La pressione per implementare l'intelligenza artificiale in ogni aspetto della produzione videoludica sta creando tensioni inaspettate all'interno di Electronic Arts, dove i dipendenti si trovano a fare i conti con una realtà ben diversa dalle promesse della dirigenza. Secondo un'inchiesta di Business Insider, i circa 15.000 lavoratori del colosso americano ricevono da un anno direttive esplicite per utilizzare strumenti di IA in praticamente ogni mansione, dalla scrittura del codice alla creazione di concept art, fino alla gestione delle risorse umane. Il risultato, però, non sembra essere all'altezza delle aspettative.
I problemi tecnici rappresentano solo la punta dell'iceberg di questa trasformazione forzata. Diversi dipendenti, che hanno parlato alla testata americana in forma anonima, hanno denunciato come gli strumenti di intelligenza artificiale che sono costretti a utilizzare producano spesso codice difettoso che richiede correzioni manuali estensive, vanificando di fatto i presunti guadagni di efficienza. La situazione diventa ancora più critica per i team creativi, dove artisti di personaggi e designer di livelli temono per il proprio futuro professionale.
La questione assume contorni inquietanti quando si considera che ai dipendenti viene richiesto di addestrare questi sistemi alimentandoli con il proprio lavoro. In pratica, i creativi stanno formando quella che potrebbe diventare la loro sostituzione tecnologica. Le preoccupazioni non sono infondate: un ex dipendente senior di Respawn, lo studio dietro Apex Legends e Titanfall, ha dichiarato di ritenere che il suo licenziamento la scorsa primavera, insieme ad altri 99 colleghi, sia direttamente collegato all'introduzione di sistemi di IA capaci di analizzare e sintetizzare i feedback dei play tester, mansione che in precedenza svolgeva personalmente.
Documenti interni ottenuti da Business Insider rivelano aspetti ancora più sorprendenti di questa strategia aziendale. Alcuni dipendenti EA sono tenuti a completare corsi di formazione obbligatori sull'intelligenza artificiale e a utilizzare quotidianamente questi strumenti per accelerare i ritmi di produzione. Ma c'è di più: la dirigenza incoraggia a trattare l'IA generativa come un "partner di pensiero", consultandola persino per questioni delicate come formulare risposte ai dipendenti che non ottengono promozioni o aumenti salariali.
Paradossalmente, la stessa Electronic Arts sembra consapevole dei rischi che sta correndo. Nel documento 10-K presentato a maggio alla Securities and Exchange Commission, l'azienda ha dovuto riconoscere esplicitamente i potenziali pericoli legati all'uso improprio di queste tecnologie. La dichiarazione ammette che l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi aziendali e di sviluppo potrebbe sollevare questioni sociali ed etiche che, se gestite in modo inadeguato, potrebbero causare danni legali e reputazionali, erodendo la fiducia dei consumatori nei confronti del marchio e impattando negativamente i risultati finanziari.
Il fenomeno non riguarda solo Electronic Arts, ma attraversa l'intera industria videoludica. Secondo il sondaggio annuale della Game Developers Conference, il 52% degli sviluppatori lavora attualmente in aziende che utilizzano strumenti di IA generativa. Un'analisi condotta a luglio da Totally Human ha rivelato un aumento costante dei giochi su Steam che dichiarano l'utilizzo di intelligenza artificiale generativa, con circa il 20% delle pubblicazioni del 2025 che includono tale informativa. Trattandosi di una dichiarazione volontaria, il numero reale potrebbe essere significativamente più alto.
Di fronte a questa ondata tecnologica, alcuni utenti stanno cercando strumenti per navigare il mercato secondo le proprie preferenze. Steam non offre attualmente un filtro nativo per escludere i giochi con contenuti generati dall'IA, ma SteamDB ha recentemente introdotto questa funzionalità, permettendo agli utenti di visualizzare tutti i titoli che dichiarano l'uso di IA generativa e di escluderli dai risultati di ricerca. Una risposta dal basso a una trasformazione che, almeno per ora, sembra procedere più rapidamente della capacità dell'industria di gestirne le implicazioni.