Field of Glory Kingdoms promette bene? | Anteprima

A poco più di un mese dal lancio abbiamo provato in anteprima una versione quasi definitiva di Field of Glory Kingdoms. Avrà saputo conquistarci?

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Visto dall’esterno o da un occhio meno attento, il genere degli strategici potrebbe sembrare non proprio estesissimo, con tutti coloro che non lo bazzicano assiduamente che faranno fatica a citare tanti nomi oltre i classici Age of Empires, Total War e Civilization.  All’interno del grande calderone degli strategici, che comprende RTS, 4X, strategici a turni e ibridazioni varie, vi sono però innumerevoli altri titoli validissimi, in grado di ghermire per decine e decine di ore gli appassionati. Tra di essi è impossibile non citare la storica e apprezzata saga di Fields of Glory, che ha saputo regalare ai fan del genere nel corso degli anni numerosi episodi degni di nota.

A portare avanti l’eredità della serie sarà questo giugno in esclusiva su PC Field of Glory Kingdoms, nuovo episodio della saga 4X che promette di arricchirla ulteriormente con tutta una serie di meccaniche inedite. Sebbene manchi ancora più di un mese al lancio ufficiale del gioco, abbiamo avuto modo grazie a AGEOD e Slitherine di mettere le mani su una versione in anteprima dell’opera di cui siamo finalmente pronti a parlarvi.

Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:

Oltre due secoli di storia

Field of Glory Kingdoms prende piede nei circa due secoli successivi al Grande Scisma del 1054, nel quale vi fu la definitiva rottura tra la Chiesa cattolica occidentale e quella ortodossa orientale. A partire da tale evento si dipanano quindi le vicende del gioco, che vanno a toccare la storia europea, africana e medio-orientale di quegli anni.

Nella versione messaci a disposizione non abbiamo potuto provare la campagna principale, che parte appunto dal 1054 e percorre ben 220 anni di storia, ma abbiamo comunque potuto immergerci in due campagne minori. La prima, dedicata all’impero angioino, si basa sugli scontri tra Inghilterra, Francia e il Sacro Romano Impero nell’Europa occidentale, mentre la seconda si concentra sulle vicende de El Cid nella penisola iberica e in particolare nella guerra tra cristiani e mussulmani per il controllo di tali terre. Abbastanza carne al fuoco, insomma, per scoprire di più su Field of Glory Kingdoms e prepararci così al lancio del gioco.

Governare non è un lavoro facile

La prima cosa che emerge addentrandosi in Field of Glory Kingdoms è come quasi ogni interfaccia o menu di gioco siano state create sotto forma di arazzi o illustrazioni medievali, facendo fin da subito trasparire al giocatore il grande amore di AGEOD per genere e periodo storico. Certo, tale scelta mette talvolta in difficoltà visto che non è sempre istantaneo e leggibile cosa un pulsante possa fare, ma è innegabile come tale spaesamento sia destinato a sparire dopo qualche ora di gioco. E, se amate il genere, Kingdoms sembra avere decisamente tutte le carte in regola per ghermirvi più che per qualche semplice partita.

Spostandoci sul gameplay vero e proprio, l’ultima fatica di AGEOD e Slitherine ci si è presentata fin da subito come un grand strategy colmo di cose da fare e tenere sott’occhio. Come potrete immaginare, infatti, non conterà meramente la forza bellica del giocatore, bensì anche le sue alleanze, la potenza economica e, perché no, pure un po’ di astuzia. Insomma, per emergere vincitori da una lunga campagna di Field of Glory Kingdoms bisognerà dimostrare di essere in grado di gestire un popolo a tutto tondo ed essere dotati anche di una buona flessibilità, per meglio adattarsi all’ambiente circostante e alle più svariate difficoltà che il titolo mette davanti al giocatore turno dopo turno.

I combattimenti, ad esempio, non si basano solo sulla mera forza bruta di un esercito, ma tengono anche in grande considerazione le caratteristiche del singolo comandante, la composizione dello schieramento e pure un po’ di fortuna. Darsi alla pugna con soldati pesantemente corrazzati in una palude sarà quindi particolarmente complesso, così come affrontare qualche battaglione avversario senza essersi dotati di truppe a supporto come arcieri o in grado di assaltare i fianchi nemici.

Le battaglie, poi, oltre che essere saltate come accade ad esempio in un Total War, possono essere vissute in due modi differenti. Nel primo, attraverso dei lanci di dadi, i due schieramenti si scontreranno in vari turni, con gli assalti delle prime linee che vengono intervallati dalle nubi di frecce scagliate dalle truppe di supporto. Nel caso possediate Field of Glory Medieval, potete invece utilizzare anche il suo ben più sviluppato sistema di combattimento per risolvere le scaramucce in Empires. Un’opportunità sicuramente gradita, ma che lascia anche un grande interrogativo: perché non introdurla direttamente nel gioco base senza obbligare l’utente finale a possedere e/o acquistare un’altra opera con già più di tre anni sul groppone?

Ad arricchire poi Field of Glory Kingdoms fuori dagli scontri campali sono tutte quelle meccaniche e dinamiche che ci si aspetterebbe di trovare in un grand strategy. Degni di nota sono in particolare, dato il periodo storico trattato, un forte focus sulla religione e la gestione dell’autorità, una risorsa difficile da ottenere che dona però una serie di utili vantaggi, come il poter focalizzarsi su alcune particolari strutture. In Kingdoms, infatti, non tutte le città consentono di avere i medesimi edifici ed è pertanto in tali occasioni che utilizzare l’autorità aiuta a dotarsi delle costruzioni più utili in un determinato momento.

Field of Glory Kingdoms: in conclusione

Al lancio di Field of Glory Kingdoms manca ancora poco più di un mesetto, ma quanto visto fin ora ci ha tutto sommato convinto. La storica saga non sembra infatti aver perso la propria verve e pare avere davvero tutto ciò che serve per entrare nelle rotazioni di gioco degli amanti dei videogiochi grand strategy e dei 4X. Certo, tecnicamente non siamo a livelli alti e i combattimenti tramite lancio di dati convincono fino a un certo punto, ma per il resto siamo sicuri che ci sarà di cui divertirsi.