Festeggiare l'Unità d'Italia con un gioco schifoso

Per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia è stato creato un videogioco, Gioventù Ribelle. Presentato sotto squilli di tromba, si tratta di uno dei progetti forse più brutti mai portati a termine. I retroscena svelano com'è stato realizzato lo sviluppo di questo titolo, al centro delle polemiche.

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a cura di Manolo De Agostini

I 150 anni dell'Unità d'Italia si festeggiano anche giocando. Gioventù Ribelle è il videogioco creato per l'occasione, e realizzato per volere del Ministero delle Gioventù (presieduto da Giorgia Meloni) dal Gruppo di Filiera dei Produttori Italiani di Videogiochi di Assoknowledge - Confindustria SIT, con la partecipazione degli studenti dell'Istituto Europeo di Design di Roma.

"Si tratta di un'avventura interattiva tridimensionale, nella quale il giocatore ha la possibilità di vestire i panni di un misterioso eroe del Risorgimento e vivere in prima persona il processo di unificazione della nazione italiana. Tre gli scenari sui quali si muoverà la sua azione: la Repubblica Romana, l'Assedio di Gaeta e la presa di Roma, in un arco temporale che va dal 1849 al 1870".

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L'idea di spiegare l'Unità d'Italia attraverso un videogioco è senz'altro ottima, perché passa per un mezzo sempre più diffuso tra i giovani e giovanissimi - chi vuole provarlo, può scaricarlo da qui. Inoltre è certamente un modo per tentare di dare visibilità all'industria italiana dei videogiochi. Non fosse però che il progetto, presentato in pompa magna, è letteralmente osceno.

Il gioco è basato sul motore Unreal Development Kit, un buon motore grafico. Realizzazione tecnica - dalla grafica all'intelligenza artificiale - ma anche altri dettagli, hanno fatto scatenare l'ira degli appassionati e dei semplici curiosi.

"Ci hanno presentato Gioventù Ribelle come un progetto nato per affermare il Made in Italy nel mercato videoludico mondiale. Un videogioco 3D di nuova generazione, realizzato dai migliori game designer italiani. Un'opera che può dimostrare che un gioco italiano può competere con i grandi titoli internazionali, realizzata a costo zero", si legge sul sito Indieforthemasses. Sul sito forum Neogaf c'è addirittura un topic intitolato "Il gioco peggiore mai uscito".

In realtà il quadro è ben diverso. Anzitutto il titolo ha dei bug evidenti, gli ambienti sono realizzati con una grafica di diverse generazioni fa, non al passo con i tempi. Il tutto però è stato condito da requisiti che sembrano stilati da Crytek per Crysis 2. "Hard disk 7200 RPM, 4 GB di RAM, scheda video GeForce GTX 560 o superiore".

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L'aspetto più imbarazzante è che dietro a questo "videogioco 3D di nuova generazione, realizzato dai migliori game designer italiani" c'è tutt'altro.

"Gioventù Ribelle altro non è che la tesi di 8 ragazzi dello IED modificata in tutta fretta per poterla presentare al MAXXI di Roma come progetto atto a festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia", si legge sul sito Indieforthemasses.

"Gioventù Ribelle è, a conti fatti, un gigantesco bluff, l'ennesima presa per i fondelli all'italiana. Un progetto mai esistito, portato a termine in modo raffazzonato per la necessità di non presentarsi a mani vuote in occasione della sua presentazione. L'Italia vanta team di sviluppo del calibro di Milestone, perché non sono stati contattati?", aggiunge il sito Indieforthemasses.

A Raoul Carbone, coordinatore del progetto Gioventù Ribelle, non è rimasto altro che uscire allo scoperto. "Gioventù Ribelle non ha ricevuto alcun finanziamento, né pubblico né privato (almeno non abbiamo sborsato nulla, NdR), e non è stato realizzato da aziende che producono videogiochi né da professionisti del settore. Gioventù Ribelle è stato realizzato per intero e in pochi mesi dagli studenti del Corso Triennale di CG Animation dell'Istituto Europeo di Design. […] Gioventù Ribelle, per come è ora, è solo il frutto del lavoro esclusivo di un gruppo di giovanissimi studenti che hanno dato il massimo lavorando notte e giorno e dedicandosi a questa demo con passione, dedizione e impegno. Il contributo volontario di altri ragazzi o di sviluppatori indipendenti è bene accetto e prezioso".

Di certo qui il tema non è chi abbia sviluppato il gioco. Se sono stati ragazzi che si sono impegnati, non possiamo altro che incoraggiarli a migliorarsi sempre. Il punto importante è che, come tante altre cose in Italia, la realtà è distorta con pressapochismo, trasformando tutto in un'agghiacciante barzelletta. Il Ministero avrebbe dovuto fare di più, le associazioni chiamate in causa anche. Se questa è la dimostrazione d'unità d'intenti che si voleva evidenziare per il compleanno del nostro paese, ci aspettano altri 150 anni perlomeno spumeggianti. Non trovate?