Il viaggio nella gaming house dei Mkers con Mercedes-Benz

Un viaggio nell’antica Roma e nel quartiere generale dei Mkers per assaporare la vita del pro player di tutti i giorni e il loro allenamento tipico.

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a cura di Ecleto Mucciacciuoli

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Il viaggio nel base dei Mkers ha punti di contatto con tutto il settore di riferimento. Il sentiero dell’esport in Italia è sempre stato, per definizione, complicato su più piani. La lenta accettazione del videogioco come opera a tutto tondo è sicuramente la radice del problema, ma vi è anche il fattore credibilità. Gli storici brand o catene di settore non conoscono la grammatica adeguata per comunicare a un’utenza così variegata. Sintonizzarsi con questa prolifica realtà richiede numeri e una strategia ben identificata. Una volta però che i mostri sacri dell’industria si sono lasciati incuriosire da quell’irrefragabile movimento di giocatori e dall’emozione trasmessa, alcuni hanno osato.

Da quel brio ludico che tutto contagia e galvanizza, l’esport è indubbiamente uno dei principali conduttori che hanno canalizzato l’entusiasmo. Oggi vi racconto da vicino la storia di chi ha contribuito a valorizzare l’esport italiano nel nostro Paese e nel mondo: il team Mkers. Fondato appena nel 2017, il progetto ha fagocitato record e risultati a ritmi eccezionali. Nel giro di poco tempo, il loro nome ha fatto il giro del mondo per aver marchiato a fuoco alcuni dei risultati più ambiti. Basti pensare ai traguardi raggiunti su FIFA, PES o Rainbow Six Siege, ma direi che la bacheca parli per loro, no?

Pro player per un giorno

Sono stato ospite in prima persona di una loro tipica giornata da pro player dentro al loro quartier generale a Roma. La sede è incastonata nelle beltà della città antica, letteralmente a due passi dal Circo Massimo. In questo ambiente suggestivo e rievocativo, i Mkers hanno collaborato a stretto contatto con Mercedes-Benz per una partnership su più prospettive. Non solo la creazione della stessa gaming house è stata possibile grazie al loro connubio, ma lo è anche il destino che li accomuna in ambito esportivo. In questo caso si è avverato il discorso che introducevo, in cui un nome così importante di settore ha voluto abbracciare il flusso dell’innovazione, per approdare nel dirompente mercato videoludico.

È sempre un piacere riportare tali informazioni, poiché l’industria necessità di collaborazioni di questo spessore per fare il salto verso l’eccellenza. Il ruolo di Mercedes Benz non sarà però quello di una normale partnership in termini di visibilità e sostenibilità, ma si sono dimostrati attivi in prima persona nel rimpinguare la bacheca trofei del team in ambito racing. La prova è anche il garage interno alla gaming house nella Sim-Racing Room, che riproduce l’atmosfera di un vero assetto da corsa, con un simulatore stellare al centro della sala.

Ciò che ho trovato affascinante in tal senso è però l’iniziativa che è stata mossa per completare il team di corsa, denominata “Be the next rider”. La macchina è stata infatti presente al Romics e lo sarà alla Games Week, ma sarà accessibile al pubblico non solo per goliardia e pubblicità.

La community è parte della casa

I Mkers stanno cercando un ultimo componente per il team e hanno deciso di fare scouting direttamente ai grandi eventi, tracciando i migliori risultati degli sfidanti. Un altro aspetto fondamentale della sede è la stanza streaming con attrezzature all’avanguardia e rigorosamente insonorizzata. L’esport per definizione non è solo di coloro che competono in un clima elitario e serrato ma, soprattutto, del pubblico che supporta e guarda con piacere i traguardi dei pro player.

Mantenere un contatto diretto con gli appassionati non è utile solo al confronto, ma anche per comunicare i valori propri del team. Però che gaming house sarebbe senza postazioni e addestramento? Dovete sapere che uno degli aspetti più affascinanti dell’esport è la preparazione atletica, ancor prima dell’assetto tecnologico. La formazione di un giocatore è simile a quella di un atleta in qualunque altra disciplina parallela.

Vi sono ovviamente le postazioni per gli allenamenti e per la messa a punto delle strategia nella Bootcamp Room, così come la consueta lavagna elettronica per permettere al coach di studiare insieme il piano migliore da presentare in campo. C’è, inoltre, una religiosa attenzione agli ambienti virtuali migliori in cui competere e un’analisi meticolosa su errori comuni da mitigare.

Mens sana in corpore sano

Non è però tutto un incessante giocare nell’esport professione. In molti sono tratti in inganno dall’idea che lunghe sessioni ludiche possano agevolare esponenzialmente la crescita di un individuo, ma non è così. Nella gaming house si alternano spazi bui in cui allenarsi a una Lounge Room di notevole caratura e luminosità, accompagnata da un piccolo giardino dall’eco vetusto.

Ci sono anche dei letti per poter riposare e socializzare nella sede, anche perché è fondamentale consolidare amicizie e gioco di squadra. Il beneficio psicologico di essere circondato da esperti che monitorano giornalmente la schedule di vita e di salute dei player, così come vivere in un ambiente stimolante, sono alla base di uno stile di vita professionale e rinvigorente dopo tutto. Oltre al viaggio intrigante nella sede vi è anche tempo per i progetti futuri.

Sebbene la bacheca trofei brami l’idea di non avere spazio, occorre anche lavorare sul fronte sociale, contribuendo all’immagine del team e dell’esport italiano. La partnership con Mercedes-Benz desidera veicolare i valori propri del settore e dei Mkers con attività di storytelling utili a narrare da vicino la vita del pro player di tutti i giorni. Un bello schiaffo al bigottismo e ai tabù che girano sull’argomento, senza dubbio.