Fire Emblem Warriors Three Hopes | Anteprima

Abbiamo provato per una manciata di ore Fire Emblem Warriors Three Hopes e siamo rimasti sorpresi dalla direzione intrapresa da Omega Force.

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a cura di Andrea Maiellano

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È indubbio l’impegno protratto nel corso degli ultimi anni da Omega Force, e Koei Tecmo, nello sperimentare con il genere musou per riuscire a renderlo appetibile a un bacino di utenza maggiore. Fire Emblem Warriors Three Hopes, difatti, è solo l'ultimo di una moltitudine di spin-off di quel Dinasty Warriors che, nell'oramai lontano 1997, coniò un genere basato su un semplice concetto: dare al giocatore l'impressione di essere invincibile.

Musou, infatti, significa proprio "colui che non ha rivali" e le produzioni di questo genere mettono il giocatore nei panni di uno, o più, eroi dalla forza sovrannaturale la quale gli permette di sterminare orde di nemici con la semplicità con cui una palla da bowling abbatte i birilli posti in fondo alla corsia. Un genere che per anni ha fatto leva sulla sua volontà di offrire esperienze disimpegnate, per quanto estremamente ridondanti, legate a doppio filo a meccaniche di gioco facili da apprendere.

I musou, nel corso di queste due decadi, sono riusciti a evolversi lentamente, grazie alla sagace intuizione di Omega Force di modellare il genere attorno ad alcune fra le più importanti licenze della cultura pop giapponese, quali One Piece e Hokuto no Ken. Un'idea che ha permesso ai musou di raggiungere un pubblico più ampio, permettendo a Omega Force di arrivare a collaborare con nitendo per creare dei musou dedicati all'imaginario di Hyrule e a quello di Fire Emblem.

Laddove, però, i primi capitoli delle serie Warriors dedicate a Hyrule e a Fire Emblem, risultavano "solamente" degli esperimenti interessanti e ben confezionati, i loro rispettivi seguiti hanno intrapreso delle strade differenti, optando per sfruttare gli ultimi capitoli canonici di ambo le saghe, per realizzare dei progetti a metà strada fra il sequel e lo spin-off.

Se in merito a Hyrule Warriors L'Era Della Calamità ne abbiamo già parlato in abbondanza nella nostra precedente recensione, oggi è arrivato il momento di cominciare a grattare la superficie di Fire Emblem Warriors Three Hopes, il nuovo musou di Omega Force ambientato nello stesso universo di Fire Emblem Three Houses.

Fin dai primi istanti il nuovo progetto di Omega Fore e Nintendo, mostra subito la sua forte volontà di rispettare alcuni "dogmi" della serie. Oltre alla canonica scelta del livello di difficoltà, difatti, si potrà decidere se affrontare l'avventura in modalità classica (quindi con la morte permanente dei personaggi abilitata) e se sfruttare la possibilità di visitare gli accampamenti, ogni qualvolta una missione verrà portata a termine, per migliorare le relazioni fra i vari personaggi e perdersi in decine e decine di linee di dialogo che ne approfondiranno la caratterizzazione.

Una volta fatta la propria scelta, Fire Emblem Three Hopes chiederà di scegliere il sesso di Shez, il protagonista dell'avventura, e del temibile Flagello Cinereo, la sua nemesi. In merito a quest'ultimo personaggio, così come per tutto il resto degli avvenimenti narrati da Three Hopes, cercheremo di non entrare troppo nel dettaglio onde evitare di incappare in spiacevoli anticipazioni.

Una scelta votata proprio dalla capacità della storia di Fire Emblem Three Hopes di sorprendere chiunque abbia amato il precedente Three Houses, fin dai primi istanti di gioco. Il nostro consiglio, a meno che non vi siate già avventurati nelle settimane precedenti alla ricerca di informazioni, è quello di evitare ogni tipo di anticipazione per non rovinarsi le sorprese iniziali che la storia ha da offrire.

In maniera molto approssimativa possiamo dirvi che Fire Emblem Three Hopes racconta la storia di Shez, un mercenario scampato alla morte e in cerca di vendetta. In lui vive Arval, una misteriosa entità in grado di comunicare con il protagonista telepaticamente e di liberare un potere misterioso in gradi di rendere Shez una vera e propria furia della natura.

Per motivi che non staremo ad anticiparvi, Shez incrocerà il suo cammino con i tre leader delle tre casate di Three Houses e, tramite loro, entrerà in contatto con tutti quei personaggi divenuti celebri grazie al precedente capitolo canonico di Fire Emblem. Più di questo non ci sentiamo di anticiparvi, se non che il livello di scrittura finora riscontrato in Fire Emblem Three Hopes, non ha nulla da invidiare al precedente Hyrule Warriors L'Era Della Calamità, così come riesce a sposarsi perfettamente con le tematiche trattate dal precedente Three Houses.

