qua: su PSP, infatti, gli slot a propria disposizione per l’inventario sono presenti in numero minore, obbligando il giocatore all’utilizzo incessante di scroll per riportare gli oggetti in città (i meno pazienti troveranno più utile, ma meno proficuo, l’abbandono sul campo), un danno per un hack and slash che poggia le sue basi sul potenziamento dell’arsenale, senza considerare gli incessanti tempi di caricamento per il teletrasporto da una zona all’altra.
Il sistema di gioco, principalmente focalizzato sul massacro di massa, soffre di alcuni bug dovuti alla lettura dei dati via UMD, la quale potrebbe incepparsi per uno o più secondi, bloccando inesorabilmente l’azione. Altro problemino non da poco è la scarsa I.A. del proprio personaggio di supporto, il quale ha la tendenza a fermarsi contro qualche muro, per poi arrivare addirittura a non seguire il protagonista in alcune zone dei dungeon. Lo stesso identico problema affligge periodicamente, alcuni nemici, i quali potrebbero paralizzarsi nel bel mezzo degli scontri senza un reale motivo.