Gli Anonymous avvertono Sony: è solo l'inizio

Gli Anonymous tornano a parlare degli attacchi a Sony. La guerra sarà lunga, ma per ora non sarà toccato il Playstation Network: a essere puniti non devono essere i consumatori, ma l'azienda nipponica.

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a cura di Manolo De Agostini

Lo scontro tra il gruppo di hacker Anonymous e Sony non è destinato a essere annoverato tra le guerre lampo. Dopo gli attacchi dei giorni scorsi (Anonymous: guerra a Sony, per vendicare GeoHot), i pirati informatici sono tornati a parlare della loro azione, nome in codice SonyRecon, su Playstation Lifestyle.

L'hacker Taikai ha svelato che Sony avrebbe ingaggiato "Prolexic, un'azienda specializzata nella lotta agli attacchi DDoS". "Ce lo aspettavamo. Sapevamo che presto o tardi Sony sarebbe ricorsa a un aiuto esterno". Nonostante l'azienda si sia rivelata un osso duro, Taikai confida di poter aggirare il "fattore Prolexic" e svela che il gruppo ha in serbo "grandi sorprese" per Sony.

"L'ultima cosa che vogliamo è che Sony pensi che siamo in qualche modo scoraggiati", ha di dichiarato l'hacker aggiungendo che "ciò che avete visto è solo l'antipasto di quello che avverrà".

"Se Sony pensa che LOIC sia l'unico coniglio nel nostro cilindro…si sveglieranno all'inferno. […] Sapevamo che questa guerra non sarebbe stata vinta in un giorno. Siamo qui per uno scontro a lungo termine. La cosa più importante in ogni guerra è l'informazione. Conoscere il tuo avversario è importante e le azioni che abbiamo svolto erano esplorative. Ci siamo informati su molte cose rilevanti. Contributi a campagne politiche, la distribuzione di alcuni server chiave della loro rete, etc".

Nel mirino però non c'è solo l'azienda nipponica, ma anche chi ci lavora. "Come impiegati di Sony, sono considerati obiettivi legittimi dell'operazione, ma tra quelli primari c'è chi è in posizione di potere e solo in pochi casi i loro subordinati".

Nei giorni scorsi il servizio Playstation Network ha vacillato e i videogiocatori non hanno potuto sfidarsi online oppure accedere ai servizi correlati. "I consumatori possono chiamarlo danno collaterale. Siamo consapevoli che non ci stiamo facendo amici o alleati tra l'utente medio con questi attacchi. […] C'è un sacco di gente su Internet, nei forum, che ci accusa di essere senza scrupoli e di punire più i consumatori che Sony. Vorrei dire a queste persone che prima di giudicarci dovrebbero prendersi tempo per capirci".

Taikai ha poi assicurato che informazioni come i numeri di carta di credito dei clienti dell'azienda giapponese sono al sicuro. "Credo di poter tranquillamente affermare a nome di tutti che non abbiamo cattive intenzioni nei confronti dei clienti di Sony".

"Sony ha bisogno di una lezione di vita. […] Combatte contro i bambini perché sa che non sono in grado di difendersi. Siamo qui per dire che gli indifesi non sono soli".

Nel corso della nottata diversi siti del colosso nipponico sono andati offline, tra cui quello ufficiale, PlayStation U.S. e Sony Style.com. "Stiamo conducendo delle indagini, tenendo in considerazione la possibilità di un comportamento mirato messo in atto da una parte esterna. Se ciò è stato causato da un'azione del genere, vogliamo nuovamente ringraziare i nostri clienti che hanno sopportato il peso dell'attacco che si è manifestato con l'interruzione del servizio. I nostri ingegneri sono al lavoro per ripristinare e mantenere i servizi. Apprezziamo il sostegno costante dei nostri clienti", ha dichiarato un portavoce di Sony.

Evidentemente le parole di Taikai devono aver messo in moto qualche discussione nel gruppo hacker perché in una nota si può leggere quanto segue: "Questa volta gli Anonymous non stanno attaccando il PSN. La posizione ufficiale di Sony è che è in fase di manutenzione. Abbiamo realizzato che attaccare il PSN non è una buona idea e perciò abbiamo sospeso temporaneamente la nostra azione fino a quando non troveremo un metodo che non avrà un impatto sui clienti di Sony".

Ricordiamo che gli Anonymous non sono un gruppo di ragazzini con l'hobby dell'hacking, ma persone organizzate e preparate che hanno già attaccato aziende come MasterCard e alcune istituzioni, anche italiane. In questo caso i pirati informatici sono scesi in campo contro Sony in segno di protesta per le azioni dell'azienda giudiziarie contro gli hacker GeoHot e Graf_Chokolo, rei di aver aggirato le difese della Playstation 3 aprendola alla pirateria.