Ma al netto del suo comparto narrativo, Fire Emblem Three Hopes potrebbe riuscire a convincere i fan della serie oltre agli appassionati di musou? La risposta potrebbe essere la stessa che abbiamo già dato in passato per i precedenty Hyrule e Fire Emblem Warriors. Se durante le centinaia di ore spese assieme a Three Houses, avete avuto la costante necessità di imbracciare un'arma e scendere sul cmapo di battaglia assieme a uno dei vostri personaggi preferiti, con Fire Emblem Three Hopes potrete farlo... per ore e ore.

Lo scheletro del gameplay di Fire Emblem Three Hopes, infatti, rimane quello del musou più puro: si sceglie il proprio personaggio preferito e si inizia a falciare centinaia di nemici inermi mentre ci si sposta freneticamente da una parte all'altra della mappa di gioco, cercando di portare a termine i vari obiettivi che verranno via via comunicati al giocatore. Un livello di sfida molto accessibile, e una ridondanza imponente, sono fra le caratteristiche da sempre più difficili da digerire per i "non appassionati del genere" e per questo motivo Omega Force ha operato in maniera analoga a L'Era Della Calamità, offrendo tutta una serie di contenuti aggiuntivi che vadano a inspessire il gameplay di Fire Emblem Three Hopes.

Innanzitutto troviamo, come accennato poc'anzi, la possibilità di abilitare la permadeath, la quale eliminerà definitivamente dall'intreccio narrativo tutti quei personaggi che periranno durante le missioni, e la possibilità di visitare un hub interattivo al termine di ogni missione principale per poter sperimentare, anche se in una versione meno espansa, tutti quelle dinamiche di interazione fra i personaggi che hanno reso Fire Emblem così tanto celebre.

Oltre a questo troviamo un sistema di classi che non solo contraddistingue le abilità a disposizione di ogni personaggio presente nel roster ma stabilisce anche un sistema di affinità, imponendo al giocatore di scegliere sempre il personaggio giusto per affrontare i nemici deboli alla sua classe di appartenenza.

Oltre a questo basico sistema di affinità, Fire Emblem Three Hopes propone anche una lieve componente strategica che cita, senza nasconderlo, le meccaniche "canoniche" della serie. In pratica, in oggni momento, sarà possibile accedere alla mappa e dare ordini ai personaggi non controllati direttamente dal giocatore, comandandogli di attaccare tutti assieme un nemico forte, di liberare aree della mappa, di difendere forti o di correre in soccorso di qualcuno in fin di vita.

Il tutto, ovviamente, senza che Fire Emblem Three Hopes perda mai la sua identità da musou. Il tutto si risolve in battaglie dinamiche e feroci, con centinaia di nemici a schermo e caratterizzate da un'azioje frenetica che richiederà al giocatore di spostarsi rapidamente fra i vari personaggi che compongono la sua armata, per poter portare a termine il maggior numero di obiettivi e ottenere la valutazione più alta possibile al termine della missione.

Come da tradizione, infine, si potranno guadagnare punti esperienza che aumenteranno, in maniera del tutto autonoma, le statistiche dei vari combattenti, permettendogli di salire di livello, imbracciare armi più potenti e risultare molto più performanti sul campo di battaglia.

Tecnicamente parlando, seppur ancora presto per esprimere un giudizio definitivo, Fire Emblem Warriors Three Hopes non si discosta molto dai precedenti lavori svolti da Omega Force. Il frame rate che non riesce a garantire i 30 fps costanti e una risoluzione davvero bassa sui monitor esterni, non riescono mai a rendere la modalità "docked" la preferibile per vivere l'esperienza offerta da Fire Emblem Warriors Three Hopes.

In mobilità, invece, il frame rate risulta decisamente più stabile e i colori brillanti garantiti dallo schermo Oled dell'ultima variante di Nintendo Switch, uniti alle dimensioni di quest'ultimo, rendono decisamente più godibile l'esperienza complessiva proposta da Fire Emblem Warriors Three Hopes.

Il gioco è doppiato in Giapponese e Inglese mentre ogni linea di testo è stata localizzata in Italiano, con un adattamento che, come per l'originale Three Houses, riesce a rendere giustizia ai giochi di parole e alle differenze di vocabolario, e conoscenza della grammatica, dei vari personaggi che si incontreranno nel corso dell'avventura.

Queste prime ore assieme Fire Emblem Three Hopes, in definitiva, ci hanno lasciato positivamente colpiti per la direzione intrapresa da Omega Force con questo progetto. Resta da vedere se le qualità proposte fino a ora si protrarranno per tutta la durata dell'avventura o se l'immancabile ripetitività del genere, l'avrà vinta sulle buone idee messe in atto dagli sviluppatori