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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Non è un mistero che la nota marca di lamette e prodotti estetici: Gillette supporti l'Esport all'estero -Team SoloMid è un esempio lampante-, è risaputo che lei, come tante aziende investono e lavorano duramente per incentivare il settore degli sport elettronici competitivi all'estero.

In Italia, le cose stanno cambiando e passo dopo passo, azienda dopo azienda, cominciano ad arrivare i primi investimenti importanti, le prime soddisfazioni professionali e progetti sul lungo termine che potrebbero davvero ribaltare la situazione attuale.

Già nell'aprile del 2018, Gillette era sbarcata nell'Esport italiano in maniera umile ma efficace, attraverso una partnership dedicata al famoso torneo di FIFA: Gazzetta Esport Challenge.

PG ARENA

Le cose però, come abbiamo più volte ribadito, si evolvono, crescono e per questo Gillette ha deciso di partecipare alla Milan Games Week come protagonista del padiglione Esport, presentando tre giornate all'insegna delle Gillette Skills Challenges, in cui ogni giorno, in collaborazione con Personal Gamer -PG- hanno presentano diverse tecniche per aiutare i giocatori esportivi a migliorare il proprio stato mentale durante le partite. , Gennaro D'ambrosio, Assistant Brand Manager di Gillette Italia nel comunicato stampa dichiarava:

"Per Gillette lo sport è una componente fondamentale nella vita dei ragazzi. Lo sport, inteso prima solo nel senso più tradizionale, diventa oggi anche esport e ancora una volta Gillette accetta la sfida e unisce le forze con PG Esports per continuare ad offrire ai nuovi sportivi tutto il supporto di cui hanno bisogno "

Gillette

Ad aiutare in questo difficile e curioso percorso è lo psicologo/mental coach: Mauro Lucchetta, due volte campione italiano di Gran turismo, la prima volta nel 1998 con il primo titolo della serie e la seconda volta con il seguito: Gran Turismo 2 nel 2000.

Negli anni successivi Mauro ha studiato per diventare psicologo e ora si occupa nella preparazione mentale degli sportivi di ogni specialità, dal tennis al calcio, dal golf al ciclismo. La sua passione per i videogiochi e il suo passato esportivo lo ha portato, nel 2010, a iniziare a introdurre la specialità da mental coach anche nel settore esport, grazie ad un coraggiosa partnership con Nextgaming, la prima associazione ad aver creduto in questo successo.

Mauro ha quindi iniziato a lavorare con giocatori dal calibro di Giorgio "Power" Calandrelli e altri membri del team di Call of Duty; ha anche accompagnato Nicolò "Insa" Mirra durante tutto il percorso che lo ha portato da Nextgaming a Fnatic Roma.

Parliamo quindi di un esperto nel campo, in cui con Gillette è riuscito a trovare un obiettivo comune, impreziosito dal programma "Giovani Promesse" lanciato proprio dall'azienda americana e di cui potete approfondire sul sito.

Leggi anche: I videogiochi fanno male? Parola all'esperto!

"In Gillette abbiamo trovato un obiettivo comune, identificare i giocatori esportivi come sportivi veri e propri e non come una categoria a parte"

Mauro Lucchetta

Mauro è stato così gentile da concederci qualche minuto del suo tempo per una chiacchierata su come funziona il suo lavoro e come è difficile studiare i giocatori di diversi videogiochi.

mauro

Come studiate il comportamento dei giocatori Esport?

"Il training viene sviluppato in diverso metodi, ad esempio in FIFA utilizziamo questa tecnologia chiamata Eye Tracking che permette di capire dove è focalizzata l'attenzione di un giocatore in un preciso momento, grazie a questo abbiamo notato che diversi giocatori guardano principalmente la palla e la linea di passaggio, senza dare molta importanza ai giocatori senza palla e smarcati. Utilizziamo anche tecnologie che tengono sotto traccia stress, battiti durante un singolo match."

Ogni gioco è diverso dall'altro?

"Si, senza dubbio il lavoro che si fa su FIFA è diverso da quello che viene fatto, ad esempio, su un gioco come League of Legends"

Per queste sessioni di training ci si trova dal vivo?

"Quando è possibile si. In titoli come FIFA è più facile fare un lavoro One to One, poiché si lavora con una singola persona e trovarsi è decisamente più facile, così come il lavoro è decisamente più facilitato. In titoli in cui si gioca in squadra, è molto più complicato, e a meno che non sia il Team Forge che bene o male, possedendo una gaming house si ritrovano tutti, è difficile lavorare con player che giocano a distanza. Ragion per cui cerchiamo sempre di fare del training tramite Skype, con ognuno la sua webcam, ma spesso capita che risulta comunque complesso lavorare."

Noi di Tom's Hardware Italia ringraziamo Mauro Lucchetta per il tempo che ci ha gentilmente concesso, oltre che complimentarci con Gillette non solo per questa possibilità, ma soprattutto per gli investimenti in questo giovane settore, che passo dopo passo, pietra dopo pietra, comincia a dire la sua anche in Italia.


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