League of Legends: gli sviluppatori protestano contro l'arbitrato forzato e il sessismo

Gli sviluppatori di League of Legends stanno protestando contro il proprio studio, in seguito alla politica di arbitrato forzato imposta da Riot.

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a cura di Nicola Armondi

Ieri, oltre 150 dipendenti di Riot Games hanno abbandonato gli uffici di Los Angeles del publisher di League of Legends per protestare contro le politiche dello studio, in particolar modo contro l'arbitrato forzato, ovvero una procedura per la risoluzione delle controversie che consiste nell'affidamento a uno o più persone esterne l'incarico di risolvere una controversia, mediante una decisione che sarà vincolante e applicabile in via forzata.

"Chiediamo che gli arbitrati forzati siano conclusi per tutti i dipendenti di Riot, passati, attuali e futuri, inclusi gli appaltatori e tutti coloro che sono attualmente in causa." Questo ha affermato Jocelyn Monahan, "social listening strategist" presso Riot, tramite un'intervista rilasciata a Kotaku.

Mesi fa, Kotaku aveva svelato che presso il team di League of Legends vigeva un ambiente sessista che ha spinto cinque dipendenti a citare in giudizio la compagnia per la violazione del "Equal Pay Act" della California. La scorsa settimana, Riot ha cercato di costringere due di queste persone a risolvere la questione tramite arbitrato. Al tempo stesso, ha annunciato che permetterà ai futuri impiegato di non accettare l'arbitrato e sta prendendo in considerazione di estendere la cosa agli attuali dipendenti "non appena le attuali cause saranno risolte".

Questo però non sembra essere abbastanza per i dipendenti di Riot. Varie figure di primo piano (incluso il COO) non sono state allontanate dall'azienda, anche dopo varie accuse a loro carico. I partecipanti alla protesta hanno affermato di aver partecipato poiché desiderosi di dare il proprio sostegno ai colleghi coinvolti, ma anche perché dopo 8 mesi dai report di Kotaku, che hanno pubblicamente svelato quanto accade presso Riot, nulla è cambiato.

Monahan, alla conclusione della protesta, ha affermato che se non ci saranno cambiamenti entro il 16 maggio, lei e altri dipendenti procederanno con ulteriori azioni. Non è stato però chiarito precisamente cosa abbiano intenzione di fare. La protesta è stata completamente pacifica ed è stata vissuta con un sentimento positivo. I dipendenti coinvolti sperano che questo ispiri gli sviluppatori di altre compagnie che si trovano in una situazione simile.