Un coraggioso cambio di rotta attende i fan di "The Last of Us" con la terza stagione della serie HBO, che abbandonERà temporaneamente le vicende di Ellie per concentrarsi esclusivamente sul personaggio di Abby. La decisione, confermata dagli showrunner Craig Mazin e Neil Druckmann, rappresenta una mossa audace ma fedele alla struttura narrativa del videogioco che ha ispirato la serie. Questa scelta rischia di dividere ulteriormente un pubblico già polarizzato dopo gli eventi della seconda stagione, ma potrebbe anche offrire una profondità narrativa inedita, esplorando temi universali come la redenzione e la complessità morale in un mondo post-apocalittico.
La notizia del cambiamento di focus è stata confermata indirettamente da Catherine O'Hara, che in una recente intervista con Variety ha rivelato la sua esclusione dal prossimo capitolo della serie. "Craig mi ha comunicato chiaramente che non parteciperò alla prossima stagione", ha dichiarato l'attrice, aggiungendo: "Sarà incentrata completamente sulla storia di Abby. Forse tornerò in futuro, ma il mio ruolo era funzionale principalmente alla narrazione di Joel ed Ellie".
Questo drastico cambiamento di prospettiva rispecchia fedelmente la struttura del The Last of Us Part II, dove i giocatori furono costretti ad abbandonare i protagonisti storici per vestire i panni del personaggio inizialmente presentato come antagonista. Una decisione che nel 2020 generò un'ondata di critiche senza precedenti nel mondo videoludico, con fan infuriati per l'uccisione di Joel e per l'obbligo di impersonare proprio il suo carnefice.
Gli showrunner hanno già anticipato che la terza stagione approfondirà il conflitto tra le fazioni dei WLF e degli Scars, introducendo anche l'iconico mostro Rat King, uno degli elementi più terrificanti e memorabili del secondo videogioco. Nonostante non sia stata ancora annunciata una data d'uscita ufficiale, la produzione sembra determinata a seguire la controversa traccia narrativa dell'opera originale.
La reazione del pubblico televisivo all'uccisione di Joel, interpretato da Pedro Pascal, ha già mostrato segni di malcontento simili a quelli manifestati dai videogiocatori. La frattura nella fanbase si è accentuata quando, nella seconda parte della stagione, l'assenza del duo Joel-Ellie ha lasciato molti spettatori disorientati. Ora, con le avventure di Ellie e Dina destinate a essere momentaneamente accantonate per dare spazio al racconto di Abby, il rischio di alienare una parte significativa dell'audience appare concreto.
D'altra parte, chi conosce a fondo la narrazione originale comprende come questo apparente "tradimento" rappresenti in realtà un'evoluzione necessaria del racconto. La storia vista attraverso gli occhi di Abby offre infatti una profondità tematica straordinaria, costringendo lo spettatore a confrontarsi con la relatività del concetto di giustizia e con l'umanità che si cela dietro ogni "nemico".
La scelta di HBO di seguire il controverso cammino tracciato da Naughty Dog dimostra un coraggio narrativo raro nel panorama televisivo contemporaneo. Pochi show avrebbero il coraggio di abbandonare temporaneamente i protagonisti che hanno garantito il successo per concentrarsi su un personaggio divisivo come Abby.
Se la serie televisiva riuscirà a trasmettere la stessa potenza emotiva e narrativa del videogioco, questa terza stagione potrebbe trasformare il personaggio più odiato del franchise in uno dei più complessi e tridimensionali. Gli spettatori dovranno solo essere disposti ad andare oltre il risentimento iniziale e accogliere una storia che, pur scomoda, offre una delle riflessioni più mature sul ciclo della violenza e della vendetta mai viste in una produzione mainstream.