F.I.S.T. Forged in Shadow Torch | Recensione, un metroidvania di livello
Nei giorni scorsi ci siamo immersi nella distopica Torch City e ci siamo fatti ammaliare da F.I.S.T. Forged in Shadow Torch.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
I due Ori, Hollow Knight, Dead Cells, Ender Lilies e chissà quanti altri: quando si pensa a un indie di successo, capace di catturare l’interesse di pubblico e critica, spesso e volentieri il pensiero ricade su un metroidvania, un genere tanto storico quanto incredibilmente attuale. Non stupisce quindi particolarmente come ad aggiungersi alla lunga lista dei migliori titoli indipendenti di questo 2021 sia proprio un altro esponente del fortunato genere, ossia quel F.I.S.T. Forged in Shadow Torch uscito qualche giorno fa in esclusiva su PS4 e PS5 e atteso prossimamente anche su PC. Un gioco longevo, solido, divertente e adrenalinico, che, nonostante qualche piccola défaillance, ci ha decisamente convinto.
Un coniglio incazzato e un regime da rovesciare
F.I.S.T. ci mette nei panni di Rayton, un coniglio antropomorfo veterano di guerra, costretto a passare le sue giornate tra un rimorso e l’altro a Torch City, un cupo e desolante agglomerato urbano dalle tinte dieselpunk. Una città sotto il giogo della Legione, una coalizione di autonomi e soldati geneticamente modificati, che porta avanti il proprio regno del terrore dopo aver sconfitto anni prima le forze di cui faceva parte anche il nostro Rayton. Il tutto in una escalation di violenze, che arrivano fino al rapimento di un caro amico nonché vecchio compagno d’armi di Rayton e che scatenano la reazione del nostro eroe, immergendolo in una storia fatta di vendetta e tradimento, ribellione e, ovviamente, tante, tante mazzate.
Una trama che va via fluida, senza regalare né momenti eccessivamente sconvolgenti né perdendo colpi per strada, riuscendo quindi a portare avanti un canovaccio narrativo interessante e mai noioso. Forse si poteva evitare qualche luogo comune, vedi ad esempio il ruolo della malavita affidato a dei ratti antropomorfi, ma si tratta veramente del voler cercare il classico piccolo pelo nell’uovo in una storia che riesce a rivelarsi degna comprimaria dell’estetica dieselpunk del gioco.
La Torch City di F.I.S.T. è infatti un setting distopico fatto di sporchi bassifondi, impenetrabili fortezze e rifugi celati, che ci terrà impegnati per circa una ventina di ore. Un lasso di tempo di tutto rispetto, che può essere dilatato ulteriormente cercando i vari potenziamenti e collezionabili disseminati all’interno della mappa di gioco. L’opera di TiGames e Bilibili riesce quindi a convincere sul piano della longevità, spezzando anche sul nascere il rischio di cadere nella ripetitività intervallando sezioni tra di loro differenti, come ad esempio una fase in prigione a metà tra lo stealth e il platforming.
A rendere il tutto ancor più interessante, e questo più che dignitoso quantitativo di ore di gioco degno di essere vissuto, è poi un grande lavoro fatto a livello di level design e di costruzione dei vari ambienti. La maggior parte delle location presenti nell’opera di TiGames è infatti di ottima fattura e riesce spesso e volentieri a restituire anche dei bellissimi scorci 2.5D, in cui ammirare in tutto il suo splendore la fredda Torch City. Città tanto bella da vedere quanto intrigante da esplorare, visto che, come insegna il manuale del buon metroidvania, nell’intera mappa di gioco sono disseminati numerosi collezionabili e potenziamenti, da scovare grazie a un buon spirito d’osservazione e grazie ai nuovi poteri e oggetti in cui ci imbatteremo nel corso della nostra avventura in F.I.S.T. Forged in Shadow Torch.
F.I.S.T.: dal manuale del metroidvania
Così come la nostra capacità di esplorazione si espande pian piano con lo scorrere delle ore, così anche le potenzialità combattive di Rayton diventano sempre maggiori avanzando all’interno del gioco. Se all’inizio il nostro eroe dispone solo di un grosso e potente braccio meccanico nel proprio esoscheletro, l’arsenale a disposizione del combattivo coniglio diventa infatti di poco in poco sempre più corposo, fino ad arrivare a contare tre differenti armi principali e vari gadget. Un semplice ma riuscito escamotage, che regala un buon senso di progressione e concorre ad evitare di rendere stantio il gameplay e i vari scontri di gioco.
Battaglie e scaramucce varie che si declinano in una serie di sane mazzate a distanza ravvicinata, contraddistinte da un discreto numero di combo e da delle animazioni tutto sommato pregevoli. Tra soldati meccanici, delle sorta di samurai, robot e molto altro ancora le stanze diventano poi molto spesso gremite, rendendo gli scontri anche adrenalinici. Buoni, per quanto non trascendentali, gli scontri con i vari boss, che esaltano come facilmente immaginabile il parco mosse di Rayton. Quello di F.I.S.T. Forged in Shadow Torch è quindi un buon sistema di combattimento, che pecca solamente per quanto riguarda il sistema di parata, disponibile nel gioco in due differenti variabili, nessuna delle quali riesce però pienamente a convincere.
Presente poi ovviamente anche tutta un’intelaiatura da gioco di ruolo, tramite la quale potenziare, attraverso l’utilizzo della classica valuta in game e altri item, le varie abilità di Rayton e renderlo così ancor più pericoloso, sbloccando ad esempio nuove combo o altre tipologie di attacco. Non manca inoltre neanche un sistema di personalizzazione della colorazione del nostro protagonista e degno di nota è anche il numero di personaggi con i quali interagire all’interno di F.I.S.T. Forged in Shadow Forge. Completano e arricchiscono il tutto un sistema di teletrasporto tra le varie zone della vasta mappa di gioco e qualche piccola quest secondaria.
Crismi da metroidvania che F.I.S.T. accoglie insomma in ogni singolo aspetto della propria essenza, andando a fare propri tutti i vari stilemi del genere, senza inventare nulla di nuovo. Visto il risultato finale il che non è per nulla un male ed è anzi assodato come l’ultima fatica di TiGames sia un qualcosa di degno di grande attenzione. Così come vi avevamo raccontato qualche settimana fa anche per Death’s Door, F.I.S.T. Forged in Shadow Torch è quindi, senza forse però raggiungere le vette del titolo di Acid Nerve, un buonissimo gioco, che vi lascerà ottime sensazioni, ma è innegabile come di particolarmente innovativo non ci sia poi molto. Decisamente consigliato, certo, ma nihil sub sole novum.
Voto Recensione di F.I.S.T. Forged in Shadow Torch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Solido e completo
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Longevo
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Un ottimo esponente del genere
Contro
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Nulla di veramente nuovo