... e quelle di Peter Molyneux

In una intervista pubblicata su Eurogamer, l'ex direttore artistico di Lionhead Studios John McCormack ha raccontato come Microsoft e Peter Molyneux si siano imposti nelle decisioni creative dello studio e anche nella scelta della copertina di Fable III.

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a cura di Matteo Lusso

Gli sviluppatori di Lionhead credevano che il terzo capitolo sarebbe stato semplice da produrre, proprio perché il software da utilizzare era sempre lo stesso. Fable III sarebbe stato un'evoluzione del brand, non una rivoluzione.

Eppure Molyneux decise che la saga doveva diventare più accessibile al pubblico. Sfortunatamente, per accontentarlo, lo studio si spinse fin troppo oltre con il risultato che molti elementi del secondo capitolo andarono persi. Gli effetti on-screen tipici degli FPS sostituirono la barra della salute e anche i punti esperienza furono rimossi in favore di un sistema di crescita semplificato.

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I bug furono un grosso problema per il team, soprattutto perché lo sviluppo divenne molto più frenetico negli ultimi mesi. Chi lavorò al progetto afferma che Peter Molyneux, dopo la sua direzione iniziale al gioco, abbandonò la squadra a sé stessa per poi tornare a fine sviluppo e cambiare le carte in tavola con nuove modifiche al design.

Fable III perse anche alcuni minigiochi basati sul Kinect - il "controller" che sfrutta i movimenti del giocatore - che furono sviluppati per diversi mesi, per poi essere rimossi perché non funzionavano abbastanza bene.

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"Fable III fu pubblicato troppo presto", ammette lo stesso Peter. "Mi vergogno per questo. [...] Ma quando fai parte di una grande organizzazione, rispettare un data e un budget è l'unico modo per ottenere una grande pacca sulla spalla".

Eppure, nonostante la chiusura dello studio originale, un nuovo Fable di Molyneux potrebbe ancora vedere la luce e riportare la saga al suo splendore originale. La speranza è l'ultima a morire, come si dice in questi casi.