Hack PS3: Geohot salvo, per ora. Sony, nuove grane

Rimandata per problemi di giurisdizione la decisione sull'ordine restrittivo contro l'hacker Geohot, reo secondo Sony di aver aperto la PS3 alla pirateria. Nel frattempo sembrerebbe essere spuntato un temibile hack dei trofei.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Piccola vittoria per Geohot, George Hotz, il principale fautore dell'hack di PS3. Proprio come dichiarato dai suoi avvocati nella giornata di ieri (La pirateria su PS3? Sarà peggiore di quella su PSP), il giudice federale Susan Illston ha rimandato il giudizio sull'ordine restrittivo verso l'hacker, a causa di problemi di giurisdizione.

Il caso è stato infatti depositato in California, ma Hotz vive nel New Jersey. L'avvocato di Sony, James Gilliland Junior, si è giustificato affermando che Hotz usa Twitter, Facebook, Paypal, Youtube (con base in California) per distribuire le chiavi di root e diffondere metodologie di hacking. Il giudice, molto sarcasticamente, ha risposto all'avvocato che secondo questa tesi l'intero universo sarebbe soggetto alla sua giurisdizione.

Geohot

L'avvocato della casa nipponica ha prontamente ribattuto dichiarando che l'accordo sui termini di servizio della console riporta che le dispute legali debbano essere risolte presso la Corte Federale della California. A quel punto per il giudice, constatato il problema, non è rimasto che sospendere le decisioni per fare chiarezza su quale Corte debba gestire il caso.

Rimandata anche la decisione sulla messa agli atti - come evidenza del caso - del computer di Geohot, che per ora rimane quindi nelle mani del legittimo proprietario. Ricordiamo che Geohot ritiene di non aver infranto alcuna legge o favorito la pirateria. Contesta inoltre la tesi di Sony secondo cui riceverebbe donazioni per quanto realizzato. Hotz ha affermato che il suo hack sarebbe del tutto comparabile al jailbreak dell'iPhone, che è legale negli Stati Uniti (Jailbreaking dell'iPhone non solo legale ma benefico).

Gli avvocati hanno sette vite, ne sanno una più del diavolo 

Nel frattempo la saga che coinvolge la Playstation 3 e gli hacker sembra senza fine. Dopo i - convulsi - ultimi giorni in cui Sony ha scatenato i propri avvocati, sembrerebbe che la comunità le abbia, per tutta risposta, giocato un nuovo tiro mancino.

Gli hacker avrebbero creato infatti uno strumento che consente di sbloccare completamente tutti i trofei dei videogiochi. Secondo quanto riportato da Computer and Videogames, questo software sarebbe stato usato per attivare tutti i trofei di BUZZ! e PAIN, istantaneamente, applicando ore diverse allo sblocco di ogni trofeo. Questa soluzione, ancora acerba, non si sarebbe dimostrata così efficace in giochi come Resident Evil 5 e Batman: Arkham Asylum.

Secondo VG247 la cosa peggiore è che gli hacker sarebbero riusciti a sincronizzare i dati con i server Sony del PSN, anche se CVG su questo punto non si è dimostrata altrettanto sicura, limitandosi a un "non è chiaro".

Hack PS3, i veri giocatori potrebbero spostarsi su altre console. Esiste il pericolo?

Un attacco di questo genere potrebbe minare il futuro del sistema dei trofei. Sony in passato aveva dichiarato di non aver potuto integrare il supporto ai trofei sulla PSP proprio a causa dell'insicurezza della piattaforma. Se il tutto fosse confermato, Playstation 3 si troverebbe nella stessa situazione, con gravissime conseguenze per il business della casa nipponica.

Come suggerisce la logica - oltre che molti lettori - la pirateria potrebbe essere un toccasana per le vendite della console, ma un attacco all'infrastruttura del PSN potrebbe portare a un fuggi fuggi generale da parte di chi ama giocare seriamente, guadagnarsi i trofei con il sudore e non vedere altri "furbetti" con trofei sbloccati senza il minimo sforzo. In attesa di capirne di più, Sony ha commentato la nuova notizia con la solita frase fatta, limitandosi a dire che sta indagando e risolverà il problema con un aggiornamento.